martedì 16 dicembre 2008

Progetto per cambiare l'Italia ... secondo me

Innanzitutto vi ringrazio perché forse non state perdendo tempo a leggere questo programma.

Io credo che chi deve governare deve essere aperto e trasparente con i cittadini sulle decisioni che bisogna affrontare per il nostro paese. Questo programma parla di proposte per sostenere le famiglie, così si vede chiaramente cosa propongo su questi problemi fondamentali.
Ma spero anche che questo programma vi inviti al dialogo dopo che lo avrete letto e che vi mettiate in contatto con me per portare avanti la nostra comune campagna politica e mi diate le vostre idee per portarle avanti. Voi cittadini potete riprendervi il governo­ nelle vostre mani, e vi invito a far sentire la vostra voce.
Voi sapete quello che è in pericolo in questo periodo, vedendo che non si arriva a fine mese, non si ha chiaro il futuro scolastico dei nostri figli, non riusciamo più a fare benzina, che il prezzo del petrolio è cambiato, anzi si è dimezzato, ma non così si è dimezzato il costo dell’energia che paghiamo nelle nostre bollette, non siamo sicuri di poter avere l’assistenza sanitaria, che è stata già drasticamente ridotta da questo governo di centrodestra.
Questo è un importante momento nella nostra storia. Il sogno di democrazia per il quale molte generazioni hanno lottato per tanti anni se ne sta andando lentamente via. Il sogno di libertà, eguaglianza, giustizia, solidarietà, diritti civili, sta morendo sotto la dittatura o monarchia, come la definisce lo stesso Tremonti, ministro di questo governo di centrodestra miope ai bisogni del sud e degli operai tutti, a favore solo delle grandi aziende. Noi non abbiamo mai pagato in passato per l’assistenza sanitaria o cura dei bambini o per studiare. Oggi invece è così e il centrodestra tende a far diventare privata tutta la scuola e la sanità. Cioè chi ha soldi può permettersi di studiare e di vivere, chi non li ha, può rimanere ignorante ed anche crepare. Oggi è anche più duro andare in pensione e vivere di sola pensione. Eppure è solo grazie a noi, noi che lavoriamo, quando ce lo permettono, a 1.000 euro al mese, se queste persone sono più potenti e sopra la giustizia.
La maggior parte di noi ha perso la fiducia che i nostri politici faranno qualcosa per noi.
Ma è proprio a causa dei loro fallimenti, che vediamo nei telegiornali di tutto il mondo con la più grossa crisi economica dal 1930 ad oggi, che questo sfida è anche il momento dell'opportunità. Noi abbiamo l'opportunità di cambiare insieme il paese in una nuova maggioranza e finalmente affrontare i problemi che il Popolo delle libertà è riuscito a farci ignorare per troppo tempo. Ci vuole più equità di diritti, più chiarezza e meno conflitti di interessi. Ecco perché le forze di centrodestra non vinceranno queste elezioni.
Dobbiamo dare risposte ai cittadini, promuovendo una società basata su valori di eguaglianza, solidarietà, libertà, giustizia e progresso. Per ottenere questo intendiamo promuovere una grande riforma istituzionale che avrà come obiettivi principali quello di snellire le leggi, migliorare la funzionalità, abbattere il clientelismo e l’assistenzialismo, basi della mafia e della politica occulta, e infine rendere meno costosa e più efficiente la pubblica amministrazione.
Il governo Berlusconi ha creato la più grande frattura nella vita delle persone, aumentando la ricchezza dei ricchi ed impoverendo sempre più la classe media, quella classe fatta di impiegati, operai, agricoltori, poliziotti etc., che è sempre stata il motore produttivo del paese. Noi insieme vogliamo offrire questo cambio al paese, cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Noi ci battiamo per dire agli attuali politici che i loro giorni di sprechi, di auto blu e privilegi, sono finiti. Noi vogliamo fermare l'oltraggio di vedere 5 milioni di italiani senza assistenza sanitaria e senza sapere che fine fanno. Noi vogliamo dire basta alla dipendenza dal petrolio per avere energia, e vogliamo salvare il pianeta dall’inquinamento, utilizzando le energie alternative, come i pannelli solari, il sistema eolico che oltre a farci vivere meglio, ci possono dare grossi risparmi economici e posti di lavoro.
La nostra nazione è tra le più benestanti del mondo, ma questo non ci fa ricchi. Invece, è quel sentirci italiani, con il nostro patrimonio storico, artistico, culturale, che ci spinge anche quando il percorso è duro; questo ci lega insieme nonostante le nostre differenze di cultura, pensiero, vedute.
Il nostro momento è ora, ma non vogliamo vedere 2 Italie divise, noi vogliamo governare per tutti gli italiani. Ed è per questo che vogliamo sempre il vostro parere, perché dobbiamo accettare tutte le critiche per crescere insieme. Noi abbiamo il sogno di vedere progredire tutti, di riportare l’Italia fuori dalla crisi mondiale del Liberismo e del Capitalismo sfrenato.
Grazie quindi per leggere questo programma, che faremo crescere insieme in modo chiaro e partecipato, e realizzeremo i punti che più interessano gli italiani. Io spero che guardate questo programma, che guardate le idee degli altri che hanno scelto di fare la nostra stessa strada, e ci farete sapere quello che pensate. Insieme, noi possiamo cambiare L’Italia. Sinceramente,
Ci sono persone che dicono si stava meglio 30-40 anni fa, e chiedono se si può, ma è impossibile fermare la globalizzazione, ma ci possiamo sforzare di stare e fare meglio.
Piuttosto che avere paura del futuro, noi dobbiamo abbracciarlo. Ed io so di sicuro che più di qualsiasi altra cosa, il successo non dipenderà solo dal nostro governo, ma dal nostro dinamismo, dalla determinazione­ e dalla nostra innovazione.

IL PIANO PER FORTIFICARE L'ECONOMIA
• Provvedere ad uno sgravio di imposta significativo e permanente per le famiglie.
• Proteggere la proprietà della casa.
• Fare investimenti strategici in energie rinnovabili per dare nuovi lavori.
• Combattere ed ottenere accordi commerciali equi e solidali.
• Lotta all’evasione e confisca dei beni alle mafie e a chi non ha pagato il condono.
• Supportare le famiglie che lavorano e fortificare i diritti civili e del lavoro.

IL PROBLEMA
I salari sono insufficienti per dare reddito alle famiglie di lavoratori che, nelle case dove lavorano entrambi i genitori, in media riscuotono 1.800 euro mensili, insufficienti a mandare avanti una famiglia, e a malapena bastano per una sola persona. I costi delle necessità di base stanno aumentando, come i beni di prima necessità, ad esempio il pane e la pasta. Il costo dell’istruzione universitaria in media è cresciuta del 35% in questi ultimi cinque anni. Le persone senza assistenza sanitaria gratuita sono raddoppiate negli ultimi otto anni. E la percentuale di risparmi personali ora è la più bassa dal 1930.
Invece di tassare in maniera sempre più profonda la classe mediobassa, come ama fare Berlusconi ed il suo governo di centrodestra, noi abbiamo bisogno, intanto, almeno di tassare in egual misura la classe medioalta, ed il guadagno per le casse dello stato sarebbe quasi 160 volte più grande che quello ricevuto dal reddito medio degli italiani. Ci pensate? Questo governo ha fatto sì raddoppiare i guadagni delle aziende italiane, infatti l’esportazione è aumentata del 35%, ma questo non è avvenuto contemporaneamente ad un aumento della occupazione, anzi i lavori part-time e precari hanno indebolito e di tanto il potere di acquisto dell’italiano medio.
Nello stesso tempo, questo governo ha tagliato drasticamente i fondi rifiutato su assistenza sanitaria, istruzione e sicurezza. In questa maniera ne ha tratto profitto solo la borghesia e la classe industriale. Basti pensare che per aiutare a decollare la sola nuova Alitalia, la CAI, il governo ha stanziato il doppio di quello che ha stanziato per far la carità ad otto milioni di persone a regime di povertà, con l’offerta della social card e del piano anticipi allegato.
Ci troviamo in una crisi che sta abbassando i costi del petrolio e dell’energia, ma sta alzando i prezzi del cibo e dei beni di prima necessità. Proponiamo un piano di emergenza economica per far ripartire l'economia, diviso in due parti. Questo piano economico deve essere un nostro investimento e deve essere la lunga portata, progettando di ripristinare la normale tassazione quando, investendo in infrastrutture ed energia pulita, allevieremo la corsa verso la crescita.
Proponiamo di offrire un rimborso dell'energia di 1.000 euro per le persone con reddito inferiore a 25.000 euro all’anno e di 500 euro per le persone che arrivano a 35.000 euro all’anno.
Per avere questi soldi, vogliamo decretare una tassa sugli utili di pubblicità non reinvestiti e sulle royalty nella pubblicità, delle più grandi aziende italiane con utili superiori a 500 milioni di euro, per dare alle ­ famiglie italiane­ un rimborso di energia immediato di 1.000 euro, così da aiutarle a pagare i conti urgenti. Servono miliardi di euro subito per far voltare pagina alla nostra economia ed impedire a più di 500.000 persone di perdere il loro lavoro.
Dal ripristino della lotta all’evasione fiscale recupereremo 6.000 miliardi di euro, e 2.000 miliardi si recuperano con la confisca dei beni a chi ha fatto domanda di condono, ma non lo ha pagato.
Due di questi miliardi di euro serviranno a prevenire tagli alla salute, istruzione e sicurezza. Due miliardi di euro servono per le strade pubbliche; si dovrà studiare per prevenire e ridurre la manutenzione della strada. Un miliardo di euro servirà come fondo per progetti nuovi. Tutto per salvare più di 500.000 lavori in pericolo di essere tagliato.
Occorre offrire un sgravio di imposta alle famiglie di lavoratori: il 95% dei lavoratori ha bisogno di avere uno sgravio di imposta. Creeremo un taglio delle tasse per ogni lavoratore. La tassa tagliata eliminerà in parte imposte sul reddito per 10 milioni di italiani. In questo periodo di recessione è il momento meno pesante per sgraviare le tasse e percepire di più in busta paga. Basta abbassare l’aliquota IVA.
Una proposta è creare un credito delle opportunità: costituiremo l'università per tutti gli italiani. Questo credito, completamente risarcibile, offrirà 1.000 euro per anno di istruzione universitaria. Coprirà 2/3 del costo di istruzione all'università pubblica. I destinatari di questo credito saranno costretti a condurre 100 ore di servizio pubblico all’anno, o durante l'anno di scuola o durante il corso dei mesi di estate. Così ci si potrà pagarsi gli studi e il governo avrà il lavoro stagionale di cui ha bisogno.
Un’altra proposta è sulle tasse da pagare per chi ha superato i 50 anni e lavora già da 20 anni nello stesso posto, saranno tagliate per gli stipendi che non superano 25.000 euro all’anno. Questa proposta eliminerà parte delle imposte sul reddito per 7 milioni di anziani e fornirà un risparmio medio di 1.000 euro ogni anno. Questo si può fare perché le persone oltre i 50 anni non avranno bisogno di archiviare le dichiarazioni dei redditi degli anni futuri, e questo farà risparmiare anche perché eliminerà chi controlla e prepara le tasse, mentre darà luogo ad anche più grandi risparmi.
Altra proposta è semplificare le dichiarazioni dei redditi così che milioni di italiani saranno capaci di fare la dichiarazione in meno di cinque minuti. Dicono gli esperti che hanno valutato questa proposta che farà risparmiare 20 milioni di ore totali di lavoro con lo sgravio sulle tasse da pagare di 1.000 miliardi di euro.
Proteggere e rinegoziare i mutui, difendere la proprietà casa. Assicurare agli italiani l'assistenza del governo di cui hanno bisogno per poter avere ancora potere di acquisto o tenere la loro propria casa o dando la possibilità di rinegoziare i mutui, controllando e multando gravemente le banche che abusano o che non rinegoziano i mutui. Questo offrirà sollievo diretto a molti proprietari che stanno lottando per mantenere i loro pagamenti di ipoteca.
Attraversando la rete dei trasporti e le infrastrutture nazionali, vediamo subito quanto è importante per l’Italia ricostruire le sue ­infrastrutture di trasporto nazionale, come strade pubbliche, ponti, porti, ferrovie, aeroporti, fortificare la ­ sicurezza degli utenti, sostenere la nostra competitività a lungo termine ed assicurare la continua crescita della nostra economia. Investire in infrastrutture nazionali è importante per sostenere la nostra sicurezza interna, per contrastare la delinquenza ed evitare minacce di catastrofe naturale.
In tecnologia e innovazione bisogna aumentare l’appoggio del governo per la ricerca, la tecnologia e l'innovazione nelle società ­ e nelle università così che l’Italia può contare nel mondo della ricerca mondiale, come merita, visti i suoi tanti talenti, che ora portano soldi, fama e guadagni all’estero, e che così arricchiranno l’Italia, economicamente ed in prestigio internazionale, nel creare nuovi lavori avanzati e nuovi prodotti.
Investire nelle scienze vuol dire raddoppiare l’apporto del governo per la ricerca di base, cosa che per più di 10 anni questi governi passati non hanno fatto, amministrazioni di anti-scienza come mai nella storia italiana. Questo allevierà l'innovazione ed assicurerà che potremo lavorare e crescere nel 21° secolo, perché nel futuro i maggiori guadagni arriveranno dalla ricerca e dalle nuove tecnologie.
Sostenere le piccole e medie aziende. Eliminare le tasse di utili da capitale a chi apre una piccola azienda, per incoraggiare l’innovazione e la creazione di lavoro. Sosterremo anche le piccole aziende già formate offrendo un sgravio fiscale di 500 euro per ogni dipendente assunto, così da abbassare ulteriormente la disoccupazione.
Offrire assistenza sanitaria a costi più bassi proponendo un’assicurazione contro le malattie ai loro impiegati. Lo Stato offrirà un credito risarcibile pari al 50% dei premi pagati dalle società in favore dei loro impiegati. Per avere il credito, le piccole società dovranno proporre un piano di salute di qualità a tutti i loro impiegati, e questo copre un'azione significativa ­ del costo di premi di salute di impiegato ed evita allo stato i costi di informazione.
Creare incubatori che sosterranno l’imprenditorialità e la crescita di lavoro di cui si ha bisogno: le aziende incubatrici di affari facilitano il lavoro critico degli imprenditori nel creare, cominciare a mettere su una società. Controlleremo che i Fondi Comuni Europei siano usati sempre totalmente e non rimandati indietro come fino ad ora con gravissime perdite per la nostra economia.
Bisognerà lottare per avere un lavoro con equiparati redditi: lotteremo per sostenere i buoni lavori, come i metalmeccanici, gli operai edili, i carpentieri, gli agricoltori, gli allevatori, e tutti quei lavori che hanno resa ricca l’Italia. Useremo accordi commerciali per diffondere il buon lavoro e standard ambientali in tutta Italia, senza distinzioni nord-sud, sviluppando nuovi settori, da aggiungere a quelli già bene avviati come la moda, il mercato automobilistico, il tessile e il manifatturiero, aumentando la cultura della sana alimentazione, aumentando l’esportazione dei nostri prodotti agroalimentari.
Diminuire i rapporti con la Cina: perché non risponde ai canoni di corretta e legale importazione di prodotti, spesso nocivi per la salute, e distrugge la nostra valuta­, togliendo posti di lavoro e favorendo l’inserimento delle mafie orientali Negozieremo accordi commerciali solo se trarranno profitto i lavoratori italiani, e se gli scambi saranno proficui per entrambi e paritari.
Occorre assicurare la libertà per sindacalizzare: i lavoratori devono avere la libertà di scegliere se congiungersi in un'unione senza essere intimiditi dai loro datori di lavoro, bisogna assicurare che i lavoratori possano esercitare il loro diritto per organizzarsi.
Proteggere i lavoratori precari: sostenere il diritto dei lavoratori precari per contrattare collettivamente e scioperare se necessario. Lavoreremo per proibire la sostituzione di lavoratori precari, così lavoratori possono difendersi senza preoccuparsi di perdere il lavoro.

PIANO TRASPARENZA
Bisognerà essere più trasparenti con tutti i cittadini. Creeremo un database in internet con tutte, le commissioni, le leggi, i decreti, insomma l’archiviazione di tutto il lavoro che svolge il governo.
Sapremo così come vengono spesi i nostri soldi, come vengono presi e dove vanno, e sarà possibile fare il download di tutto. Chi si registrerà potrà votare per le prossime elezioni da casa, con gran risparmio di energia e carta.
Non firmerà questa amministrazione leggi senza dare conto agli italiani, daremo l'opportunità per fare commenti o dare indicazioni e suggerimenti sul sito del Governo per cinque giorni.
Metteremo in mostra il Welfare Sociale: creeremo un'agenzia che identifica i destinatari di sussidi sociali e valuta l'efficacia di questi sussidi nel promuovere crescita e opportunità.
Promuoveremo una istituzione etica morale, come autorità di rafforzamento forte con l'abilità di fare regolamentazioni vincolanti, e funzionerà con ispettori generale in tutte le agenzie per rafforzare la morale, minimizzare lo spreco ed assicurare che i nostri dipendenti statali non stanno usando i loro uffici anche per guadagno personale.
Bisogna creare una squadra di governo per migliorare i risultati dei programmi di governo mentre si deve eliminare spreco e inefficienza. Si deve assottigliare le file di diretti dipendenti del Parlamento, della Camera dei Deputati e del Senato, come direttori e co-direttori, segretari di 1°, 2°, 3° livello, troppi, mentre occorre liberare risorse per ridurre il deficit e per aumentare il numero di lavoratori sulle strade. Cercheremo di eliminare programmi statali che non danno l’utilità pubblica richiesta. Ridurremo il numero di imprenditori, salvando 10 miliardi di euro all’anno.

PIANO PER L’ASSISTENZA SANITARIA
Abbattere il costo di assistenza sanitaria e renderla gratuita per una famiglia tipica che percepisce meno di 25.000 euro annuali. Approvare un piano di riforma di assistenza sanitaria economica, accessibile a tutti.

IL PROBLEMA
Milioni di italiani non ricevono assistenza sanitaria gratuita, a causa del costo dei medici e dei medicinali. Il costo dell’assistenza sanitaria è raddoppiato negli ultimi otto anni.
Troppo poco si è speso per prevenire e gli ospedali pubblici affrontano problemi nuovi come l’obesità e le malattie croniche così come nuove minacce di influenze. Nonostante questo meno di 5 centesimi di euro sono investiti su prevenzione e salute pubblica.

IL PIANO
• Fare un investimento di 5.000 miliardi di euro in informazione sulla salute, tecnologia, sistemi elettronici per ridurre errori, e salvare vite e soldi.
• Ridurre i costi di malattie catastrofiche per le aziende ed i loro impiegati rimborsando le aziende per una parte dei costi se i risparmi fossero usati per abbassare le tasse dei lavoratori.
• Fortificare leggi anti-trust per impedire di aumentare i costi a causa di finti danni o falsi invalidi, etc. da pagare.
• L'obesità è un'epidemia che sta avendo un impatto sulla salute di milioni di persone, specialmente bambini, ed uno su tre vive una condizione cronica. Se noi mettessimo più fondi di assistenza sanitaria per la prevenzione, potremmo risparmiare milioni di euro e potremmo migliorare la vita di milioni di persone. Richiederemo che tutto il governo sostenga l’assistenza sanitaria e progetti di coprire questi servizi, e sosterremo sforzi per promuovere abitudini sane, modi di vivere, ed ambienti ecocompatibili.

PIANO PER PRESERVARE LA VITA SOCIOECONOMICA DEI PENSIONATI
Sappiamo come i i nostri nonni hanno avuto vita dura per difendere e portare avanti il nostro paese, hanno insegnato ai nostri bambini, e hanno accresciuto la nostra economia. Loro hanno onorato la loro vita con il lavoro. Assicureremo a tutti i lavoratori l’accesso al pensionamento.

IL PROBLEMA
Il pensionamento sta diventando insicuro: i risparmi dell’INPS sono vicini un minimo storico ed a 7 milioni di italiani che lavorano mancano piani di pensionamento basati.

IL PIANO
Non crediamo sia giusto per i lavoratori anziani di elevare l'età di pensionamento a 65 anni.
Chiederemo a quelli che guadagnano più di 250.000 euro di offrire un po' di più per la Pensione Sociale. Non crediamo sia così catastrofico per chi guadagna più di 250.000 euro, pagare il 2,4% di tasse in più, tra l’altro deducibili dalle spese.
Occorre fortificare il risparmio dei pensionati. Riformare le leggi per proteggere i lavoratori: le leggi correnti proteggono le banche e non i lavoratori. Proteggeremo le pensioni, assicureremo che i tribunali fallimentari non esigono più sacrifici dai lavoratori e che i dirigenti d'azienda paghino i loro esatti debiti.
Richiederemo la piena rivelazione degli investimenti dell’INPS o azienda pensionistica: assicureremo che tutti gli impiegati che maturano la pensione dalle società ricevono rivelazioni annuali e particolareggiate sugli investimenti del loro fondo pensioni, cosa che l’INPS ha cominciato a fare. Questo offrirà informazioni per fare il fondo pensioni più sicuro.
Eliminando ogni tassazione di reddito ad anziani che guadagnano meno di 25.000 euro all’anno, ci sarà un immediato taglio di costi per 140.000 - 400.000 anziani, e si risparmieranno milioni di euro dal carico di archiviazione della dichiarazione dei redditi.
Si dovranno espandere incentivi dei risparmi sul pensionamento per le famiglie: assicureremo incentivi di risparmi ­a tutti i lavoratori creando più interesse per chi unisce la propria pensione.
Creeremo pensioni di lavoro automatiche: iscriveremo automaticamente i lavoratori in un piano di pensione da lavoro. Sotto il piano, i datori di lavoro che non offrono un piano di pensionamento saranno costretti ad iscrivere i loro impiegati ad un diretto conto deposito che è compatibile con i sistemi di libro paga. Gli impiegati potranno optare se accettare quello che le loro aziende scelgono o mantenere il piano statale, così le aziende dovranno rispettare il contratto nazionale del lavoro sottoscritto. Stima di esperti di questo programma dicono che aumenterà la percentuale di partecipazione al risparmio per minimo il 15% dei lavoratori di medio-reddito fino a circa l’80%.
Prevenire discriminazioni sull’età e sull’invecchiamento degli impiegati. Offrire assistenza sanitaria economica per gli anziani. Offrire prescrizione di medicine più convenienti: I nostri anziani pagano prezzi alti per medicine di marca. Abbassare i costi di medicina.
La più grande minaccia al nostro futuro fiscale è il fatto che il sistema salute costa moltissimo, in ambo i settori pubblici e privati, e sta crescendo rapidamente. Mentre è difficile trattare con la minaccia fiscale si può semplicemente creare un sistema di salute di seconda classe, offrendo medicinali non di marca, ma con gli stessi principi attivi, così da non essere schiavi delle grosse holding farmaceutiche.
Dovremo offrire trasparenza e controlli approfonditi: molti anziani sono iscritti all’ASL come lavoratori, e sono in pensione, oppure risultano vivi, e purtroppo sono morti, o sono iscritti a più medici, etc.,.
Questo malcostume o questi errori burocratici costano molto allo stato per i guadagni di pochi addetti alla sanità che speculano sulla nostra salute, mandando avanti cliniche killer come a Milano, etc.. Costringeremo i comuni e le aziende sanitarie a spedire un pieno elenco delle medicine e l’elenco dei beneficiari della assistenza. Desideriamo proteggere i nostri anziani e le loro famiglie. Loro devono avere migliori cure, incluso l’addestramento di balie e operatori di assistenza sanitaria.
Dobbiamo assicurare energia. Espanderemo gli aiuti per i redditi bassi con un programma che aiuterà i cittadini a basso reddito, molti di loro anziani, a pagarsi il loro inverno caldo.
Sostenere gli aiuti spontanei degli anziani: i pensionati hanno una grande abilità e conoscenza per contribuire ­agli sforzi di servizio pubblico, pagandosi di fatto l’energia ricevuta.

PIANO PER L’ ISTRUZIONE
Migliorare le nostre scuole assicurando insegnanti qualificati. Miglioreremo i compensi agli insegnanti competenti, assunti per assumere compiti difficili,­ e gli insegnanti di pubblica utilità riusciranno a stare tranquilli. Investiremo in strategie di intervento per le scuole di recupero in estate, che darà opportunità di lavoro agli insegnanti precari.

IL PROBLEMA
Un terzo di diplomati non segue l'università. I costi universitari sono cresciuti quasi del 40% in questi cinque anni. E tra il 2001 ed il 2008, 250.000 studenti qualificati non hanno potuto andare all'università perché non possono permetterselo.

IL PIANO
Sostenere scuole di alta qualità e chiudere quelle che costano molto e rendono poco.
Fare delle materie matematiche e scientifiche una istruzione prioritaria. Espandere le possibilità di doposcuola di qualità. Raddoppiare l’apporto del governo per un programma di doposcuola. Sostenere la conoscenza delle lingue e del computer.
Prepareremo Borse di studio che copriranno due anni di istruzione agli insegnanti laureandi.
Progettare di sostenere i nostri insegnanti, espandendo programmi di approfondimento.

PIANO PER UN ENERGIA FUTURA PULITA
Ridurre la dipendenza sul consumo di petrolio. Creare 500.000 lavoratori dall’energia verde: investire 15.000 miliardi di euro in dieci anni per promuovere le tecnologie pulite, proteggere la nostra base esistente e creare lavori nuovi.

IL PROBLEMA
Il petrolio ci costa oltre 800 miliardi di euro all’anno. Intanto c’è il cambio del clima, i ghiacciai si stanno sciogliendo; gli iceberg stanno restringendosi; gli alberi stanno fiorendo prima; più persone stanno morendo per il caldo; la specie animale sta emigrando, e molti saranno estinti.

IL PIANO
Rinegoziare il costo del petrolio al barile, con piani a scadenza decennali, fino al 2050 (considerando come prezzo valutativo di riferimento 60 dollari al barile), ridurre e detassare il costo del carburante per l’auto, eliminando aziende che speculano sul costo alla pompa.
Creare 100.000 auto ibride entro il 2015: questi veicoli possono arrivare a farci risparmiare rispetto al petrolio circa l’80%. Dovremmo lavorare per assicurare che queste auto siano costruite in Italia, invece di marche estere.
Stabilire un livello di carbone nazionale per ridurlo del 10% entro 2020 e del 30% entro il 2050..
Contrattare il prezzo del carburante: costringere le società di petrolio a ­ sviluppare ettari di terra, da adibire allo sviluppo delle energie alternative. Promuovere la produzione nazionale di Petrolio e Gas naturale. Richiedere che il 10% della nostra energia venga da fonti rinnovabili entro 2012.

PIANO PER RIPRISTINARE DISCIPLINA FISCALE
Ripristinare la disciplina fiscale: Tagliare i diritti su chi esporta nei Paradisi fiscali, fermando l'uso di paradisi fiscali. Abrogare i tagli alle tasse dei ricchi, come ha voluto il governo Berlusconi, e mai risolto da altri governi.

IL PROBLEMA
Il debito del governo è aumentato da 57 miliardi a 88 miliardi, un aumento di più di 50 percento.
Detassare i ricchi, in modo irresponsabile come ha fatto il governo Berlusconi, costerà alla nazione più di 23 miliardi fino al 2012.

PIANO
Proteggere le famiglie di classe povere e medie. Assicurare offerta competitiva. aumentare l'efficienza di ­ programmi statali attraverso l’uso della tecnologia, gestione più forte. Fine della spesa statale rovinosa: fermare ­ programmi rovinosi, che non hanno senso finanziario. Controllare anche la spesa rovinosa nel programma di assistenza sanitaria.

PIANO PER SOSTENERE LE COMUNITÀ RURALI
Assicurare alle nostre aziende agricole un programma di aiuti. Lotteremo per abilitare coltivatori ad avere accesso equo ai mercati, controllare le produzione, e avere prezzi equi per i loro beni.
Aiutare i coltivatori a continuare e sviluppare le loro abitudini sull'economia di energia rinnovabile e raccoglieremo più energia dalle nostre stesse fattorie.
Lotteremo per espandere l’accesso ad internet ad alta velocità. Questo migliorerà le zone rurali ed attirerà più turismo, più conoscenza del territorio, più opportunità di crescere.

IL PROBLEMA
I coltivatori stanno soffrendo perché la filiera alimentare taglia all’origine e non al centro, per trovare prezzi equi per i loro prodotti e competere sul mercato aperto.

PIANO
Promuovere sistemi di cibo regionali. Incoraggiare i giovani a divenire coltivatori: stabilire un programma nuovo per identificare ed addestrare la prossima generazione di coltivatori. Offrire anche incentivi fiscali più facili ai coltivatori nuovi per permettersi la loro prima fattoria.
Sostenere il piccolo sviluppo di mercati: offrire capitale per le aziende agricole che vogliono creare valore aggiunto, come iniziative di marketing e cooperative. Assicurare che gli agricoltori hanno accesso ad una comunicazioni moderna. Promuovere in energia rinnovabile: questo trasformerà l'economia, specialmente nel sud Italia, che è bilanciato per produrre e raffinare biomasse, compostaggi, ed è provvisto di più potere di vento, e creerà milioni di lavori nuovi.

PIANO PER L'IMMIGRAZIONE
Riformare il nostro sistema di immigrazione. Noi abbiamo bisogno di­ rafforzare i controlli sul confine ed anche di lavorare, noi dobbiamo rispondere anche a questo. Dobbiamo attrarre lavoratori stranieri con le pecularietà di cui la nostra economia ha bisogno. No ad una immigrazione selvaggia, ma partecipata.


IL PROBLEMA
Gli immigrati non documentati nel paese sono aumentati del 40% dal 2000. Ogni anno, più di 3.000 persone vengono illegalmente o illegalmente rimangono oltre i loro visti.
La Burocrazia di immigrazione è sommersa, mentre costringe immigranti legali ad aspettare anni le domande per unioni familiari.

PIANO
Migliorare la nostra immigrazione e aumentare il numero di immigranti legali per tenere insieme famiglie e soddisfare la richiesta per lavori che datori di lavoro non possono riempire.

PIANO PER COMBATTERE POVERTÀ
Poveri sono quasi il 37% degli italiani. La maggior parte che vive di lavori miseri e di povertà, non può permettersi di fare risparmi. Le famiglie sono sotto la linea di povertà a causa del salario minimo non competitivo. Bisogna dare un prezzo minimo per un’ora di lavoro di 9,50 euro all’ora.

IL PROBLEMA
Espandere accesso ai lavori. Creare un programma per dare direttamente alla gioventù svantaggiata opportunità nelle energie rinnovabili, offrendo anche in questo importante campo possibilità di carriera e alta crescita.

PIANO:
Lavoreremo per assicurare agli italiani a basso reddito ­il diritto al trasporto ai loro posti di lavoro.
Ridurre la recidività delittuosa offrendo agli ex detenuti: lavoro, addestramento contro l'abuso di alcool e sostanze stupefacenti, e consigliare programma sociopsicologico.­ Creeremo anche carceri-cantieri con un programma incoraggiante e ridurremo così le barriere al lavoro.
Aumentare il salario minimo a 9.50 euro e aumentarlo insieme all’inflazione, con una scalamobile.

PIANO PER LE PARI OPPORTUNITA’
Oggi paghiamo ancora l’iniquità che per ogni 1.000 euro che guadagna un uomo, la donna media ne guadagna 77 centesimi, mentre coloro della comunità europea solo 67 centesimi, e gli africani solo 57 centesimi. I crimini da odio sono aumentati molto negli ultimi 2 anni, quasi dell’8%. Questo governo continua a sopprimere il voto elettorale a chi lavora in Italia e paga qui le tasse, e li paga anche poco e sono senza diritti civili. Solo sfruttati.

IL PROBLEMA
Il problema che questa visione porta, è che aumenta l’odio e la violenza, non favorisce l’inserimento, e favorisce la formazione di emarginati affamati e pericolosi, favorisce la violenza sulle donne, le discriminazioni. E tutto questo lo paghiamo noi, le carceri occupate all’80% da extracomunitari, l’80% di pratiche legali riguardano violenze o extracomunitari, e noi rimaniamo senza giustizia reale, gli incidenti stradali, le morti, le violenze sessuali le paghiamo noi. Le disparità continuano ad affliggere la giustizia.

IL PIANO
Bisogna fortificare i diritti civili e invertire il metodo usato dal governo delle destre sulla giustizia.
Innanzitutto bisogna decretare la legge sul conflitto di interessi, che ha favorito la nascita delle dittature mediali, contro la pluralità di giudizio e non riconoscendo le minoranze di pensiero. Chi ci deve governare non può avere nessun interesse privato che possa contrastare con la normale consultazione politica, e non consultazione di potere economico. Bisogna combattere la discriminazione sui lavoro, nella vita, nel sociale. Bisogna assicurare che le donne ricevono uguale paga per lavoro uguale. Bisogna davvero combattere per dare pari diritti alle donne e agli uomini, come agli immigrati. Bisogna criminalizzare maggiormente i crimini di odio razziale e violenza sessuale.
Dobbiamo ridurre la recidività delittuosa offrendo, dopo aver scontato la pena, un lavoro che addestri, insegni, così che possiamo reintegrarli con successo in società. Creeremo anche prigioni con un programma di lavoro incoraggiante per migliorare la qualità del lavoro una volta reinseriti.

POLITICA ESTERA
Sfide che variano dal terrorismo alle malattie, armi nucleari e cambio di clima, economia in crisi e fame nel mondo, noi non possiamo fare progresso solo se possiamo ridisegnare un appoggio internazionale e forte.
Espandere la nostra presenza diplomatica e farne una priorità. Lotta alla povertà globale e abbracciare la politica di tagliare la povertà estrema in tutto il mondo entro 2015, e raddoppierà la nostra assistenza per realizzare quella meta. Aiuteremo gli stati più deboli del mondo a costruire comunità sane e colte, ridurremo la povertà, svilupperemo mercati, e genereremo ricchezza. Per noi gli scambi, specialmente nel mediterraneo, devono tornare ad essere prioritari per la nostra ricchezza.

L'Africa
Bisogna lottare e concentrare l'attenzione dell'Italia sulle sfide che affronta l’Africa fermando il genocidio in Darfur, promuovendo la stabilità nel Congo e mobilitare la pressione internazionale per i problemi in Zimbabwe e Congo, lottando contro la corruzione in Kenia, sviluppando una strategia per stabilizzare la Somalia. Bisogna agire uniti all’ONU sulla sfida della istruzione, ­ riduzione della povertà, malattia, fortificando istituzioni democratiche e sviluppando economica sostenibile che sproni l’Africa.

L'Asia
La prosperità nel 21* secolo si concentrerà ­ sui meccanismi di sviluppo dell’Asia e occorre afferrare sfide condivise. Noi abbiamo un'opportunità di approfondire ed allargare la cooperazione per chiarire sfide globali in tema di clima e lotta alla povertà cronica.
Bisogna fortificare lo scambio culturale ed economico con l'India perché una grande democrazia come la nostra ed un potere economico e crescente come l’India sono naturali partner strategici. L'India è tra l’altro aperta a discutere di cooperazione ed energia alternativa, favorendo scambi commerciali, già molto in atto, con successo, tra l’altro.

Grazie per l’attenzione, attendo vostri pareri e considerazioni. Insieme possiamo vincere.

Pino Ciraci

sabato 22 novembre 2008

SANDRO CURZI E’ MORTO, MA RIMANE VIVO NEI NOSTRI CUORI

CI HA LASCIATO L’ULTIMO DEI VERI GIORNALISTI

Sandro Curzi è morto questa mattina a Roma a 78 anni. Militante del Partito comunista, poi di Rifondazione, Curzi è stato il miglior giornalista comunista degli ultimi 50 anni.“Figlio” di Enrico Berlinguer ha ricostruito il PCI in Italia, con la sua vita fedele e senza rigidità.
Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei giornali, dal primo articolo, sull'Unità "clandestina" fino alla vice direzione di Paese Sera, alla direzione del Tg3.
Negli anni '60 collabora fra l'altro alla crescita della radio 'Oggi in Italia' che trasmetteva da Praga ed era seguita in Europa da emigranti italiani. Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes.Diventa direttore del Tg3 nel 1987 dando a quel telegiornale una impronta veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana. Il Tg3 cresce in spettatori e autorevolezza fino ai 3 milioni del 1991. Tra le sue esperienze va ricordata nel '94 la pubblicazione del libro 'Il compagno scomodo' e nel '95 una curiosa partecipazione al Festival di Sanremo dove canta nel gruppo 'La riserva indiana' eseguendo la canzone 'Troppo sole'.
E’ impossibile scrivere tutto quello che Sandro Curzi ha dato a tutte le voci alternative e inascoltate d’Italia, con i suoi insegnamenti, con la calma, l’ironia e la garbatezza dei grandi pensatori. Sempre convinto comunista ed ancora di più in questi ultimi periodi di crisi del capitalismo e del liberismo che sembrano dare risposta a quello che sempre ha detto su questo modo di fare politica, reazionaria, dittatoriale e senza umanità.
Sono triste, triste e sconcertato, per aver perso un esempio, un compagno, un amico, una persona grande in questa Italia oggi piccola piccola.
Grazie Sandro di tutto quello che hai fatto per noi, che sempre rimarrà nella storia e negli annali di chi crede nella democrazia partecipata e nel socialismo.
Grazie per averci insegnato a lottare sempre e sempre speranzosi con energia verso un futuro migliore che cercheremo di realizzare anche grazie a te, anche per te.
Ciao
Pino Ciraci

Taranto, ILVA, Diossina, Tumori, Morti

Dopo troppi anni di distrazione da parte dello stato e delle amministrazioni locali, le vicende relative all’Ilva hanno raggiunto le cronache nazionali.
Una recente proposta di legge della Puglia, portata avanti da Vendola, si propone di abbassare entro il 2010 il livello di produzione industriale di diossina dall’attuale “consentito” di 10 nanogrammi al metro cubo al limite di 0,4 nanogrammi (come da legge europea).
Per quanto sia già scandaloso che una regione italiana, per la tutela dei propri abitanti, è costretta a proporre una legge speciale per far rispettare ciò che è già legge a livello europeo, è ancora più deprimente il fatto che il Ministro dall’Ambiente Prestigiacomo affermi l’impossibilità di approvare la legge, per non mettere in condizione l’Ilva (responsabile dell’inquinamento) di “chiudere in 4 mesi“, riproponendo quelli che già da anni sono i fondamenti del ricatto occupazionale che incatena Taranto: perchè è cosa buona e giusta dare lavoro a 12.000 persone, pur assassinandone lentamente 200.000 da anni!
In maniera assurda il Ministro Prestigiacomo ha anche deciso di rimuovere i tecnici antidiossina dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) accusandoli di inefficienza. Dura, ma inascoltata, la replica di Vendola: “Il Ministro ha mentito e le sue parole ci confermano quanto questo governo sia inaffidabile sotto il profilo della tutela ambientale”. Secondo il pensiero liberale di Berlusconi, bisogna dare potere e soldi agli imprenditori, e fame e morte ai poveri operai.
Ma a Taranto qualcosa si muove: l’ignoranza che anni fa regnava su queste tematica gradualmente sta facendo spazio all’informazione, ed i tarantini sempre più si sono accorti di avere in casa da anni uno dei problemi ambientali più gravi d’Europa coi mortificanti dati sull’inquinamento e sull’incidenza di malattie e morti annesse.
Ecco perché sempre più spuntano sui balconi di Taranto degli striscioni per far capire che di diossina si muore veramente e a Taranto se ne respira il 92% di quella immessa in tutta Italia!
Chiudere l'Ilva, o almeno l'acciaieria e la cokeria, da cui provengono gran parte delle emissioni inquinanti è la proposta del comitato Taranto Futura, promotore del referendum che potrebbe tenersi a giugno del 2009. L'aumento delle malattie e dei tumori in città, soprattutto fra i bambini, fa spavento. La storia del bambino tredicenne a cui è stato diagnosticato un cancro ‘da fumatore’ è simbolo della situazione di emergenza che vivono i tarantini. Lo sanno bene i medici, che ogni giorno lottano contro questa realtà e lo sa bene il dr. Mazza, primario di Ematologia dell’Ospedale di Taranto che ha diagnosticato al bambino l’adenocarcinoma del rinofaringe, una patologia riscontrata solitamente in adulti e anziani fumatori. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno dice: «Sono un medico. Mi sono laureato con una tesi sull'epidemia di cancro ai polmoni a Taranto. Ho fatto l'Assessore all'Ambiente. Come si può pensare che la questione non mi interessi?».
Infatti appena insediato il sindaco incontrò Riva e lo incalzò sull'uso dell'urea, sostanza che agisce positivamente sulla produzione di diossina. Per alcuni mesi Riva si è adeguato e per la prima volta in 40 anni abbiamo visto ridotta la diossina del 50%. Ora, a spiriti sopiti, il trattamento è stato sospeso. Analizzando un pezzo di formaggio della zona di Statte si è notato che supera per tre volte i livelli di diossina consentiti. Per cui il danno ha coinvolto anche le masserie e aziende agricole vicine al polo siderurgico. «Siamo lavoratori anche noi», spiegano i proprietari di una masseria di 40 ettari della zona. 1200 pecore saranno abbattute nel tarantino per contaminazione da diossina.
Ma è possibile cancellare il polo siderurgico più vasto d'Europa? L’inquinamento fa paura, ma parliamo di 12.000 dipendenti. L’economia di Taranto dipende dall'Ilva.
Per Vendola chiudere l'Ilva significa ignorare la lotta contro la povertà e il richiamo malavitoso che riguarda ogni giorno i tarantini.
Legambiente rilancia: «la partita da vincere è quella della certificazione Aia, l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ma la Prestigiacomo non la pensa così, come abbiamo visto.
L'Europa chiede entro marzo l’impegno a utilizzare le migliori tecnologie per ridurre i danni ambientali. Per la prima volta anche l'Ilva è obbligata a presentare una documentazione sull'adeguamento degli impianti. Ma sarà un documento falso, perché Riva per le sue statistiche controlla solo 8 acciaierie o cokerie su 278 dell’Ilva.
Intanto nel quartiere Tamburi, tutti hanno un parente, un amico, che è morto per tumore, ma chiudere l'Ilva sembra a molti una solo una favola, se non una bestemmia.
Bisogna respirare, ma bisogna pure mangiare.
E l’Ilva, l’impianto siderurgico più grande d’Europa, continua a produrre diossina e a far ammalare la gente e le regala il triste primato di città più inquinata del continente.
I dirigenti dello stabilimento continuano a sostenere che i dati in loro possesso parlano di diossina ampiamente nella norma e, soprattutto, di assenza di morti e malati direttamente riconducibili all’attività dell’azienda.
Dunque i malati di tumore, le facciate dei palazzi ricoperti di polvere rossa e l’acre odore, che non puoi non sentire quando arrivi a Taranto, secondo i dirigenti dell’Ilva non esistono.L’Ilva occupa circa 12.000 persone e rappresenta lo snodo dell’economia tarantina. Per contro la logica del profitto applicata da Riva ha fatto sì che la sicurezza ambientale fosse un elemento di secondario. E le amministrazioni locali e nazionali non hanno vigilato come dovevano. Il risultato è drammatico e allarmante.
L’associazione Peacelink ha diffuso i dati di un dossier con la graduatoria delle province più inquinate. La capolista indiscussa è Taranto. In particolar modo sono gli abitanti del quartiere Tamburi ad essere i più esposti: oltre ai fumi, anche alle polveri dei parchi minerali dell’Ilva, vere e proprie colline di minerale non coperte le cui polveri sottili si insinuano ovunque. Ovviamente il quartiere vanta il triste primato di patologie tumorali all’apparato respiratorio, con un’incidenza molto superiore al dato nazionale.
Intanto la città, fortemente provata tra le altre cose dal dissesto finanziario provocato dalla gestione del Popolo delle libertà, prova a reagire. Così nei giorni scorsi il TAR ha accolto il ricorso presentato dal Comitato cittadino referendario per la tutela della salute e del lavoro “Taranto Futura”. Con il provvedimento del Tribunale, il Comune di Taranto ha l’obbligo di indire entro 3 mesi un referendum sulla chiusura dell’Ilva, e sul successivo impiego dei lavoratori nelle opere di smantellamento e riconversione degli impianti.
Losappio, assessore all’ambiente della regione Puglia, ha ribadito ai dirigenti dell’Ilva che se gli stabilimenti non ridurranno l’emissione di diossina al di sotto di un nanogrammo per metro cubo, la Regione non firmerà l’Autorizzazione Integrata Ambientale. (Ma perché ancora i politici soccombono al potere Riva? Se la legge europea dice che il consentito è 0,40 nanogrammi per metro cubo, perché proporre, come miglioramento 1 nanogrammo?). Bisogna dire basta, ora non se ne può proprio più di respirare la morte per vedere Riva ancora più ricco sulle morti dei tarantini.
L’Ilva è una delle maggiori fonti di diossina del continente. Il 92% delle emissioni di diossina Italiane vengono respirate dai tarantini. Alcune aziende zootecniche sono state costrette a chiudere, per via della diossina. Taranto e’ tra le zone con la maggior incidenza di tumori del Sud Italia e la percentuale di tumori ai polmoni supera di molto la media nazionale.
Bisognerebbe davvero finirla con l’Ilva, ma non siamo contro gli operai; infatti convertire l’area siderurgica in un parco naturale dura 40 anni ed i posti di lavoro dovrebbero essere tutelati e i lavoratori impiegati nello smantellamento del polo siderurgico.
Ma per fare questo occorre prendere decisioni forti e contro i poteri precostituiti dalla “Casta dei potenti di Taranto”.
Con la speranza e l’augurio che le coscienze si risveglino, che capiscano che bisogna fare sacrifici, che pensino al futuro dei nostri figli.


Pino Ciraci

giovedì 20 novembre 2008

Senza lavoro n. 2

Il Nord è senza lavoro. Due milioni di persone perderanno entro un anno, e lo stanno già perdendo, il posto di lavoro. Il Sud non perde quello che non ha. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la protesta rimane nascosta.
Le tv non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Le tv usano il termine recessione tecnica.Politici e giornalisti sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg.
L’Alitalia ha messo in cassaintegrazione 17.000 persone.A Basiglio (MI) l’Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.Ad Assago già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda informatica.Ad Albino (BG) il cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberiA Brescia 180 dipendenti della Franzoni filati di Esine, 132 della Feltri di Marone, 260 della Niggeler & Kupfer di Ceto, 36 alla Henriette di Castenedolo per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.A San Giuliano Milanese. la San Carlo licenzia 19 lavoratori. A Suzzara (MN) sono 160 i precari IVECO non riconfermati. A Milano la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia). A Ceriano Laghetto (CO) mobilità per 230 dipendenti della Rhodia. A Jerago (VA) 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.
E allla Motorola di Torino sono stati chiusi i cancelli per 300 dipendenti, quasi tutti laureati.
E questo non è che la punta di un iceberg che sta scoppiando inesorabilmente.
In Sardegna si parla di oltre 150 licenziamenti in diverse attività legate al turismo e 6000 legati al tessile, La Citigroup ha annunciato il licenziamento di 53.000 persone. E dopo la Motorola, anche la Nokia annuncia 300 licenziamenti per fronteggiare la crisi. La Sun ha annunciato che anche lei deve lasciare a casa 6.000 dipendenti. La Fiat a Termini Merese licenzia 80 dipendenti. Alla Gleno di Bergamo sono annunciati 30 licenziamenti, la Whirpool minaccia di lasciare a casa 431 persone, al Casinò di Campione sono in esubero 150 persone, le Generali licenziano 500 persone, la General Motors ne lascia a casa 1.900, 25 a La7, 20 a Telecittà, alla Metra di Ragusa 30 licenziamenti, alla Mascioni di Varese 54 licenziamenti, 16 licenziamenti al depuratore di Agrigento. Ma quanti sono? Continuano con 50 alla Coop di Benevento, la Fidelity annuncia 1288 esuberi, Meridiana ne lascia 150 a casa, il Gruppo Poligrafici annuncia 100 licenziamenti, Goldman Sachs licenzia 3000 persone.

Sono stanco di vedere quanto schifo c’è in questa nostra Italia figlia del Liberismo sfrenato.
Dove finiremo? Quando finiremo?

lunedì 17 novembre 2008

E' arrivata una nuova tassa?


Grazie rais Berlusconi


Senza lavoro

Il Nord è senza lavoro. Due milioni di persone perderanno entro un anno, e lo stanno già perdendo, il posto di lavoro. Il Sud non perde quello che non ha. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la protesta rimane nascosta.
Le tv non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Le tv usano il termine recessione tecnica.Politici e giornalisti sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg.
L’Alitalia ha messo in cassaintegrazione 15.000 persone.A Basiglio (MI) l’Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.Ad Assago già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda informatica.Ad Albino (BG) il cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberiA Brescia 180 dipendenti della Franzoni filati di Esine, 132 della Feltri di Marone, 260 della Niggeler & Kupfer di Ceto, 36 alla Henriette di Castenedolo per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.A San Giuliano Milanese. la San Carlo licenzia 19 lavoratori. A Suzzara (MN) sono 160 i precari IVECO non riconfermati. A Milano la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia). A Ceriano Laghetto (CO) mobilità per 230 dipendenti della Rhodia. A Jerago (VA) 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.
E allla Motorola di Torino sono stati chiusi i cancelli per 300 dipendenti, quasi tutti laureati.
E questo non è che la punta di un iceberg che sta scoppiando inesorabilmente.

Dove finiremo? Quando finiremo?

sabato 15 novembre 2008

Italia in recessione, mai così male dal 1992

L'Italia entra in recessione tecnica con una situazione economica che è la peggiore dal 1992. Lo dice l’Istat, che ha diffuso le stime: il Pil ha registrato un calo dello 0,5% sul secondo trimestre 2008. Sempre nel terzo trimestre, il Pil ha mostrato un calo dello 0,9% su base annua.
La flessione è peggiore delle previsioni degli analisti della Commissione Europea (-0,2% su trimestre, -0,4% su anno) prima della diffusione del dato della produzione industriale di settembre, inferiore alle attese. Il tasso di disoccupazione intanto è destinato a salire di oltre l'1% nel 2010 prevede ancora la Commissione Europa. A causa della recessione - sostiene l'organismo - il tasso di disoccupazione salirà dal 7,6% di quest'anno all'8,4% nel 2009, per poi arrivare all'8,7% nel 2010.
Ma questo governo, a nome del suo capo, il rais Berlusconi, non aveva forse detto che con il suo governo saremmo stati economicamente meglio che con il governo Prodi? E questo non lo aveva detto anche nella precedente legislatura? Come mai, con i governi di centrosinistra, siamo sempre stati meno peggio che con il governo Berlusconi? E’ davvero possibile che siano sempre cause esterne, come dice il rais Berlusconi? Nel 2001 è stato per colpa della guerra in Iraq ed Afganistan e per l’attentato alle torri gemelle, oggi è per la crisi dei mutui americani. Insomma è sempre per colpa degli eventi, mai per colpa loro, ma non capisco perchè con il governo Prodi questo non è stato vero, perché con il governo Prodi siamo cresciuti.
Da anni si conosce la situazione delle famiglie italiane, degli stipendi più bassi d’Europa, dei rinnovi contrattuali vincolati all’inflazione programmata, come gli piace al rais Berlusconi (responsabile di questa cancrena), perchè è un terzo di quella reale, degli industriali che per il proprio tornaconto, anzi si dice per essere competitivi, portano le loro fabbriche all’estero (creando disoccupazione nel nostro Paese) con i soldi che il governo del dittatore Berlusconi ha deciso di dar loro, per aiutare le imprese, invece di devolvere aiuti ai ceti più bisognosi.
Meno male che qualcuno non ragiona come lui nel nostro paese. Infatti, in Puglia, Vendola vara una manovra di 355 milioni di euro che e’ divisa per tutti i settori fondamentali della vita economica. La manovra da sostegno alla piccola e media impresa, ai giovani, alle donne - ha spiegato il presidente della Regione Puglia - e’ una manovra fatta di bandi e di regolamenti con strumenti innovativi e stiamo completando il quadro delle politiche sociali, di sostegno al reddito. Perchè, secondo Vendola, non bisogna soltanto pensare alle imprese che pure trainano l’economia, ma bisogna pensare soprattutto alle famiglie, che precipitano di giorno in giorno in condizione di povertà, che hanno oggi più difficoltà a pagare il mutuo o il fitto di casa.
Se mancano i soldi ad una azienda, bisogna chiuderla, altrimenti fallisce. Se mancano i soldi ad una famiglia, non si può chiuderla, ma così muore di fame.
A chi dovrebbero andare i primi aiuti secondo voi? E ditele tutti insieme al rais, al dittatore Berlusconi, che pensa solo a se stesso e alle sue aziende. E, per favore, per chi lo ha votato, credo che ora lo avete capito che essere è, e non si può cadere ancora nelle sue chiacchiere da bar, da malato mentale,da pazzo. Questo essere ci sta uccidendo tutti, ma prima di morire noi, conviene mettere fuori causa lui.

QUESTO GOVERNO VERSO LA DITTATURA

Sceglie il presidente della commissione vigilanza RAI,
Divide il sindacato, divide l’opposizione,
Non punisce le squadre fasciste a Roma e Brescia,
Assolve i poliziotti della Scuola Diaz.
Berlusconi ed i suoi fedeli scagnozzi eleggono, controlegge, il presidente della commissione di vigilanza RAI, nominando Villari del PD e non Orlando come chiesto dall’opposizione.
Veltroni commenta: "No all'arroganza, è un atto da regime, non da democrazia", e meno male che forse se ne è accorto con chi ha a che fare.
Di Pietro attacca: "Berlusconi è come Videla, l'elezione di Villari è l'atteggiamento di una dittatura argentina, ultimo atto di una deriva antidemocratica". Lui aveva già capito.
E' stata così rotta la prassi che vuole l'opposizione proporre e far eleggere un proprio candidato, oggi il Pdl ha lasciato che la carica del vertice della Vigilanza restasse all'opposizione ma il presidente se l'è scelto da sé.
Riccardo Villari, napoletano, 52enne medico e docente universitario, senatore del Pd, è dunque il nuovo presidente della commissione di Vigilanza Rai, fino alle sue dovute dimissioni (si spera, se esiste ancora un po’ di democrazia in questa Italia).
Nel frattempo Villari annuncia che è sua intenzione fare un percorso istituzionale, attraverso incontri con il capo dello Stato e con i presidente di Camera e Senato e all'interno del gruppo politico. Dal Pd trapelavano i primi timori, sperando di non ritrovarsi di fronte ad un caso De Gregorio? (che si fece nominare presidente della Commissione difesa del Senato dal centrodestra e poi cambiò schieramento politico).
Intanto, Veltroni, e gli altri esponenti dell'opposizione, parlano di dimissioni certe di Villari, il quale però ha deciso di seguire un'altra strada. Anna Finocchiaro lo incalza anche al telefono per sapere "cosa aspetti ancora a formalizzarle". Ma le dimissioni tardano e Massimo Donadi (Idv) ironizza: "Villari andrà anche dal Papa prima di dimettersi?".
Non è dato sapere cosa ci ha guadagnato Villari dal magnate dittatore Berlusconi ad accettare l’incarico, ma si pensa molti soldi e potere, anche perché ora da Berlusconi vengono inviti a procedere con i lavori della commissione, tra i quali spicca quello di provvedere alla nomina di gran parte dei componenti del prossimo Cda dell'azienda di viale Mazzini. E questo a Berlusconi interessa tantissimo, per diventare il padrone oltre che del governo, anche di tutta la informazione.
Comunque oggi più di 100.000 studenti, accompagnati anche dai lavoratori, scenderanno a manifestare a Roma, nonostante il dittatore sia riuscito a comprare la Cisl e a non farla partecipare allo sciopero. Forse non ha capito che gli studenti non hanno padroni e non sono comandabili da coglioni di merda come Berlusconi, perché, come diceva Gaber, i borghesi son tutti dei porci, e più sono porci, più sono lerci, più sono lerci e più hanno i milioni, i borghesi son tutti coglioni. E Berlusconi è il primo.
Non sono servite le provocazioni mandate dal governo con le squadre fasciste di Azione studentesca (AN), che hanno occupato e distrutto 2 sedi CGIL, a Roma e a Brescia. Oggi la manifestazione sarà pacifica, non riuscirà il rais Berlusconi a rovinare la protesta civile, non come la vuole lui, violenta.
Una protesta che sarà amplificata anche da iniziative e cortei a livello locale e che si muove su due binari: quello dei sindacati, rappresentati da Cgil e Uil; e quello degli studenti. I primi hanno organizzato un loro corteo (partenza Bocca della Verità, destinazione piazza Navona), i secondi sfileranno in più cortei: tutti (centomila è la stima) punteranno su piazza Navona.
Ma la protesta degli studenti italiani si colora anche d'Europa: domani sono in calendario anche una manifestazione davanti all'ambasciata italiana a Bruxelles, una mobilitazione dei ricercatori italiani di Monaco di Baviera, lo sciopero degli studenti che seguono l'Erasmus a Siviglia e un sit-in di studenti, ricercatori e professori davanti al consolato italiano a Parigi. Sabato e domenica c'è l'assemblea nazionale del movimento alla Sapienza.
Purtroppo c’è ancora tantissimo da fare per battere questo governo, oltre che affidarsi a Di Pietro, ormai ultimo baluardo della Democrazia in Italia.
Infatti, dulcis in fundo, per continuare ancora a testimoniare in che stato viviamo oggi in Italia, arriva la sentenza per i fatti del G8 a Genova e quello che successe nella scuola Diaz: sentenza sulla non degna di uno Stato democratico. Infatti tutto il mondo ha visto in vari filmati i poliziotti entrare in scuola, pestare persone, fabbricare prove e raccontare menzogne sbugiardate nel corso del dibattimento, e dire che agissero di propria testa è altamente deviante. una ferita alla credibilità dell’Italia. "E' una sentenza politica - dice Nicotra, responsabile nazionale dei movimenti di Rifondazione - una sentenza di regime che ci farà vergognare nel mondo".

Roma invasa dai cortei

Quattro i cortei che hanno attraversato Roma per confluire tutti in Piazza Navona

La manifestazione indetta da Cgil e Uil contro il decreto Gelmini ha portato a Roma fra studenti, insegnanti, genitori e lavoratori, circa 300.000 persone per gli studenti, 100.000 per la Polizia..
Ad aprire lo spezzone di corteo partito dalla Sapienza studenti 'armati' di scudi di gommapiuma.
Dopo poco l’Onda (così si chiama il movimento spontaneo) è arrivata davanti al palazzo di Montecitorio per protestare contro la riforma Gelmini. Un sit-in estremamente pacifico come hanno gridato gli stessi studenti in coro: «La nostra lotta non è violenza, ma solo difesa della scienza». E ancora: «Siamo arrivati fin qui in maniera pacifica e determinata, in tutta Roma 500.000 studenti hanno sfilato, per rappresentare la propria contrarietà ai provvedimenti del governo e per rivendicare il proprio diritto a una scuola di qualità per tutti. Roma è piena solo di noi». Quindi, rivolti al rais Berlusconi gli studenti hanno rivendicato la propria autonomia:«Non ci rappresenta nessuno», hanno gridato, intendendo dire che non ci sono colori politici, come sostiene il dittatore, ma persone di diversi credi politici uniti contro lo schifo di questa legge. E poi ancora un messaggio: «l'Onda non si fermerà».
Due fantocci con le fattezze di Tremonti e della Gelmini fanno capolino dal corteo degli studenti che sta sfilando. Il fantoccio di Tremonti, raffigurato con un paio di forbici in mano, viene innalzato vicino a quello della Gelmini «perchè - spiegano gli studenti - i responsabili di questo sfacelo sono entrambi».Nel corteo sfila anche una grossa bara con su scritto «pubblica istruzione», e un cartello esposto da alcuni ricercatori che recita: «Berlusconi se hai capelli è merito della ricerca».Lo scoppio di un petardo, lanciato da una finestra di uno stabile all'incrocio tra via Principe Amedeo e via Cavour, ha interrotto per pochi minuti il flusso del corteo. Dopo l'esplosione, che ha generato fumo bianco, gli studenti di passaggio si sono fermati spaventati e hanno intonato in coro: «siamo tutti antifascisti».
Tuttavia la Gelmini manda un messaggio chiaro: «capisco i ragazzi ma non cedo».Una parte consistente del corteo degli studenti universitari a Montecitorio, scandiva slogan contro il Governo Berlusconi come «Noi la crisi non la paghiamo» e «se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città».Parallelamente si è svolto il corteo dei lavoratori dell’Università e della ricerca. 100.000 i presenti secondo gli organizzatori. Polemico il leader Cgil Epifani sullo strappo della Cisl: «Quella di oggi è una grande manifestazione: chi non c’è sbaglia». Secondo Epifani, ogni volta che provano a isolare il sindacato «gli va male: però persistono - ha aggiunto - e perseverare è diabolico». «Noi chiediamo una vera riforma dell’università e della ricerca e non vogliamo difendere quello che c’è ma non si può pensare di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli, che lascerebbe intatti privilegi e storture con una vera riforma». Cortei studenteschi anche in altre città italiane: in 7.000 hanno sfilato a Bari, 10.000 a Milano, poche centinaia a Messina e a Palermo. A Catania occupato il rettorato.

Berlusconi dice : "Lo scudo spaziale è una provocazione verso la Russia"


Berlusconi ormai ha problemi di senilità. Il Cremlino dice no alle proposte Usa per fugare le preoccupazioni sullo scudo spaziale e
Berlusconi dice : "Lo scudo spaziale è una provocazione verso la Russia"

Solo qualche mese fa Berlusconi diceva il contrario ed accusava la Russia di fomentare il terrorismo. Stavano terminando le olimpiadi cinesi allora.
Oggi, che Bush sta finendo il mandato, ed arriva l’abbronzato Obama dice: "La Russia è stata provocata", e così propone di fissare un incontro per evitare di tornare ai decenni terribili della guerra fredda, cosa che il mondo non può accettare.
"Diciamolo chiaro - sostiene Berlusconi - la Russia ha subìto delle provocazioni, con il progetto di collocare i missili in Polonia e Repubblica Ceca, e con il riconoscimento del Kosovo così come con l'ipotesi di un ingresso di Ucraina e Georgia nella Nato". "La Russia è pronta a cooperare con gli Usa sulla sicurezza europea, ma considera insufficienti le proposte presentate", riferisce il Cremlino.
La presa di posizione è arrivata proprio nel giorno in cui Teheran ha testato un nuovo missile balistico in grado di raggiungere Israele o il sud dell'Europa. Medvedev aveva annunciato lo schieramento di missili Iskander nell'enclave di Kaliningrad, tra Lituania e Polonia, come risposta allo scudo; l'amministrazione Bush ha voluto però nuovamente chiarire che "il sistema di difesa missilistico", come ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Gordon Johndroe, "è progettato a difesa dagli Stati-canaglia".
A chi credere è difficile dirlo, intanto l’uscita di testa di Berlusconi, ed è la seconda volta contro la nuova America di Obama, deve far riflettere noi italiani su questo personaggio, ora amico degli USA e contro i comunisti russi, ora a favore dei russi e contro gli USA.
Forse qualcosa è cambiato davvero in questi ultimi mesi nel mondo, ora la sinistra vede bene l’America ed i liberisti vedono bene la Russia. Perché? Forse in Russia Berlusconi può investire e diventare ancora più ricco, mentre in America oggi c’è regressione e non ci si guadagna niente oggi con l’Occidente. I prossimi amici di Berlusconi saranno i cinesi, nonostante stanno distruggendo la nostra economia, esportano prodotti cancerogeni, contraffatti, pericolosi, sono ormai padroni di pezzi di città e se la tengono con la loro mafia cinese. Vogliamo scommettere?

Berlusconi riesce a dividere i sindacati, ma gli studenti....

I sindacati si dividono sull'università. La Cgil boccia come le proposte del ministro Gelmini, mentre la Cisl revoca lo sciopero di venerdì dopo aver firmato insieme alla Uil (che invece conferma l'agitazione) un documento con le richieste per il settore, che la Gelmini si è impegnata a sottoporre al vaglio di Tremonti e Brunetta. Una frattura voluta ed ottenuta dal rais Berlusconi, il cui pensiero è dividere per comandarli meglio e renderli deboli, con l’esclusione di Epifani ad un incontro fra Berlusconi, Sacconi, Marcegaglia, Bonanni e Angeletti a Palazzo Grazioli. E lo sciopero è stato revocato anche da parte dell'Ugl. Nel frattempo, negli atenei, gli studenti si preparano a manifestare. La Cisl ha deciso di revocare lo sciopero dichiarando. "Vogliamo proseguire il confronto aperto ieri con Gelmini per arrivare a una riforma condivisa e il ministro si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma per lo sciopero". La Uil conferma l'agitazione. "Prendo atto dello sforzo fatto da Gelmini, ma purtroppo non è stata in grado di darci sufficienti garanzie. Lo sciopero non si fa per motivi ideologici, si fa sul merito e alla luce dei fatti. Al momento non ci sono ragioni per revocarlo". La Cgil commenta: "Dalla Cisl decisioni non comprensibili, poichè abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme ieri all'incontro con il ministro, incontro del tutto interlocutorio e che riguardava solo una parte di quella piattaforma".
La Cgil, comunque, conferma lo sciopero, la manifestazione e le richieste avanzate inizialmente a braccetto con gli altri sindacati. E si appella agli studenti "affinché siano molti venerdì in piazza". Poi attacca l'esecutivo: "Il governo sta lavorando per dividere i sindacati, come dimostra la cena a cui sono stati invitati Bonanni e Angeletti e non Epifani. Ma se i sindacati si lasciano dividere, rischiano di indebolirsi e di perdere la loro autonomia". E gli occhi bendati la Cisl li ha davvero, infatti basta ricordare quello che finora ha fatto Berlusconi, cioè far calmare gli animi e far passare decreti sottosilenzio. Ad esempio abbiamo visto a Napoli, il problema spazzatura si diceva risolto, ma invece ancora ci sono grossi problemi, l’unica cosa che ha fatto è fare scoop televisivi, mostrando solo quello che voleva; ha vinto ultimamente 2 volte le elezioni ed ha sempre detto che saremmo cresciuti con lui, invece sia ora che negli anni 2000, ci ha portato solo crisi e povertà, mentre sia ora che allora gli industriali ed i grossi imprenditori sono diventati più ricchi, tra l’altro evadendo spesso le tasse.
E l’Alitalia, quando non ha voluto che si desse ad Air France, perché perdevamo 3000 posti di lavoro, ed ora già si sono persi 2300 posti, ma si parla di perderne ancora 12.000. Questo è Berlusconi, uno che toglie ai poveri, anche le mutande (scusate il termine), per dare ai ricchi.
In ultimo forse Bonanni ha dimenticato che per Berlusconi lui è coglione ed imbecille. Ci pensi.
Spero Dio ci aiuti…., anche il Diavolo…, basta … scompare per sempre e diventi concime, che forse così è utile.

Il conflitto di interessi

Da 14 anni si sente parlare su organi di stampa e negli incontri politici, di conflitto di interessi che esisterebbe per alcuni uomini politici italiani.Tale conflitto è indicato dal codice civile e sono ben delineati i comportamenti da tenere da parte degli amministratori indicando pure le sanzioni, nel caso in cui questi comportamenti vengano disattesi. Cioè è fatto obbligo all'amministratore, nel caso di una o più iniziative, di informare prima gli organi di governo della società del conflitto esistente fra l'azione della società e l'amministratore (compresi i terzi a lui riconducibili). In caso di decisioni prese, l'amministratore in conflitto, deve astenersi.Nel caso in cui tutto ciò non avvenisse, gli eventuali danni che dovesse patire la società, sono direttamente imputabili all'amministratore con apposita iniziativa legale.Questa disciplina è stata introdotta anche, con apposita legge, dalla amministrazione dello stato in relazione alla predisposizione e promulgazione di leggi che regolano il funzionamento dello stato e della società. La legge affronta questa disciplina, ma non attua i principi di comportamento che evitino nel modo più ampio, che il conflitto possa sussistere. Almeno in Italia. Nelle democrazie anglosassoni infatti, dove questo conflitto si può manifestare con più frequenza e da più tempo che in Italia, si è individuato uno strumento, obbligatorio, che regoli tale disciplina, strumento che in modo del tutto volontario è stato attuato dal nuovo Governatore della Banca d'Italia, Dr. Mario Draghi. Il Governatore ha infatti liquidato tutte le risorse personali che potessero essere in conflitto con la sua nuova funzione, risorse che sono state assegnate ad un gestore, senza resa dei conti per il mandante. In USA lo stesso sindaco di New York, Bloomberg, ha fatto altrettanto. In Italia tale azione legale non è stata drastica e quindi la conseguenza è che questo conflitto continua a permanere.
Le intercettazioni di Saccà e Berlusconi riportano alla luce l'urgenza di risolvere questa anomalia di monopolio mediatico per il controllo dei mezzi di comunicazione. Berlusconi è sicuramente un politico piccolo ed un piccolo uomo, però è anche un grande comunicatore.
E' del tutto evidente, infatti, che le invettive, le ingiurie e le battute (comprese quelle indicanti come prostitute le donne del centrosinistra che lavorano in Rai) avevano l'obiettivo di distrarre l'attenzione dall'unica vera piaga che si è manifestata: il conflitto di interessi.
Non serviva, comunque, alcuna intercettazione telefonica per prendere atto che in Italia si è realizzato un solo polo radiotelevisivo nelle mani del Presidente del Consiglio, nonché proprietario di Mediaset. Oggi addirittura si cerca di mettere uomini scelti da Berlusconi nella commissione di vigilanza RaI, da sempre spettante all’opposizione, altrimenti che vigilanza sarebbe! E così Berlusconi vuol comandare tutto infischiandosene del conflitto di interesse.
Tale visione rappresenta un pilastro del "Piano di rinascita nazionale", stilato a suo tempo (anni 70) dalla loggia massonica P2 di Licio Gelli, cui Berlusconi era affiliato (tessera n. 1816).
Ma così non si può fare!
La riforma del conflitto di interessi e dell'intero settore dei media è una grande e irrisolta questione democratica , che fa dell'Italia una nazione "malata" nel contesto mondiale, come è stato rilevato in modo inequivocabile da tutte le agenzie internazionali (siamo al 46esimo posto nella classifica dei paesi a minore libertà informativa e di tutela del pluralismo).
La tragedia è che sino a d oggi molti di coloro, anche nel centrosinistra, che si sono autodefiniti moderati e liberali, sono apparsi i più interessati, almeno nel settore dei media, a difendere le rendite di posizione e a non disturbare "il manovratore", più che a preoccuparsi dell'interesse generale del paese. Strano! Forse in fondo piace conservare una posizione d’elite e non si difendono più gli elettori.

Dalla scuola arrivano gli insegnamenti di democrazia ed economia

L'onda pacifica e determinata di studenti, insegnanti e genitori contro la Gelmini si gonfia sempre più. Più di un milione i manifestanti radunati a Roma: "Il governo deve ascoltarci".
Un decreto fatto con arroganza, a colpi di voti di maggioranza, la finta riforma della scuola fatta di tagli è stata bocciata dal Paese. Manifestazioni anche a Milano, Bologna, Genova, Pavia, Ancona, Napoli, Cagliari, L'Aquila, Lecce, Palermo, Catania, Bari...
A Roma Piazza del Popolo è stracolma: gli striscioni degli studenti del sud, "calabresella mia" suonata dalle scuole calabresi, la musica del camion dei giovani liceali romani e ancora palloncini e bandiere. In testa al corteo, leader sindacali e leader politici del vecchio PRC entrano insieme in piazza: Vendola, Ferrero e Bertinotti uno accanto all'altro, come a far credere che il corteo è merito loro, ma fanno solo presenza, non politica attiva…, Di Pietro a pochi metri di distanza e i militanti di IdV raccolgono le firme contro il lodo Alfano. "Vogliamo firmare per il referendum contro la legge Gelmini", chiedono alcune maestre, "va preparato, ci vuole un po' di tempo", gli rispondono i dipietristi. Entrano poco dietro anche Veltroni ed Epifani. "Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico", dice onestamente il segretario del Pd. "Il governo - aggiunge - deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. Le misure prese a colpi di decreto, la pessima riforma della scuola fatta di tagli, sono state bocciate dal Paese. La grande marea di persone che ha riempito Roma, i tanti altri nelle piazze delle altre città italiane, con la loro protesta non chiedono di tenere questa situazione, chiedono una scuola che funzioni, che sappia premiare il merito e offrire a tutti eguali condizioni di partenza".Dalla piazza la protesta riserva raffiche di fischi contro i ministri Gelmini e Brunetta. Sul palco intervengono i leader di tutti i sindacati. Bonanni chiede al governo di "riaprire un confronto perché la scuola non può essere diretta come una azienda". Si rimprovera al governo di mascherare con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Ma non possono essere i giovani a pagare. Per Angeletti "lo sciopero della scuola è stato convocato per risolvere i problemi contrattuali e dei precari, bisogna quindi evitare strumentalizzazione politica". Epifani chiude la manifestazione e parla di "un intero paese che insorge" e si rivolge ai manifestanti: "State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà". "Non dividiamoci - è l'appello lanciato dal palco di piazza del Popolo - la forza di questa giornata è l'unità, non scambiamo un piatto di lenticchie per questa forza di unità. Questo è il segno di questa manifestazione e di questo incontro".
Paolo Ferrero dice: "una enorme manifestazione di popolo contro un governo che trova i soldi per banche e banchieri e taglia la scuola pubblica".
Studenti, lavoratori, famiglie al completo di tre generazioni unite dalla volontà di difendere non lo status quo, ma le pari opportunità per tutti, l'accesso al sapere e il diritto di futuro.
Per Paolo Nerozzi (Pd) prova a strumentalizzare la manifestazione: "chi pensava che la sinistra fosse morta si sbaglia di grosso perché la mobilitazione di oggi dimostra quanto sia ancora viva l'identificazione della sinistra con l'idea di eguaglianza e la difesa dei diritti fondamentali e della non violenza, la ricostruzione del centrosinistra parte proprio da qui".
Il 90 % delle scuole italiane oggi sono rimaste chiuse. Proteste in tutta Italia. Gli universitari sono scesi in piazza per "rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi". Oltre a Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Milano, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Bari, Palermo, Pavia, Torino e Genova.
A Milano decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato e si sono date appuntamento in piazza Duomo. Secondo i responsabili di "Rete scuole", tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.A Bologna circa 30.000 studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 10.000 studenti.
Chissà come gode ora Tremonti, perché grazie al decreto Gelmini, fior di miliardi di euro saranno sottratti alla scuola e giungeranno tra le sue sagge mani. E così il ladro dell’economia italiana, li elargirà ai monumenti dell’imprenditorialità’ liberista italiana che ultimamente si sono rimessi in coda perché stanno fallendo e noi dobbiamo salvarli, perché continuino a distruggerci. Sembra che si possa essere liberisti ad intermittenza: quando e’ tempo di parlare di tasse e di responsabilità sociale delle imprese allora si invocano i fantasmi comunisti, quando invece il sistema va all’aria per la troppa ingordigia allora si torna all’ovile e si intascano i soldi dei contribuenti per sopravvivere, in nome dell’interesse generale, ovviamente. E mentre Tremonti e’ euforico un po’ meno felice deve essere la Gelmini che da quando fa la portavoce dei tagli di Tremonti si e’ presa una valanga d’insulti da Trento fino a Gela e la grande maggioranza di questi assolutamente giusti e meritati. Poverina, forse pensava di godersi la manna ministeriale e invece e’ stata innalzata dall’opinione pubblica come il simbolo della falsa democrazia berlusconiana, eppure lei ha fatto solo il suo dovere, cioè servire le esigenze del contabile di Berlusconi, Tremonti.Ora gli elettori poveri del PDL festeggiano per la futura ignoranza dei loro figli. Per chi ha i soldi si aprono invece nuove opportunità competitive, il loro status di eletti potrà essere affermato fin da studenti. Per tutti gli altri non resta che rimboccarsi le maniche perchè se c’e’ una cosa certa in questa vicenda e’ che la lotta inizia solo oggi.
Dall'anno scolastico 2009/2010 non ci saranno più 2 docenti per sezione. Non saranno più garantite le 40 ore settimanali comprensive di mensa e di orario continuato, ridotte a 24 ore definitive. Il 50% del personale di ruolo sarà decapitato e sarà perdente posto. Nella più rosea delle ipotesi si dovrà emigrare al nord per insegnare, pur essendo regolarmente di ruolo nella propria provincia (io ad Avellino). Nel sud sarà impossibile avere il tempo pieno facoltativo perché siamo poveri e mancheranno sicuramente i fondi, dovendo farsene carico l'Istituto scolastico e/o le famiglie. La conseguenza nel sociale sarà drammatica: le donne dovranno scegliere tra il lavorare o l'allevare figli, perché la retta scolastica sarà superiore al guadagno della madre lavoratrice (considerando che la maggioranza delle donne meridionali guadagna tra i 300/400 euro al mese). Si tornerà indietro di un secolo.
Ma c’e’ un lato positivo della vicenda Tremonti-Gelmini, ed e’ che ha rivelato in maniera palese e inequivocabile a tutto il Paese cosa sia realmente il governo dittatoriale di Berlusconi, una maggioranza parlamentare di pupazzi nelle mani di un magnate onnipotente:
“L’umiliazione delle più elementari regole che caratterizzano una democrazia moderna e tra queste, forse la più grave, la partecipazione sociale del popolo sovrano.
Ma e’ iniziato il conto alla rovescia per questo governo, l’opposizione politica la possono infatti ignorare e umiliare, ma il Paese reale, quello no”.

La dittatura perfetta

La “democrazia” del Popolo delle Libertà, assai più che un'idea ed un sistema politico, e' in realtà una vera e propria religione materialista e liberista, che, come essa, lungi dal costituire un sinonimo di libertà, di fatto è una negazione della stessa e genera una netta regressione dei principi, dei valori, della cultura e della qualità della vita, ed è invece essenziale all'espansione liberista, in ambito politico, economico, e soprattutto culturale, ed è responsabile dei gravi problemi economici contemporanei e dell'iniqua distribuzione delle risorse.
Il termine "democrazia", che significa "sovranità del popolo", si intende quel sistema politico in cui l'esercizio del potere da parte dei governanti viene legittimato dal consenso dei governati.
Tale sistema viene identificato attraverso la separazione fra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, la libertà di associazione, di stampa, di parola, di pensiero, l'uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini di fronte alla legge. Fermi restando tali punti il concetto base di democrazia rimane inalterato.
Nella storia del pensiero, nessuna idea ha avuto un consenso così assoluto ed incondizionato quanto la concezione contemporanea della democrazia, come conquista dello spirito e forma legittima di governo identificata con la libertà.
Basti notare con quanta frequenza la parola "democrazia" venga ripetuta nei discorsi pubblici e attraverso i mezzi di comunicazione, per avere la sensazione precisa di un fenomeno di idea politica, che si pretende perfetta, assoluta, indiscutibile. Con il crollo dei sistemi comunisti dell'Europa orientale, l'idea che sia concepibile un diverso sistema politico è stata estirpata dalla coscienza collettiva, cosa mai avvenuta prima nella storia. Si nota facilmente un primo paradosso: un'idea che pretende di garantire pluralismo e libertà e che nei fatti si manifesta come pensiero unico, che nulla e nessuno può osare discutere. Finora nessun sistema politico aveva avuto una tale pretesa nello stabilire i principi e le forme dell'azione politica. Solo i dittatori sono stati capaci di ciò.
La democrazia del Popolo delle Libertà ha acquisito sin dalle prime manifestazioni il carattere della religione, ovvero il senso del tabù, dell'intoccabile. E tutto ciò avviene insieme ad una progressiva desacralizzazione della religione nella sfera pubblica e privata: il culto della Democrazia si afferma come unico ed assoluto. La Chiesa Cattolica viene vista seconda alla democrazia. A riprova di ciò, possiamo notare come, mentre qualunque intervento da parte delle Chiesa in materia di diritti pubblici viene presentato come un'indebita intromissione, la morale democratica non abbia invece nessuna riserva a giudicare culti e filosofie sulla base della compatibilità con i propri dogmi.
In nome della loro libertà si pretende che culti millenari rinneghino tutto ciò che non è conforme agli "immortali principi del rais Berlusconi". In sostanza, mentre afferma la laicità dello stato e della politica, la democrazia assume le forme della sfera religiosa, in particolare la categoria del tabù, dell'assoluto, dell'indiscutibile. Chi è contro il Berlusconi pensiero, cioè contro la sua democrazia è coglione ieri ed imbecille oggi. Un'altra riprova del carattere religioso della democrazia si può ravvisare nel modo con cui i politici al governo denigrano le teorie politiche alternative alla loro, presentandole come il male. Il culto del Partito delle libertà si appropria delle leggi delle religioni incentrandosi però sul suo "negativo", presentandoci il diavolo, come l'assenza dei principi democratici. Ricordando come in passato la spiritualità delle persone fosse incentrata più sulla paura del diavolo che sull'amore per Dio, i politici rinunciano alla descrizione del "Paradiso Democratico", mito la cui inconsistenza sarebbe sotto gli occhi di tutti, per opporre l'orrore del diavolo, identificato di volta in volta con tutto ciò che si oppone al governo, alla democrazia liberista.
Insomma, Democrazia liberista è un dio laico, il cui culto esclusivo si manifesta demonizzando tutto ciò che è altro. È del tutto estranea alla mentalità del democratico la possibilità di esercitare la propria libertà religiosa attraverso una adesione incondizionata a un qualunque credo, senza pretendere adeguamenti alla propria visione del mondo.

Un articolo di Lidia Menapace: la democrazia autoritaria

La democrazia autoritaria (sottovalutazione delle forme politiche)

Sull’Afghanistan, avendo individuato il peggior pericolo nell’alleanza tra Talebani e contadini (perchè i Talebani proteggono i raccolti di papavero e i militari li bruciano) avevo proposto di inviare la Finanza (militari armati ma non combattenti, una piccola riduzione del danno) a controllare i raccolti, venderli a ditte farmaceutiche e pagare un prezzo equo ai contadini, rendendoseli alleati. Fui oggetto di lazzi e sghignazzi (poco male, a me non fa nè caldo nè freddo) e ora saldata l’alleanza stretta tra Talebani e contadini, i Talebani vincono e la proposta non si può più fare, e la guerra diventa furiosa e ritirare le truppe, anche materialmente più difficile: o volete che ci apriamo la strada con le armi ingaggiando una eroica marcia nei territori dei Talebani vittoriosi e protetti dalla popolazione?
Vorrei che metteste le osservazioni che invio sullo sfondo dell’allarme per minacce di fascismo che da mesi denuncio, soggiungendo che non si tratta della copia del fascismo originale, ma di un processo verso la "democrazia autoritaria" che è pericolosamente in corso. Una fortissima componente di questa deriva cominciò con Tangentopoli.
Ho sempre avuto molta diffidenza verso l’operazione Mani pulite e lo scrissi su Avvenimenti. Dissi subito che un governo della magistratura, sarebbe sempre stato conservatore, dato che i magistrati debbono applicare la legge, non compete loro mutarla, e quindi hanno una cultura conservatrice. E il disordine introdotto per fare ordine produce spesso danni peggiori del male.
Di nuovo, tra parentesi: vorrà pur dire qualcosa che non tutti i reati sono procedibili d’ufficio, ma solo a querela di parte e che la distinzione tra procedibili e non è delicatissima e descrive la civiltà giuridica di un popolo; mi ricordo bene che i magistrati non volevano la procedibilità d’ufficio per la violenza sessuale anche in famiglia, essendo essi pure per genere e per collocazione sociale patriarchi. Le analisi sociologiche sulla magistratura fatte nel ’68 furono eccellenti, anche se oggi si vuol far passare quel grande movimento innovativo come una calata di barbari: gli studenti che capeggiarono il ’68 erano studenti di grande intelligenza e "merito": Però Capanna e Spada alla Cattolica di Milano, Rostagno e Boato a Trento e così a Pisa e a Roma e a Torino e a Napoli, via! Magistratura democratica, Medicina democratica, la lotta contro i manicomi, il sindacato di polizia, il femminismo sono nel ’68, tanto quanto le lotte operaie e lo Statuto dei lavoratori e il divorzio e la 194 e la riforma del diritto di famiglia, che cosa volete raccontarci? che furono solo scontri? purtroppo ci furono anche gli scontri e quanto ci abbiano giocato i servizi deviati è ancora da sapere.
Chiusa la parentesi andiamo ad analizzare, sia pure a grandi passi e senza finezza ciò che è avvenuto via via . Tra gli elementi di crisi dell’incompiuta costruzione dello stato democratico ci fu la “conventio ad excludendum” contro il Pci e la dimenticanza della Costituzione formale per lasciare che si affermasse quella che viene chiamata costituzione materiale, fino a quando il trionfante berlusconismo decretò che era inutile studiarla e abrogò l’educazione civica e i due grandi partiti crollarono e il Pci addirittura cominciò a cancellare la sua storia, sicchè oggi anche chi è di sinistra poco o niente sa degli eventi. Il fenomeno nella cultura politica è che le distanze tra i due maggiori partiti si riducono e ciascuno di essi si allontana da pezzi del suo schieramento. Dite che non è vero: Veltroni dialoga con Berlusconi e non più o con dispetto e supponenza con Rifondazione e tutti quelli dell’Unione, mentre il Cavaliere snobba AN e Lega. Questa tendenza annuncia un disegno verso un indistinto centrismo che pendola lievemente e si aggiudica i governi con pochi punti di distanza e sinistra e destra relegate ai margini fino a convincerle a non prendere parte alla gara elettorale. Concludo dicendo che a mio parere la sinistra sottovaluta le questioni delle forme politiche e così ci troviamo spesso fregati anche nei contenuti, dato che le forme sono il veicolo dei contenuti e se c’è il semaforo rosso si viene fermati, se c’è uno sbarramento bisogna cambiare strada.

Lidia Menapace

CON L'ABOLIZIONE DELLE PREFERENZE, ELETTORI DEFRAUDATI DI UN DIRITTO

E’ in atto un processo degenerativo della democrazia in Italia. I regimi formalmente democratici, ma svuotati della loro capacità rappresentativa, sono ormai una semi-dittatura. Il capo del Governo ha varato due operazioni: con la prima ha costituito un partito unico del Centrodestra; con la seconda ha comunicato che, per le prossime elezioni europee, sarà servita la "porcata numero due" (come la chiamò il suo creatore, il leghista Calderoli), ovvero una copia delle disposizioni più antidemocratiche della legge elettorale con cui abbiamo votato nelle ultime elezioni politiche. Il Cavaliere, infatti, ha annunciato che neanche per il Parlamento europeo potremo sceglierci i rappresentanti con lo strumento delle preferenze, e che la soglia per entrare nell’UE salirà al 5 per cento.
Le leggi elettorali sono un tema delicatissimo, da cui dipende la qualità della democrazia. Abolire le preferenze equivale a scippare i cittadini di un diritto di rappresentanza democratica. Berlusconi sostiene che «il sistema delle liste bloccate permette d’avere professionisti che possono autorevolmente rappresentare il Paese in Europa», ma questo è, per primo, un insulto all’intelligenza degli elettori, considerati incapaci di compiere scelte mature e responsabili e, per secondo, abbiamo già visto che in Parlamento il Popolo della Libertà ha fatto eleggere 100 persone che hanno problemi con la legge, cioè già condannati o in attesa di giudizio. Infine Berlusconi tanto "illuminato" finora non s’è dimostrato. In Parlamento si vedono le aule affollate di portaborse, segretari, cortigiani e figli di papà, e in questo è d’accordo anche il Pd. È giusto che due sole persone (Berlusconi e Veltroni) decidano chi entra in Parlamento e chi no?
La Costituzione prevede che deputati e senatori siano «eletti a suffragio universale e diretto». Ma con le liste bloccate, l’elettore si limita a ratificare scelte compiute, a suo nome, dall’alto. Senza preferenze si taglia il legame tra gli eletti e il territorio, si limita la libertà stessa dei parlamentari, sempre più servili verso il "capo" che spartisce i posti, li conferma o li fa sparire con un sol tratto di penna.
Si diceva che lo sbarramento elettorale lo si faceva per ridurre il numero dei partiti e favorire la stabilità dei Governi. Giusto, ma il salto da una miriade di partiti a due soltanto è un’eccessiva e pericolosa semplificazione.
A pensar male si fa peccato, ma non sarà che si vogliano regolare conti personali, cioè "vendicarsi" con l’Udc di Casini il "traditore", o si tema che An, più organizzata sul territorio, porti in Europa più deputati di Forza Italia? Che è come dire: dagli amici mi salvi Iddio!
Sul Corriere della Sera, Massimo Franco ha scritto che il progetto di Berlusconi è «trasformare la coalizione di Governo da maggioranza relativa in maggioranza assoluta nel Paese». Progetto legittimo, purché lo si raggiunga senza "forzare" le regole o riesumare Acerbo e la legge del 1923. Col fuoco non si scherza. Le leggi elettorali vanno scritte insieme: devono essere valide per tutti, non soggette a interessi di parte o personali.
Quando non si riconosce il ruolo dell’opposizione e il suo leader viene definito «inesistente», quando si toglie autonomia al potere giudiziario, quando l’opinione pubblica addomesticata o narcotizzata, grazie al controllo delle TV non è più in grado di effettuare un costante controllo sulle scelte politiche, ci si avvia a una semi-democrazia, a un processo degenerativo che svuota il Parlamento delle sue funzioni, sulla scia della Russia di Putin.

Il decreto Gelimini


Dalla scuola arrivano gli insegnamenti di democrazia ed economia al governo dittatoriale presieduto dal rais Berlusconi

L'onda pacifica e determinata di studenti, insegnanti e genitori contro la Gelmini si gonfia sempre più. Più di un milione i manifestanti radunati a Roma: "Il governo deve ascoltarci".Un decreto fatto con arroganza, a colpi di voti di maggioranza, la finta riforma della scuola fatta di tagli è stata bocciata dal Paese. Manifestazioni anche a Milano, Bologna, Genova, Pavia, Ancona, Napoli, Cagliari, L'Aquila, Lecce, Palermo, Catania, Bari...A Roma Piazza del Popolo è stracolma: gli striscioni degli studenti del sud, "calabresella mia" suonata dalle scuole calabresi, la musica del camion dei giovani liceali romani e ancora palloncini e bandiere. In testa al corteo, leader sindacali e leader politici del vecchio PRC entrano insieme in piazza: Vendola, Ferrero e Bertinotti uno accanto all'altro, come a far credere che il corteo è merito loro, ma fanno solo presenza, non politica attiva…, Di Pietro a pochi metri di distanza e i militanti di IdV raccolgono le firme contro il lodo Alfano. "Vogliamo firmare per il referendum contro la legge Gelmini", chiedono alcune maestre, "va preparato, ci vuole un po' di tempo", gli rispondono i dipietristi. Entrano poco dietro anche Veltroni ed Epifani. "Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico", dice onestamente il segretario del Pd. "Il governo - aggiunge - deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. Le misure prese a colpi di decreto, la pessima riforma della scuola fatta di tagli, sono state bocciate dal Paese. La grande marea di persone che ha riempito Roma, i tanti altri nelle piazze delle altre città italiane, con la loro protesta non chiedono di tenere questa situazione, chiedono una scuola che funzioni, che sappia premiare il merito e offrire a tutti eguali condizioni di partenza".Dalla piazza la protesta riserva raffiche di fischi contro i ministri Gelmini e Brunetta. Sul palco intervengono i leader di tutti i sindacati. Bonanni chiede al governo di "riaprire un confronto perché la scuola non può essere diretta come una azienda". Si rimprovera al governo di mascherare con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Ma non possono essere i giovani a pagare. Per Angeletti "lo sciopero della scuola è stato convocato per risolvere i problemi contrattuali e dei precari, bisogna quindi evitare strumentalizzazione politica". Epifani chiude la manifestazione e parla di "un intero paese che insorge" e si rivolge ai manifestanti: "State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà". "Non dividiamoci - è l'appello lanciato dal palco di piazza del Popolo - la forza di questa giornata è l'unità, non scambiamo un piatto di lenticchie per questa forza di unità. Questo è il segno di questa manifestazione e di questo incontro".Paolo Ferrero dice: "una enorme manifestazione di popolo contro un governo che trova i soldi per banche e banchieri e taglia la scuola pubblica".Studenti, lavoratori, famiglie al completo di tre generazioni unite dalla volontà di difendere non lo status quo, ma le pari opportunità per tutti, l'accesso al sapere e il diritto di futuro.Per Paolo Nerozzi (Pd) prova a strumentalizzare la manifestazione: "chi pensava che la sinistra fosse morta si sbaglia di grosso perché la mobilitazione di oggi dimostra quanto sia ancora viva l'identificazione della sinistra con l'idea di eguaglianza e la difesa dei diritti fondamentali e della non violenza, la ricostruzione del centrosinistra parte proprio da qui".Il 90 % delle scuole italiane oggi sono rimaste chiuse. Proteste in tutta Italia. Gli universitari sono scesi in piazza per "rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi". Oltre a Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Milano, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Bari, Palermo, Pavia, Torino e Genova.A Milano decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato e si sono date appuntamento in piazza Duomo. Secondo i responsabili di "Rete scuole", tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.A Bologna circa 30.000 studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 10.000 studenti.Chissà come gode ora Tremonti, perché grazie al decreto Gelmini, fior di miliardi di euro saranno sottratti alla scuola e giungeranno tra le sue sagge mani. E così il ladro dell’economia italiana, li elargirà ai monumenti dell’imprenditorialità’ liberista italiana che ultimamente si sono rimessi in coda perché stanno fallendo e noi dobbiamo salvarli, perché continuino a distruggerci. Sembra che si possa essere liberisti ad intermittenza: quando e’ tempo di parlare di tasse e di responsabilità sociale delle imprese allora si invocano i fantasmi comunisti, quando invece il sistema va all’aria per la troppa ingordigia allora si torna all’ovile e si intascano i soldi dei contribuenti per sopravvivere, in nome dell’interesse generale, ovviamente. E mentre Tremonti e’ euforico un po’ meno felice deve essere la Gelmini che da quando fa la portavoce dei tagli di Tremonti si e’ presa una valanga d’insulti da Trento fino a Gela e la grande maggioranza di questi assolutamente giusti e meritati. Poverina, forse pensava di godersi la manna ministeriale e invece e’ stata innalzata dall’opinione pubblica come il simbolo della falsa democrazia berlusconiana, eppure lei ha fatto solo il suo dovere, cioè servire le esigenze del contabile di Berlusconi, Tremonti.Ora gli elettori poveri del PDL festeggiano per la futura ignoranza dei loro figli. Per chi ha i soldi si aprono invece nuove opportunità competitive, il loro status di eletti potrà essere affermato fin da studenti. Per tutti gli altri non resta che rimboccarsi le maniche perchè se c’e’ una cosa certa in questa vicenda e’ che la lotta inizia solo oggi.Dall'anno scolastico 2009/2010 non ci saranno più 2 docenti per sezione. Non saranno più garantite le 40 ore settimanali comprensive di mensa e di orario continuato, ridotte a 24 ore definitive. Il 50% del personale di ruolo sarà decapitato e sarà perdente posto. Nella più rosea delle ipotesi si dovrà emigrare al nord per insegnare, pur essendo regolarmente di ruolo nella propria provincia (io ad Avellino). Nel sud sarà impossibile avere il tempo pieno facoltativo perché siamo poveri e mancheranno sicuramente i fondi, dovendo farsene carico l'Istituto scolastico e/o le famiglie. La conseguenza nel sociale sarà drammatica: le donne dovranno scegliere tra il lavorare o l'allevare figli, perché la retta scolastica sarà superiore al guadagno della madre lavoratrice (considerando che la maggioranza delle donne meridionali guadagna tra i 300/400 euro al mese). Si tornerà indietro di un secolo.Ma c’e’ un lato positivo della vicenda Tremonti-Gelmini, ed e’ che ha rivelato in maniera palese e inequivocabile a tutto il Paese cosa sia realmente il governo dittatoriale di Berlusconi, una maggioranza parlamentare di pupazzi nelle mani di un magnate onnipotente:“L’umiliazione delle più elementari regole che caratterizzano una democrazia moderna e tra queste, forse la più grave, la partecipazione sociale del popolo sovrano.Ma e’ iniziato il conto alla rovescia per questo governo, l’opposizione politica la possono infatti ignorare e umiliare, ma il Paese reale, quello no”.
Pino Ciraci