sabato 15 novembre 2008

Roma invasa dai cortei

Quattro i cortei che hanno attraversato Roma per confluire tutti in Piazza Navona

La manifestazione indetta da Cgil e Uil contro il decreto Gelmini ha portato a Roma fra studenti, insegnanti, genitori e lavoratori, circa 300.000 persone per gli studenti, 100.000 per la Polizia..
Ad aprire lo spezzone di corteo partito dalla Sapienza studenti 'armati' di scudi di gommapiuma.
Dopo poco l’Onda (così si chiama il movimento spontaneo) è arrivata davanti al palazzo di Montecitorio per protestare contro la riforma Gelmini. Un sit-in estremamente pacifico come hanno gridato gli stessi studenti in coro: «La nostra lotta non è violenza, ma solo difesa della scienza». E ancora: «Siamo arrivati fin qui in maniera pacifica e determinata, in tutta Roma 500.000 studenti hanno sfilato, per rappresentare la propria contrarietà ai provvedimenti del governo e per rivendicare il proprio diritto a una scuola di qualità per tutti. Roma è piena solo di noi». Quindi, rivolti al rais Berlusconi gli studenti hanno rivendicato la propria autonomia:«Non ci rappresenta nessuno», hanno gridato, intendendo dire che non ci sono colori politici, come sostiene il dittatore, ma persone di diversi credi politici uniti contro lo schifo di questa legge. E poi ancora un messaggio: «l'Onda non si fermerà».
Due fantocci con le fattezze di Tremonti e della Gelmini fanno capolino dal corteo degli studenti che sta sfilando. Il fantoccio di Tremonti, raffigurato con un paio di forbici in mano, viene innalzato vicino a quello della Gelmini «perchè - spiegano gli studenti - i responsabili di questo sfacelo sono entrambi».Nel corteo sfila anche una grossa bara con su scritto «pubblica istruzione», e un cartello esposto da alcuni ricercatori che recita: «Berlusconi se hai capelli è merito della ricerca».Lo scoppio di un petardo, lanciato da una finestra di uno stabile all'incrocio tra via Principe Amedeo e via Cavour, ha interrotto per pochi minuti il flusso del corteo. Dopo l'esplosione, che ha generato fumo bianco, gli studenti di passaggio si sono fermati spaventati e hanno intonato in coro: «siamo tutti antifascisti».
Tuttavia la Gelmini manda un messaggio chiaro: «capisco i ragazzi ma non cedo».Una parte consistente del corteo degli studenti universitari a Montecitorio, scandiva slogan contro il Governo Berlusconi come «Noi la crisi non la paghiamo» e «se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città».Parallelamente si è svolto il corteo dei lavoratori dell’Università e della ricerca. 100.000 i presenti secondo gli organizzatori. Polemico il leader Cgil Epifani sullo strappo della Cisl: «Quella di oggi è una grande manifestazione: chi non c’è sbaglia». Secondo Epifani, ogni volta che provano a isolare il sindacato «gli va male: però persistono - ha aggiunto - e perseverare è diabolico». «Noi chiediamo una vera riforma dell’università e della ricerca e non vogliamo difendere quello che c’è ma non si può pensare di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli, che lascerebbe intatti privilegi e storture con una vera riforma». Cortei studenteschi anche in altre città italiane: in 7.000 hanno sfilato a Bari, 10.000 a Milano, poche centinaia a Messina e a Palermo. A Catania occupato il rettorato.

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