Il manichino ben prezzolato Guido Bertolaso sale alle glorie nazionali e dalle soglie dell’inferno per sentirsi trionfalmente imperatore di tutti gli appalti con la scusa delle urgenze e delle emergenze. E’ un manichino strapagato per nascondere fiumi di denaro rubati e sottratti al popolo italiano. E’ il risultato più evidente del modo di fare politica di Berlusconi.Bertolaso, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e capo della Protezione civile, scavalca di fatto l'ordine protocollare superando in termini di potere reale i ministri Frattini, Maroni, Alfano e Tremonti. Infatti, per i poteri conferitogli da Berlusconi, può spendere come vuole un numero imprecisato di miliardi di euro pubblici senza alcun controllo e autorizzazione. Può spendere senza limiti non solo per frane, incendi e terremoti, ma per qualunque "grande evento".I ministeri tacciano sotto il tallone di Tremonti e la Corte dei Conti si metta l'animo in pace.
I controlli sono off limits nei confronti di Bertolaso e Berlusconi.Guido Bertolaso oggi, grazie al monarca Berlusconi, è certamente il dirigente del più autonomo ente appaltatore della Repubblica, con una totale deroga alle norme di legge per i fondi destinati a svariati scopi: dalle gare sportive, alla celebrazione liturgiche, dai party di Berlusconi ai viaggi del Papa, dalle discariche al traffico, dagli alberghi agli scenari per i vertici internazionali.
Prossimamente la gestione dell'Expò di Milano del 2015 e le Olimpiadi del 2020 saranno ancora emergenze, non ci si preparerà in tempo, solo per favorire l’invio di soldi nostri nelle mani di Berlusconi, Bertolaso e Letta. Vedrete!Una macchina di potere così travolgente da spostare ulteriormente la barra del potere in mano al team Berlusconi, Bertolaso, Letta, che della cultura dell'emergenza ha fatto una scienza di potere infinitamente più sofisticata rispetto a quella della prima repubblica, che prevedeva cupole per la spartizione di favori e potere, magari attraverso i titoli in cui erano convertiti i fondi neri dell'Iri, di cui Letta ha diretta conoscenza, avendone riscossa una quota pari a 750.000 euro.Sbagliamo ormai a pensare che l’emergenza sia soltanto nei terremoti, nelle frane, nelle esondazioni, negli incendi, che pure ogni anno non ci fanno mancare niente.Tutto è ormai emergenza in Italia, anche l’anniversario della nascita di San Giuseppe da Copertino, celebrato in provincia di Lecce con l'ordinanza "emergenziale" 3356, al congresso eucaristico nazionale, previsto ad Ancona dal 4 all'11 settembre 2011, di cui Bertolaso è commissario, per ora con una dote di soli 200 mila euro da spendere per la buona riuscita dell'evento. Spiccioli. Ben altri sono gli interessi che sotto la voce "Protezione civile" fanno fluire centinaia e centinaia di milioni. Spesso agli amici e agli amici degli amici. Dal 2001 ad oggi, la presidenza del Consiglio ha emesso 587 "ordinanze emergenziali", di cui solo una parte riferita a calamità naturali, il resto a "Grandi eventi", o presunti tali.
Nessun organo di controllo è in grado di sapere esattamente quanto la coppia "Berlusconi e Bertolaso" è riuscita a spendere negli ultimi anni, senza alcun controllo di legittimità. Tra il 2001 e il 2006 la presidenza del Consiglio ha varato 330 ordinanze. Di queste, sono pubblici gli stanziamenti di 75 ordinanze, che valgono circa un miliardo e 490 mila euro. Non è un campione rappresentativo, ma consente una stima. Nei cinque anni, tramite ordinanze della Protezione civile, in spregio alle norme sugli appalti e le assunzioni, sarebbero stati spesi 6,5 miliardi. Se si fa il calcolo su 587 ordinanze della presidenza del Consiglio in meno di nove anni, si arriva a 10,6 miliardi. Una somma sufficiente a costruire un blocco di potere indistruttibile, segreto e libero da qualsiasi regola.Capite allora perché “quella brava persona” di Bertolaso, che il centrosinistra considerava uno dei suoi, dichiara che tra governi in cui ha lavorato, il governo Berlusconi è il migliore? Dieci anni fa era nessuno. "Io lo conoscevo bene", racconta Zanda, senatore del Pd, che nel 2000 lo incontrò come commissario all'evento. "Abile nella soluzione dei problemi, aveva un ego smisurato", secondo Zanda, che oggi è oppositore di Bertolaso insieme a Cgil, Conferenza delle Regioni, Associazione dei Comuni, tutto il centrosinistra, insomma tutta Italia.Oltre a uno schieramento bipartisan che non ne può più di questo stato di cose, covato da Letta e dal suo sistema di potere, curato da ambasciatori che figurarono nella Loggia P2 di Gelli, impegnati soprattutto a riciclare tangenti con la complicità della banca del Vaticano.
"Quella cui assistiamo - dice Zanda - è una picconata allo Stato, una sovrapposizione abnorme tra un capo Dipartimento, un direttore generale che dovrebbe ispirarsi all'imparzialità, e un sottosegretario controllore-controllato, cui, per di più, col nuovo decreto, si implementano i poteri. Nella repubblica democratica italiana non è mai accaduto che un membro del governo abbia avuto contemporaneamente la carica di sottosegretario e di direttore generale. È come se il ministro dell'Interno Maroni fosse anche il capo delle polizia. Per la serie: continuiamo a picconare questo ex Stato di diritto".Tra le centinaia di delibere emergenziali passate negli anni passati ce n'è qualcuna che proprio non può passare indenne a qualche sacrosanta verifica giudiziaria. A parte l'inchiesta "Rompiballe", che coinvolge Bertolaso nelle vicenda del discutibile riciclaggio dei rifiuti napoletani, fiore all'occhiello del berlusconismo, vogliamo magari parlare degli appalti secretati per il G8 della Maddalena, confluiti in una piccola società di Grottaferrata, Castelli Romani, di nome Anemone, come il suo titolare, personaggio riconducibile ai cari del commissario bertolasiano Angelo Balducci? O dei venti inutili poli natatori sorti a Roma ad uso dei soliti palazzinari, facendo carta straccia dei piani regolatori, per i Mondiali di nuoto del 2009?Quella volta fu un figlio del Balducci, oggi stimato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, a tentare il business milionario su un territorio prossimo alla via Salaria che rischia di affogare sotto il Tevere ogni volta che fa due gocce d'acqua.Tanto era sfrontata la speculazione del giovane Balducci, che qualche magistrato proprio non la digerì. Ora la Protezione Civile punta con tanti amici costruttori a luoghi secchi e desertici. E soprattutto, liberata con la privatizzazione dagli ultimi lacci dei controlli, a nessuna interferenza di giudici rossi.
Comunque, oltre tutto questo, anche il “nostro” ministro Fitto, ospite di Ballarò, dichiara che chi ha risolto i problemi dell’emergenza rifiuti di Napoli, chi ha risolto il problema terremoto di L’Aquila, può anche essere in diritto o scusato, se regala ville, auto di lusso, yacht, vacanze, posti di lavoro ben remunerati, ai parenti dei parenti delle persone direttamente interessate dall’inchiesta: è una vergogna schifosa. Quei soldi sono del popolo italiano, non dei ladri avvallati dal governo Berlusconi.
Mi spiace sapere che queste persone sono intoccabili, perché l’esilio sarebbe il minore dei mali per queste persone. Personalmente mi piacerebbe averle davanti anche solo un giorno. Da soli.
L’inchiesta:
Il Sistema è da tempo sotto gli occhi degli investigatori: non solo appalti per centinaia di milioni di euro dati a trattativa privata, coperti dal segreto, ma un sistema di corruzione ambientale alimentato da «incarichi professionali», «viaggi», «arredi», «telefonini», appalti e regali di ogni tipo. Un Sistema garantito dalle “ordinanze” di Protezione civile, che da dieci anni in questo paese tutto può e tutto ottiene. Chi è in questo giro ha non solo il lavoro assicurato ma una lunga serie di benefit a piè di lista.I carabinieri del Ros hanno messo insieme i tasselli di un puzzle che ormai andava oltre la Toscana e in giro per l’Italia. Nelle telefonate c’era di tutto, soprattutto le Grandi Opere, il fiore all’occhiello del governo del fare gestito dall’uomo del fare per eccellenza: Bertolaso. Quasi due anni di intercettazioni. Fino a pochi giorni fa quando una fuga di notizie, l’ascolto di una telefonata tra il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro titolare di un’inchiesta simile e il figlio Camillo, consulente di una delle società nel mirino, ha fatto precipitare la situazione.L’operazione è scattata e In manette è finito Angelo Balducci, il potentissimo, dai tempi del Giubileo, presidente del Consiglio superiore delle opere pubbliche, ingegnere civile, «soggetto attuatore» per le opere del G8 alla Maddalena fino a giugno 2008 (quando passò l’incarico per un’altra inchiesta che veniva da Napoli) e poi Commissario straordinario per i Mondiali di nuoto Roma ’09. Stessa sorte per Fabio De Santis, ex dirigente della Protezione Civile e successore di Balducci alla Maddalena. A Regina Coeli anche il costruttore Diego Anemone che ha fatto la parte del leone nel G8 e Mauro Della Giovampaola, coordinatore dell’Unità per la realizzazione delle opere per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, grande capitolo di spesa che a Firenze comprende la realizzazione dei Nuovi Uffizi e dell’Auditorium. Per tutti l’accusa è corruzione continuata in concorso.Per corruzione è indagato Guido Bertolaso, l’uomo che nelle ultime settimane ha provocato un incidente diplomatico con gli Stati Uniti («Haiti? Un disastro organizzativo, colpa degli USA») ma è stato poi nominato ministro sul campo dal premier bandito Berlusconi.L’inchiesta parte da Firenze ma riguarda anche la Sardegna e la Capitale e potrebbe avere un filone che porta a Napoli (inchiesta rifiuti). Dal 2001 la Protezione Civile ha inaugurato il sistema delle ordinanze in deroga. A tutto, ai regolamenti e ai controlli. Ordinanze che hanno gestito tutti i Grandi Eventi, da quelli sportivi a quelli spirituali, da quelli politici ai sanitari e la costruzione delle grandi opere. La «Bertolasocrazia» è stata ribattezzata, nemica e rivale della burocrazia cancro e freno del “paese del fare”. «Un sistema gelatinoso per una storia di ordinaria corruzione» scrive il gip Lupo nell’ordinanza di 120 pagine «reso possibile da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole di aggiudicazione degli appalti». La Bertolasocrazia non solo uccide un livello minimo di concorrenza di mercato ma offre anche il «cappello legale» ai più banali e antichi sistemi di corruzione: incarichi, consulenze, collaudi, mobili regalati, soggiorni in hotel, ristrutturazioni di immobili privati, case, telefonini. Una società di allestimenti fatturava nel 2001 un milione di euro, venti nel 2009. «Un livello di corruzione» dice a denti stretti uno degli investigatori «pari al livello delle persone coinvolte». Altissimo.La procura di Firenze, dove è indagato il fior fiore dell’imprenditoria locale, si è già spogliata dei filoni che riguardano Roma (Mondiali di nuoto), Sardegna, Umbria (aeroporto di Perugia).
È un’inchiesta solo all’inizio. Oppure, già finita.
Dice l’onorevole avvocato Ghedini: «Sarà tutto archiviato».
Ed i mafiosi continueranno ad occupare le più prestigiose poltrone del potere. Fino a quando?
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