Il Nord è senza lavoro. Due milioni di persone perderanno entro un anno, e lo stanno già perdendo, il posto di lavoro. Il Sud non perde quello che non ha. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la protesta rimane nascosta.
Le tv non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Le tv usano il termine recessione tecnica.Politici e giornalisti sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg.
L’Alitalia ha messo in cassaintegrazione 15.000 persone.A Basiglio (MI) l’Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.Ad Assago già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda informatica.Ad Albino (BG) il cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberiA Brescia 180 dipendenti della Franzoni filati di Esine, 132 della Feltri di Marone, 260 della Niggeler & Kupfer di Ceto, 36 alla Henriette di Castenedolo per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.A San Giuliano Milanese. la San Carlo licenzia 19 lavoratori. A Suzzara (MN) sono 160 i precari IVECO non riconfermati. A Milano la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia). A Ceriano Laghetto (CO) mobilità per 230 dipendenti della Rhodia. A Jerago (VA) 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.
E allla Motorola di Torino sono stati chiusi i cancelli per 300 dipendenti, quasi tutti laureati.
E questo non è che la punta di un iceberg che sta scoppiando inesorabilmente.
Dove finiremo? Quando finiremo?
lunedì 17 novembre 2008
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