Venezia e Siena sono i comuni capoluogo più ricchi d'Italia. I più poveri Agrigento ed Enna. I piu' indebitati risultano Torino e Milano. Mentre Palermo si presenta come la città in cui in assoluto si investe meno, con una spesa pari a 26 euro a cittadino.
In particolare, Venezia svetta in testa alla classifica delle entrate proprie grazie al contributo sui bilanci che arriva dal Casinò e dai tributi speciali. Su Torino, che e' la città con il maggiore indebitamento (3.450 euro pro-capite) pesa l'effetto Olimpiadi; a seguirla e' Milano che presenta un debito a cittadino di 2.938 euro. La meno indebitata Caltanisetta (42 euro a testa).
Guardando alle entrate tributarie pro capite nei comuni capoluogo italiani, la media risulta di 395 euro. Quanto ai passivi, invece, l'indebitamento medio per abitante e' pari in media a 1.207 euro. Mentre il valore delle spese correnti medie e' pari a 1.060 euro, con quelle per investimenti (in media 398 euro, con quasi tutto il sud al di sotto della cifra) che vedono Palermo all'ultimo posto.
In Puglia il Comune di Lecce è il secondo in Italia, tra i 110 capoluoghi di provincia, per entrate tributarie. Il comune salentino con 805 euro ad abitante è secondo soltanto a Venezia le cui casse però sono adeguatamente rimpinguate dagli introiti che provengono anche dall’attività del Casinò. Per entrate tributare altri due Comuni pugliesi sono al di sopra della media nazionale: Brindisi è al 24esimo posto con 473 euro, Bari al 39esimo con 419, poi Foggia con 371 e Andria con 282 euro.
Il quadro che emerge dal report vede una contrapposizione netta tra il nord e il sud del Paese. Nel settentrione ci sono più spese per gli investimenti e minor costi della politica. Pochi investimenti ed elevati costi per la politica, invece, si trovano nel Sud.
Per quanto riguarda i debiti è Lecce il Comune pugliese con il maggior tasso di indebitamento, con 1.491 euro ad abitante (quasi 330 euro in più della media nazionale). Seguono in graduatoria Foggia con 838 euro, Andria con 755, Brindisi con 609 e Bari con 522.
Al capitolo investimenti, i Comuni della Puglia rimangono attardati rispetto all’altra parte del Paese. È Brindisi il Comune pugliese più spendaccione, ma nonostante i 388 euro a cittadino presenta un dato inferiore alla media nazionale, che è di 398 euro. Tutti gli altri Comuni della Puglia si attardano tra la 58esima posizione di Bari (241 euro) e la 103 di Foggia (appena 82 euro ad abitante).
I costi della politica sono maggiori al Sud: Napoli, Reggio Calabria e Cosenza compongono il podio. Bari con 63 euro a cittadino risulta al quarto posto, Brindisi con 52 euro è in 11esima posizione e Lecce con 34 euro alla 36esima. Più virtuosi in Puglia sono i Comuni di Andria (26 euro) e Foggia (18).
A Brindisi per mantenere i politici ogni brindisino si scuce dalle tasche 52 euro all’anno. Solo in altre dieci città capoluogo d’Italia si paga alla politica uno scotto superiore. Negli altri cento Comuni invece, remunerare amministratori di qualunque rango o levatura, richiede ai contribuenti sforzi economici decisamente più contenuti. Il risultato è che nel Sud il politico costa al cittadino molto di più.
L’indagine del quotidiano finanziario, tuttavia, non si è limitata ad analizzare costi della politica e loro peso sulle tasche del cittadino. Diversi studi sono stati eseguiti per misurare il livello di “ricchezza” di ogni Comune, utilizzando come termometri l’entità delle entrate tributarie procapite, quelle extratributarie, le “proprie” e i debiti. Stimate anche le spese correnti, quelle per gli investimenti e per le spese del personale. Si scopre così che con 805 euro di tasse e imposte pagate da ogni cittadino al proprio municipio, Lecce è non solo la città più ricca della Puglia, ma dell’intero Centro Nord dopo Venezia. E Brindisi? Il capoluogo adriatico si piazza 24esimo, con 473 euro versati a testa dai suoi cittadini nelle casse comunali.
PERCHE’ QUI AL SUD SI STA MORENDO QUANDO I NOSTRI POLITICI SONO PIENI DI SOLDI? PERCHE’ QUESTA ASSURDA POLITICA LADRONA?
E a Villa Castelli? Intanto cresce la raccolta differenziata nei comuni dell’Ato Br/2
e la regione Puglia riduce l’ecotassa sui rifiuti conferiti in discarica.
Il Servizio regionale preposto ha determinato, con atto n.89 del 18 maggio ‘09, di fissare l’ecotassa per tutti e nove comuni a 10 € a tonnellata. La riduzione rispetto a quanto già si pagava non è di quelle che fanno molto clamore: considerando infatti una produzione annua di circa 70.000 t di rifiuti indifferenziati si avrà una riduzione di 70.000 € + IVA; ma la cifra diventa decisamente importante se si pensa a quanto i comuni risparmieranno rispetto a quello che sarebbe stato l’aumento da giugno pari a 5 € a tonnellata che, su base annua, ammonta a 350.000 € + IVA di mancato esborso e in questi tempi di crisi anche per l’erario non è cifra da trascurare.
Ma perchè allora a Villa Castelli, nonostante si risparmi, è stata aumentata la tassa sui rifiuti? Per pagare i "politici" che abbiamo in Comune?
mercoledì 28 aprile 2010
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