Se non parliamo del Kurdistan non possiamo capire l’arresto su richiesta di estradizione della Turchia, di Alì Orgen. Il Kurdistan è un paese negato al suo popolo dall’Iraq, Iran, Siria e dalla Turchia che ne occupano le terre, eppure il Kurdistan ha una sua cultura, una sua lingua, suoi confini, oltre al suo popolo. Ogni giorno la Turchia incarcera, tortura, uccide, usando anche armi chimiche, per reprimere tutte quelle persone che ne rivendicano l’indipendenza, e Alì Orgen è di Bismil, e lotta per una società nuova. In Turchia chiunque osa parlare in lingua curda è arrestato, ogni formazione politica che appoggi o rivendichi l’indipendenza del Kurdistan è bandita. Più volte Amnesty International ha denunciato questo stato di cose in Turchia, ma sempre i poteri forti e le politiche opportunistiche delle grandi lobby hanno zittito e minimizzato lo stato di cose.
Alì Orgen vive a Taranto dal 2003, ma l’amore per il suo paese non è mai morto. La sua storia comincia a complicarsi quando nel 1996 viene arrestato. Dopo tre anni di duro carcere, dove viene spesso torturato, viene condannato a morte, anche se non è accusato di nessun episodio delittuoso o fatto di sangue, ma solo per l’amore del suo paese. La condanna viene poi tramutata in ergastolo prima e in sei anni di reclusione dopo, in un seguirsi di processi farsa, senza mai un avvocato difensore. Nel momento della sentenza comunque ad Alì mancano solo pochi mesi residui di pena, e così gli vengono abbuonati.
A Taranto intanto Alì si rifà una vita nuova, si crea nuove relazioni sociali, si inserisce nel mondo del lavoro, apre un phone center, il primo a Taranto, per permettere a tutti gli stranieri di parlare con i loro cari nei paesi d’origine a prezzi modici, e quel phone center è diventato u punto di riferimento per tutti i migranti di Taranto. Ma nel 2005, per la riforma del codice penale turco, mentre Alì è a Taranto a lavorare, il processo viene riaperto e Alì viene condannato a scontare il residuo di pena.
Quest’anno, quando Alì è andato a rinnovare il permesso di soggiorno, per prima cosa gli è stato rifiutato, e per giunta è arrivata la richiesta di estradizione. Il 18 agosto Alì è stato arrestato e fino ad oggi è in cella di isolamento nel carcere di Taranto, in attesa di decisioni sull’estradizione, che è del tutto ingiustificata. Se dovesse essere estradato Alì rischia di finire nelle carceri turche, fra nuove torture, in condizioni disumane fino alla morte.
Alì non è un terrorista curdo, non è stato coinvolto nell’inchiesta sul terrorismo curdo in Italia, che tra l’altro si è conclusa con un nulla di fatto, e non si basa su questo la richiesta di estradizione. Alì è stata vittima nel 1996 ed è vittima oggi di leggi liberticide.
Chiediamo a tutti i partiti, associazioni, comitati, organizzazioni per i diritti sociali e singoli cittadini, di unirsi per chiedere l’immediata scarcerazione e impedire l’estradizione di Alì Orgen, cittadino curdo, cittadino del mondo.
giovedì 26 agosto 2010
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