sabato 15 novembre 2008

La dittatura perfetta

La “democrazia” del Popolo delle Libertà, assai più che un'idea ed un sistema politico, e' in realtà una vera e propria religione materialista e liberista, che, come essa, lungi dal costituire un sinonimo di libertà, di fatto è una negazione della stessa e genera una netta regressione dei principi, dei valori, della cultura e della qualità della vita, ed è invece essenziale all'espansione liberista, in ambito politico, economico, e soprattutto culturale, ed è responsabile dei gravi problemi economici contemporanei e dell'iniqua distribuzione delle risorse.
Il termine "democrazia", che significa "sovranità del popolo", si intende quel sistema politico in cui l'esercizio del potere da parte dei governanti viene legittimato dal consenso dei governati.
Tale sistema viene identificato attraverso la separazione fra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, la libertà di associazione, di stampa, di parola, di pensiero, l'uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini di fronte alla legge. Fermi restando tali punti il concetto base di democrazia rimane inalterato.
Nella storia del pensiero, nessuna idea ha avuto un consenso così assoluto ed incondizionato quanto la concezione contemporanea della democrazia, come conquista dello spirito e forma legittima di governo identificata con la libertà.
Basti notare con quanta frequenza la parola "democrazia" venga ripetuta nei discorsi pubblici e attraverso i mezzi di comunicazione, per avere la sensazione precisa di un fenomeno di idea politica, che si pretende perfetta, assoluta, indiscutibile. Con il crollo dei sistemi comunisti dell'Europa orientale, l'idea che sia concepibile un diverso sistema politico è stata estirpata dalla coscienza collettiva, cosa mai avvenuta prima nella storia. Si nota facilmente un primo paradosso: un'idea che pretende di garantire pluralismo e libertà e che nei fatti si manifesta come pensiero unico, che nulla e nessuno può osare discutere. Finora nessun sistema politico aveva avuto una tale pretesa nello stabilire i principi e le forme dell'azione politica. Solo i dittatori sono stati capaci di ciò.
La democrazia del Popolo delle Libertà ha acquisito sin dalle prime manifestazioni il carattere della religione, ovvero il senso del tabù, dell'intoccabile. E tutto ciò avviene insieme ad una progressiva desacralizzazione della religione nella sfera pubblica e privata: il culto della Democrazia si afferma come unico ed assoluto. La Chiesa Cattolica viene vista seconda alla democrazia. A riprova di ciò, possiamo notare come, mentre qualunque intervento da parte delle Chiesa in materia di diritti pubblici viene presentato come un'indebita intromissione, la morale democratica non abbia invece nessuna riserva a giudicare culti e filosofie sulla base della compatibilità con i propri dogmi.
In nome della loro libertà si pretende che culti millenari rinneghino tutto ciò che non è conforme agli "immortali principi del rais Berlusconi". In sostanza, mentre afferma la laicità dello stato e della politica, la democrazia assume le forme della sfera religiosa, in particolare la categoria del tabù, dell'assoluto, dell'indiscutibile. Chi è contro il Berlusconi pensiero, cioè contro la sua democrazia è coglione ieri ed imbecille oggi. Un'altra riprova del carattere religioso della democrazia si può ravvisare nel modo con cui i politici al governo denigrano le teorie politiche alternative alla loro, presentandole come il male. Il culto del Partito delle libertà si appropria delle leggi delle religioni incentrandosi però sul suo "negativo", presentandoci il diavolo, come l'assenza dei principi democratici. Ricordando come in passato la spiritualità delle persone fosse incentrata più sulla paura del diavolo che sull'amore per Dio, i politici rinunciano alla descrizione del "Paradiso Democratico", mito la cui inconsistenza sarebbe sotto gli occhi di tutti, per opporre l'orrore del diavolo, identificato di volta in volta con tutto ciò che si oppone al governo, alla democrazia liberista.
Insomma, Democrazia liberista è un dio laico, il cui culto esclusivo si manifesta demonizzando tutto ciò che è altro. È del tutto estranea alla mentalità del democratico la possibilità di esercitare la propria libertà religiosa attraverso una adesione incondizionata a un qualunque credo, senza pretendere adeguamenti alla propria visione del mondo.

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