giovedì 26 agosto 2010

Alì Orgen Libero - No all'estradizione

Se non parliamo del Kurdistan non possiamo capire l’arresto su richiesta di estradizione della Turchia, di Alì Orgen. Il Kurdistan è un paese negato al suo popolo dall’Iraq, Iran, Siria e dalla Turchia che ne occupano le terre, eppure il Kurdistan ha una sua cultura, una sua lingua, suoi confini, oltre al suo popolo. Ogni giorno la Turchia incarcera, tortura, uccide, usando anche armi chimiche, per reprimere tutte quelle persone che ne rivendicano l’indipendenza, e Alì Orgen è di Bismil, e lotta per una società nuova. In Turchia chiunque osa parlare in lingua curda è arrestato, ogni formazione politica che appoggi o rivendichi l’indipendenza del Kurdistan è bandita. Più volte Amnesty International ha denunciato questo stato di cose in Turchia, ma sempre i poteri forti e le politiche opportunistiche delle grandi lobby hanno zittito e minimizzato lo stato di cose.
Alì Orgen vive a Taranto dal 2003, ma l’amore per il suo paese non è mai morto. La sua storia comincia a complicarsi quando nel 1996 viene arrestato. Dopo tre anni di duro carcere, dove viene spesso torturato, viene condannato a morte, anche se non è accusato di nessun episodio delittuoso o fatto di sangue, ma solo per l’amore del suo paese. La condanna viene poi tramutata in ergastolo prima e in sei anni di reclusione dopo, in un seguirsi di processi farsa, senza mai un avvocato difensore. Nel momento della sentenza comunque ad Alì mancano solo pochi mesi residui di pena, e così gli vengono abbuonati.
A Taranto intanto Alì si rifà una vita nuova, si crea nuove relazioni sociali, si inserisce nel mondo del lavoro, apre un phone center, il primo a Taranto, per permettere a tutti gli stranieri di parlare con i loro cari nei paesi d’origine a prezzi modici, e quel phone center è diventato u punto di riferimento per tutti i migranti di Taranto. Ma nel 2005, per la riforma del codice penale turco, mentre Alì è a Taranto a lavorare, il processo viene riaperto e Alì viene condannato a scontare il residuo di pena.
Quest’anno, quando Alì è andato a rinnovare il permesso di soggiorno, per prima cosa gli è stato rifiutato, e per giunta è arrivata la richiesta di estradizione. Il 18 agosto Alì è stato arrestato e fino ad oggi è in cella di isolamento nel carcere di Taranto, in attesa di decisioni sull’estradizione, che è del tutto ingiustificata. Se dovesse essere estradato Alì rischia di finire nelle carceri turche, fra nuove torture, in condizioni disumane fino alla morte.
Alì non è un terrorista curdo, non è stato coinvolto nell’inchiesta sul terrorismo curdo in Italia, che tra l’altro si è conclusa con un nulla di fatto, e non si basa su questo la richiesta di estradizione. Alì è stata vittima nel 1996 ed è vittima oggi di leggi liberticide.
Chiediamo a tutti i partiti, associazioni, comitati, organizzazioni per i diritti sociali e singoli cittadini, di unirsi per chiedere l’immediata scarcerazione e impedire l’estradizione di Alì Orgen, cittadino curdo, cittadino del mondo.

mercoledì 28 aprile 2010

Sole 24 Ore: i bilanci dei capoluoghi d’Italia e la Puglia

Venezia e Siena sono i comuni capoluogo più ricchi d'Italia. I più poveri Agrigento ed Enna. I piu' indebitati risultano Torino e Milano. Mentre Palermo si presenta come la città in cui in assoluto si investe meno, con una spesa pari a 26 euro a cittadino.
In particolare, Venezia svetta in testa alla classifica delle entrate proprie grazie al contributo sui bilanci che arriva dal Casinò e dai tributi speciali. Su Torino, che e' la città con il maggiore indebitamento (3.450 euro pro-capite) pesa l'effetto Olimpiadi; a seguirla e' Milano che presenta un debito a cittadino di 2.938 euro. La meno indebitata Caltanisetta (42 euro a testa).
Guardando alle entrate tributarie pro capite nei comuni capoluogo italiani, la media risulta di 395 euro. Quanto ai passivi, invece, l'indebitamento medio per abitante e' pari in media a 1.207 euro. Mentre il valore delle spese correnti medie e' pari a 1.060 euro, con quelle per investimenti (in media 398 euro, con quasi tutto il sud al di sotto della cifra) che vedono Palermo all'ultimo posto.

In Puglia il Comune di Lecce è il secondo in Italia, tra i 110 capoluoghi di provincia, per entrate tributarie. Il comune salentino con 805 euro ad abitante è secondo soltanto a Venezia le cui casse però sono adeguatamente rimpinguate dagli introiti che provengono anche dall’attività del Casinò. Per entrate tributare altri due Comuni pugliesi sono al di sopra della media nazionale: Brindisi è al 24esimo posto con 473 euro, Bari al 39esimo con 419, poi Foggia con 371 e Andria con 282 euro.
Il quadro che emerge dal report vede una contrapposizione netta tra il nord e il sud del Paese. Nel settentrione ci sono più spese per gli investimenti e minor costi della politica. Pochi investimenti ed elevati costi per la politica, invece, si trovano nel Sud.
Per quanto riguarda i debiti è Lecce il Comune pugliese con il maggior tasso di indebitamento, con 1.491 euro ad abitante (quasi 330 euro in più della media nazionale). Seguono in graduatoria Foggia con 838 euro, Andria con 755, Brindisi con 609 e Bari con 522.
Al capitolo investimenti, i Comuni della Puglia rimangono attardati rispetto all’altra parte del Paese. È Brindisi il Comune pugliese più spendaccione, ma nonostante i 388 euro a cittadino presenta un dato inferiore alla media nazionale, che è di 398 euro. Tutti gli altri Comuni della Puglia si attardano tra la 58esima posizione di Bari (241 euro) e la 103 di Foggia (appena 82 euro ad abitante).
I costi della politica sono maggiori al Sud: Napoli, Reggio Calabria e Cosenza compongono il podio. Bari con 63 euro a cittadino risulta al quarto posto, Brindisi con 52 euro è in 11esima posizione e Lecce con 34 euro alla 36esima. Più virtuosi in Puglia sono i Comuni di Andria (26 euro) e Foggia (18).

A Brindisi per mantenere i politici ogni brindisino si scuce dalle tasche 52 euro all’anno. Solo in altre dieci città capoluogo d’Italia si paga alla politica uno scotto superiore. Negli altri cento Comuni invece, remunerare amministratori di qualunque rango o levatura, richiede ai contribuenti sforzi economici decisamente più contenuti. Il risultato è che nel Sud il politico costa al cittadino molto di più.

L’indagine del quotidiano finanziario, tuttavia, non si è limitata ad analizzare costi della politica e loro peso sulle tasche del cittadino. Diversi studi sono stati eseguiti per misurare il livello di “ricchezza” di ogni Comune, utilizzando come termometri l’entità delle entrate tributarie procapite, quelle extratributarie, le “proprie” e i debiti. Stimate anche le spese correnti, quelle per gli investimenti e per le spese del personale. Si scopre così che con 805 euro di tasse e imposte pagate da ogni cittadino al proprio municipio, Lecce è non solo la città più ricca della Puglia, ma dell’intero Centro Nord dopo Venezia. E Brindisi? Il capoluogo adriatico si piazza 24esimo, con 473 euro versati a testa dai suoi cittadini nelle casse comunali.

PERCHE’ QUI AL SUD SI STA MORENDO QUANDO I NOSTRI POLITICI SONO PIENI DI SOLDI? PERCHE’ QUESTA ASSURDA POLITICA LADRONA?

E a Villa Castelli? Intanto cresce la raccolta differenziata nei comuni dell’Ato Br/2
e la regione Puglia riduce l’ecotassa sui rifiuti conferiti in discarica.
Il Servizio regionale preposto ha determinato, con atto n.89 del 18 maggio ‘09, di fissare l’ecotassa per tutti e nove comuni a 10 € a tonnellata. La riduzione rispetto a quanto già si pagava non è di quelle che fanno molto clamore: considerando infatti una produzione annua di circa 70.000 t di rifiuti indifferenziati si avrà una riduzione di 70.000 € + IVA; ma la cifra diventa decisamente importante se si pensa a quanto i comuni risparmieranno rispetto a quello che sarebbe stato l’aumento da giugno pari a 5 € a tonnellata che, su base annua, ammonta a 350.000 € + IVA di mancato esborso e in questi tempi di crisi anche per l’erario non è cifra da trascurare.
Ma perchè allora a Villa Castelli, nonostante si risparmi, è stata aumentata la tassa sui rifiuti? Per pagare i "politici" che abbiamo in Comune?

domenica 25 aprile 2010

Principi Attivi 2010


Principi Attivi è l’iniziativa di Bollenti Spiriti per favorire la partecipazione dei giovani pugliesi alla vita attiva e allo sviluppo del territorio attraverso il finanziamento di progetti ideati e realizzati dai giovani stessi.

L’obiettivo è duplice:

* verso i giovani: dare responsabilità, occasioni di apprendimento e di attivazione diretta

* verso la comunità regionale: dare un iniezione di energia e innovazione al sistema sociale ed economico pugliese.

Principi Attivi finanzia gruppi informali di giovani che intendono realizzare:

A. Idee per la tutela e la valorizzazione del territorio
(es: sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano e rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico etc.);

B. Idee per lo sviluppo dell’economia della conoscenza e dell’innovazione (es. innovazioni di prodotto e di processo, media e comunicazione, nuove tecnologie etc.);

C. Idee per l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva (es.qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità etc.).
In caso di approvazione del progetto, i gruppi informali si impegnano a costituire un nuovo soggetto giuridico a propria scelta (associazione, cooperativa, impresa etc.).
Il contributo massimo ammissibile per ciascuna proposta progettuale è di 25.000 Euro per realizzare progetti delle durata massima di 12 mesi.
Il primo bando è stato pubblicato a maggio 2008 ed è scaduto il 31 luglio 2008. Informazioni e risultati dela prima edizione di Principi Attivi sono disponibili in questa pagina.


IL NUOVO BANDO PRINCIPI ATTIVI 2010
Il nuovo bando è stato approvato il 22 febbraio 2010 ed è finanziato con 2.2 milioni di Euro.
Possono presentare progetti giovani cittadini, italiani e stranieri residenti in Puglia, di età compresa tra i 18 e i 32 anni* (nati a partire dal 1 gennaio 1977), organizzati in gruppi di lavoro informali composti da un minimo di 2 persone.

Il bando scade alle ore 13.00 del 14 giugno 2010.

Per informazioni e richieste di chiarimento:
http://bollentispiriti.regione.puglia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=187:principi-attivi-giovani-idee-per-una-puglia-migliore&catid=142:news-dal-territorio&Itemid=1300079

mercoledì 21 aprile 2010

ESSERE FIGLI DEI FIORI

Il periodo che oggi viviamo, agli inizi del 3° millennio, sta diventando vorticoso, volutamente vorticoso, talmente vorticoso da non farci più riflettere sulle cose che ci capitano intorno. La vita sociale negli ultimi 30 anni è diventata una continua corsa verso il nulla di proprio, di autentico, vissuto, partecipato, dedicato. La televisione ed il sistema della mercificazione delle idee prima che delle merci, sta lasciando sulle strade del futuro carcasse di poesie tragiche, di film catastrofici, di violenza gratuita, di fame e povertà, di allontanamento dalla realtà. Stiamo diventando spettatori, stiamo imparando a delegare, a creare miti pur di non muoversi, abituati al nostro falso benessere, seduti sulla nostra poltrona a seguire le reti tv o il blog di riferimento del momento. Continuiamo a dire: “la storia siamo noi”, ma non ci rendiamo conto che non facciamo più la storia, la storia la fanno ora le lobby televisive, e qui in Italia ne sappiamo qualcosa, con Berlusconi, Presidente del Consiglio e di Mediaset, con i conseguenti conflitti di interesse che non gliene importa a nessuno. Oggi poi, sotto i nostri occhi, sotto forma di nuova libertà, sta nascendo il nuovo impero, quello web, controllato da Google e Facebook, che detengono la più grossa banca dati del mondo. E tutti noi ne facciamo parte, e invece non abbiamo la stessa rete nella nostra città.
La verità è che non siamo più in grado di riprenderci la vita, quella sociale, quella che ci ha portato a grandi battaglie sociali, come la legge 194, l’apertura dei manicomi, il divorzio, l’aborto, il no al nucleare, e tanti altri diritti, che ancora oggi, per nostra fortuna, resistono. Ma per quanto? E quando capiremo che la storia ha bisogno della partecipazione sociale per crescere ancora? Il fallimento del sistema capitalistico è sotto gli occhi di tutti, svuotare le banche, farsi prestiti, pur di apparire, di vivere sopra i nostri reali bisogni, solo per arricchire i grandi mostri del nostro tempo, che cosa ha portato? Alla distruzione della classe media italiana, ad esempio, e alle divisioni accentuate fra la classe borghese e il povero operaio. La nostra classe politica è stata sopita per 30 anni, ha lasciato che le imprese entrassero a governare lo Stato, come una sorta di azienda, dove se c’è guadagno va bene, altrimenti, si licenzia, ed ora non sa più come riprendersi la sua stessa vita, partecipazione sociale, ora che ha assistito al fallimento del capitalismo, si arraffa per dire che esiste, ma non dice niente alla gente, niente di tangibile. Ci sono stati momenti dove si poteva fermare questo sistema, almeno rallentarlo, proponendo la scala mobile, garantendo i salari, risolvendo il conflitto di interessi. Invece legge Biagi, precariato, licenziamenti, cassa integrazione sono stati temi tutti persi, senza neanche battagliare, questa è stata la fine della storia della Italia, quella figlia dell’Articolo 1 della Costituzione, sempre bistrattato e mai difeso energicamente. Quella carta scritta sulle montagne da italiani, partigiani, morti per la nostra libertà, oggi è una carta che sembra facile cestinare, specialmente per le nuove generazioni, e sembra non portare con se rivoli di sangue intriso della nostra stessa libertà. Oggi noi dobbiamo riprendere la via della partecipazione sociale e riprenderci la strada. Dobbiamo essere per le vie del mondo, abbandonando le televisioni, i social network, e partecipando alla vita delle nostre città. DAL VIVO. Rifare l’Italia partecipata.
Nella strada ci sono molte sensibilità, molte energie che si muovono per dare respiro e vita a questa terra. Qualcuna crea dolore e tristezza, altre passano inosservate e sembrano insignificanti, mentre si portano con orgoglio avanti nel dolore insito nella vita stessa. Nella convivialità delle differenze c’è la bellezza della convivenza, che è qualcosa di più della tolleranza. Per strada si capisce che non bisogna mai rinunciare alla fede, agli ideali, alle battaglie per i diritti sociali, si vive che bisogna credere di più nella rivoluzione che è in noi stessi, nella conversione permanente, di confidare che Dio saprà capire anche quelli che credono di non esistere. Oggi, disimparato l’odio, bisogna ricredere nell’amore, nei figli dei fiori, nei naturalisti, nelle feste in campagna, nelle manifestazioni per difendere il nostro ambiente,
sentire la tutela della vita, la difesa del vivente, dire basta alla mercificazione e alla privatizzazione della vita. Il tema fondativo del futuro è la costruzione della vita nelle forme di comunità. Come si è sempre fatto in passato nelle nostre famiglie, bisogna ricreare il clima della familiarità dei rapporti, dell’aiutarsi a vicenda, del donare, dell’allevare, accudire, ascoltare, amare.
E bisogna ritornare a noi stessi, alla nostra più grande ricchezza, il nostro cervello, alle nostre risorse, i nostri sensi, sentirsi il centro dell’universo, facenti parte del vento, del sole, dell’acqua, della terra, nel bene e nel male, nella vita terrena e nell’aldilà. Noi siamo eterni, diamo ogni giorno qualcosa di noi, la nostra vita. Non è vero come ci dice la cultura imperialista che siamo poveri. Non è vero che si nasce poveri, e come dice Don Tonino Bello, si può nascere poeti, non poveri, poveri si diventa. Cambiare modo di vedere il nostro sociale non è difficile se si prova. Farsi portatore di pace, di messaggi sociali non deve significare disprezzo della attuale visione capitalistica della ricchezza, bisogna rispettare le idee altrui, ma esporre le nostre. Significa accendere una fiammella più che parlare del buio della falsa ricchezza del capitalismo, e far prendere coscienza a tutti della realtà sociale che sta oltre. Significa divenire esempio della "ulteriorità", prima che condannare, imparare ad annunciare. Rinunciare alla ricchezza per essere più liberi. La filosofia interpreta i beni della terra come palla al piede che frena la speditezza del passo, come catena che ti impedisce di volare.
Chi vuole riprendersi la vita sociale, la sua dimensione felice e naturale, deve rinunciare alla cultura del benessere, deve alleggerirsi dei "tir" delle stupide sicurezze materiali, deve essere portatore di progetti sociali. Di fronte alla decadenza della cultura a favore del materialismo più sfrenato, davanti alla ingiusta distribuzione delle ricchezze, non si può tacere. E non si può tacere dinanzi allo spreco che porta il consumismo, alla distruzione delle risorse ambientali, alla distruzione della natura. E bisogna gridare contro quelle economie che riducono a cenere e guerra intere nazioni, che provocano la morte per fame di cinquanta milioni di persone all'anno, mentre per gli armamenti si impiegano cifre enormi e si lascia solo desolazione e guerra.La nostra ricchezza invece deve essere la condivisione della sofferenza altrui, che si fa protesta, stimolo, proposta, progetto.
La storia sembra ripetersi, come nel XIII secolo, quando ci fu uno spirito di riforma volto contro la corruzione dei costumi degli ecclesiastici del tempo, troppo coinvolti negli interessi materiali e politici, nella sanguinosa lotta alle investiture. Allora ci fu la fioritura delle ricche città stato che, se da una parte arricchì una parte del popolo, determinò la formazione di quei ricchi ceti mercantili che acquistava potere a scapito della vecchia nobiltà feudale, facendo della vita metropolitana il centro della civiltà, pur lasciandovi dentro larghissime fette del ceto contadino più indigente. Disuguaglianza sociale feroce, ma anche crisi dell'assetto sociale medievale che vide coinvolto Francesco d’Assisi in prima persona mentre esercitava la professione di mercante. E con la sua figura rinacque lo spirito di fratellanza, di povertà, di convivialità. Ecco, oggi dobbiamo imparare dalla storia, medioevale e moderna, e farne un motivo in più per riprenderci l’amore, la natura, la libertà, il lavoro, la dignità, la centralità della nostra esistenza. Il Tao, simbolo dell’unicità del mondo nelle sua bivalenza, simbolo per antonomasia di Francesco, deve ricordarci una grande verità: la nostra vita, salvata e redenta dall'amore, deve diventare, ogni giorno di più, vita nuova, vita donata per amore. Portando questo segno viviamone la spiritualità, rendiamo ragione della "speranza che é in noi", ci riconosciamo portatori di vita e amore.

Pino Ciraci

martedì 20 aprile 2010

" In piedi, costruttori di Pace "

Non abbiate paura! Non lasciatevi sgomentare dalle dissertazioni che squalificano come fondamentalismolanelito di voler cogliere nel qui e nelloggi della Storiai primi frutti del Regno,Sono interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio, sulla lottaper il cambiamento dei modelli di sviluppoche provocano dipendenza, fame e miserianel Sud del mondo, e distruzione dellambiente naturale.Fin dai tempi dellEsodo, non sono più estranee alla Parola del Signore le fatiche di liberazionedegli oppressi dal giogo dei moderni faraoni.Coraggio! Non dobbiamo tacere, braccati dal timoreche venga chiamata orizzontalismo la nostra ribellione contro le inquinità che schiacciano i poveri. Gesù Cristo, che scruta i cuori e che non ci stanchiamo di implorare, sa che in nostro amore per gli ultimi coincide con lamore per Lui.Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, che la politica dei blocchi è iniqua, che la remissione dei debiti del Terzo Mondo è appena un acconto sulla restituzione del nostro debito ai due terzi del mondo, che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogeneacon quella del Vangelo, che la nonviolenza attivaè criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena. se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece di essere ceri pasquali.

Don Tonino, vescovo

Caro don Tonino ho nostalgia di te


Caro don Tonino,

faccio sempre il gioco di provare a guardare il mondo mettendomi dal punto di vista delle tue parole, inseguendo il tuo sguardo, inerpicandomi sulle vette delle tue domande rivolte al gregge ma anche ai pastori, smarrendomi lungo le latitudini sconfinate del tuo pensiero di dio: del dio che danza sulle gambe dei poveri, che si fa compagno piuttosto che giudice della storia umana, che carezza i perdenti e annuncia la novella di una resurrezione dalla morte che stringe un nodo potente tra il divino e l'umano, tra il tempo e l'eternità. Ma penso che i tuoi occhi, a poter vedere in rapida sequenza il film di questi anni cupi che ci separano dalla tua scomparsa, sarebbero abbagliati dalla luce sporca dello scandalo. Siamo in un punto buio della notte, ci siamo pure persi la sentinella biblica a cui chiedere notizie sull'arrivo di una agognata alba, forse ci siamo abituati alle luci artificiali e il tempo dell'attesa (dell'Avvento) si è come impigliato in un orologio da supermarket: una immensa nube tossica di oblio, di indolente distrazione, di colpevoli amnesie, assedia il nostro presente. Se non conosci il passato, il suo ritmo e la sua fatica, rischi di non imparare il confine tra il bene e il male, rischi di non imparare l'arte difficile del discernimento. La coniugazione di Sant'Agostino dei tre tempi del presente (il passato del presente, il presente del presente, il futuro del presente) si sfrangia nell'attimo fuggente del vortice consumista. Il futuro è ipotecato dal virus produttivo ed esistenziale della precarietà. Il mondo è globale nelle truffe finanziarie ma è maledettamente territorializzato nelle patrie della purezza etnica o della solidarietà mafiosa e corporativa. Vedi, don Tonino, io sento nostalgia struggente della tua voce e della tua cosmogonia, perchè ho l'impressione che le cose si siano fatte molto più complicate. L'eroe del nostro tempo non è certo quel tuo samaritano o zingaro o beduino che dinanzi a una qualunque vittima (e dunque dinanzi al calvario di Cristo) «lo vide e ne ebbe compassione». Il sacerdote e il levita che hanno una certa fretta autostradale, lungo la Gerusalemme-Gerico della nostra quotidianità, saranno loro i nostri pedagoghi, la nostra fredda cattedra di realismo benpensante. Oggi vincono e convincono quelli che non hanno tempo per occuparsi di vittime, di poveri, di esuberi, di quelle «pietre di scarto» che nel Vangelo saranno le «pietre angolari» dell'edificio della salvezza: quelli che girano lo sguardo da un'altra parte, quelli che fingono di non vedere l'orrore, quelli sono gli eroi di cartapesta del nostro immaginario e della nostra etica pubblica. Oggi gli afflitti vengono ulteriormente afflitti e i consolati ulteriormente consolati. Sembra un universo capovolto con un dio seriale e mediatico, talvolta usato come un sedativo o magari un eccitante spirituale, come un Internet teologico. La crisi del mondo scopre le proprie carte persino con uno sconosciuto vulcano islandese che, risvegliandosi ed eruttando, con la sua nube premonitrice avvolge l'intera Europa. Non c'è varco che indichi l'intangibilità della vita: l'economia appiccica prezzi e toglie valore alle persone, la mercificazione non ha senso del limite, anche i bambini sono merce-lavoro esposti a qualsivoglia violazione, i vecchi sono delocalizzati dalla finanza domestica e rottamati o esiliati, le donne pagano a prezzo salatissimo la rivendicazione della propria libertà (cioè della propria dignità), torna la stagione degli acchiappafantasmi. Ognuno ha la propria ossessione, il proprio fantasma da esorcizzare. Torna, come se la storia si fosse del tutto ammutolita, la ruvida antropologia dell'antisemitismo, c'è chi vorrebbe metter su un Ku Klux Klan in versione padana, gli stranieri sono l'extra della nostra umanità, oltre che della nostra comunità: appunto, extra-comunitari. E poi clandestini. Figli di un altro dio, di nessun dio. La pace di Isaia, il disarmo dei pacifisti, il digiuno che purifica, l'astinenza dall'odio: dov'è tutto questo, carissimo don Tonino? Dov'è la Pasqua della responsabilità sociale e della convivialità culturale? Anche la Chiesa spesso pare più vocata all'autodifesa che non all'annuncio. L'Annuncio, sì carissimo pastore, quello che tu hai saputo incarnare nella ferialità di un amore senza misura («charitas sine modo»): amore capace di giudizio storico, capace di passione civile, capace di condivisione radicale. Tu sapevi essere la sentinella che annuncia l'alba. E i tuoi scritti, le tue preghiere, le tue sacre sfuriate, la tua dolcezza accogliente, erano fasci di luce che illuminavano i nostri passi. Ti ho scritto questa lettera in tono apocalittico, perchè tu mi hai insegnato che bisogna denunciare il male non per stimolare cinismo e rassegnazione, ma per allenare la coscienza alla ricerca del bene, del giusto, del bello. Ora che comincio a misurare l'agenda dei miei ricordi in decenni, ora che mi capita di avere più confidenza con la tristezza dei lutti, ora sento più forte la tua voce (quella tua salentinità planetaria) che ci dice di rallegrarci, di saper scorgere il profilo dell'aurora anche quando ci si senta sprofondati nel buio degli abissi. Don Tonino, la tua santità continua a dare luce e calore. A me, a tanti. Sempre ci accoglie la tua ala di riserva.

Nichi Vendola

da: La Gazzetta del Mezzogiorno

venerdì 16 aprile 2010

VIVA LA PACE NO ALLA GUERRA


Chiunque è nemico di Berlusconi è comunista e terrorista, questo lo si sa da tempo, questo abbiamo dovuto imparare a memoria dettato da Berlusconi attraverso i suoi media, le sue tv, e da tempo Berlusconi ci minaccia con questa paura dell’essere tacciati di terrorismo se si parla contro di lui, che a suo dire vuol significare parlare male dell’Italia.
Berlusconi non è l’Italia, e sicuramente non lo è più, vista la pesante sconfitta elettorale che il PDL ha avuto. Questa ennesima strategia di potere, che si sviluppa attraverso le televisioni e i media, è l’ultima spiaggia per un personaggio ormai in decadenza, ma non per questo non pericoloso, e di questa consapevolezza dobbiamo fare tesoro. Tesoro per scavare nei baratri che lascia aperta la ferita della fine del berlusconismo, sapendo cogliere le essenze della sua naturale fine. La pace contro la guerra, questo è un presupposto, non è un ritorno al passato, ai figli dei fiori, ai pacifisti, ma un ritorno a noi stessi, a capire e percepire i valori base su cui fondare la rinascita dell’alternativa.
E questi presupposti che sono la natura, per cui l’ambiente, la pace, per cui no alla guerra, sono ideali da cui ripartire.
La primavera con i suoi colori, la sua energia è un’ottima stagione per ripartire con forza, energie nuove, idee, entusiasmi, e stare fuori tra la gente, nei campi, sulle spiagge, semplicemente essere orgogliosi di avere ideali e portarli avanti insieme.
Ha detto ieri Gino Strada che l’uso fatto del termine terrorista nel corso della storia e’ stato spesso affibbiato da molti ai propri avversari, ed e’ stato anche reciproco, ed ha sottolineato come in Italia alcuni decenni fa c’era chi definiva terroristi i partigiani. Ma il terrorista usa la violenza o usa la pace?

il pacifismo è un sogno, forse mai realizzabile, certo qualcosa ci dice che stiamo da una parte, e sappiamo che esiste l’altra parte, ma lotteremo per le nostre idee sperando di convincere sempre più gente che la nostra idea di vita, fatta di natura, cultura, lavoro, solidarietà, umanità, democrazia, libertà, dignità, pace, amore, è una grande opportunità di vita sociale.

Pino Ciraci

Rinnovabili, la Regione Puglia: “Deroga alla sentenza della Consulta”

In attesa dell’emanazione delle linee guida per i procedimenti autorizzativi degli impianti a fonti rinnovabili, previsti dal decreto legislativo 387 del 2003, gli operatori del settore chiede certezze. Un coro cui si uniscono anche i territori che nell’energia pulita hanno intravisto un’importante occasione di rilancio economico.

E’ il caso della Puglia, colpita da una sentenza della Corte Costituzione che ha bocciato alcuni importanti articoli della legge n.31 del 2008 sulle fonti rinnovabili, e in particolare la norma che introduceva una procedura semplifica (la dichiarazione di inizio attività) per impianti fino a 1 MW.

Cosa accadrà ora? Se lo chiedono un po’ tutti, dagli operatori del settore che hanno investito ingenti somme nelle risorse rinnovabili pugliesi agli stessi amministratori locali. Per porre ordine al caos autorizzazioni, Loredana Capone, vice presidente della Regione Puglia, chiede allo Stato “una deroga alla sentenza della Consulta affinché gli operatori e le banche che si sono già esposti non perdano investimenti per 4,5 miliardi di euro”.
Capone, intervenendo ieri al convegno di presentazione del primo Irex Annual Report di Althesys, ha difeso l’operato della Regione sostenendo che la legge n. 38 è intervenuta solo per “colmare una lacuna nazionale” e per creare un processo autorizzativo più semplice allo scopo di “attirare investimenti”. A questo punto “sarebbe assurdo tagliare la gambe al settore trainante dell’economia regionale, fermando una macchina che ha fatto della Puglia il leader europeo delle rinnovabili dopo la Germania.

In ballo – ha concluso la vice di Nichi Vendola – ci sono circa 30mila posti di lavoro

ACQUEDOTTO PUGLIESE: ROMANO (PD) CONTRO CHIUSURA UFFICI DI BRINDISI

Il consigliere regionale della Puglia Giuseppe Romano (PD) interviene 'con determinazione sulla chiusura degli uffici di Brindisi dell'Acquedotto Pugliese. ''Si e' appreso - ricorda - che il Compartimento brindisino dell'Aqp sara' soppresso ed accorpato a quello di Taranto, mentre a Brindisi restera' aperto soltanto un punto di front-office. Si tratta dell'ennesimo schiaffo che subiscono i cittadini della provincia di Brindisi visto che pian piano stanno chiudendo i battenti numerosi uffici pubblici, con la conseguente penalizzazione per chi e' costretto a spostarsi a Taranto, Lecce, se non addirittura a Bari''.

Romano ha chiesto un incontro immediato all'amministratore delegato dell'Acquedotto Pugliese, allo scopo di evitare che decisioni cosi' importanti vengano assunte sulla testa della gente e dei lavoratori interessati senza alcun preventivo confronto con chi amministra il territorio e con le organizzazioni sindacali.

''Mi auguro che almeno in questa occasione - conclude - si riescano a superare divisioni e conflitti per fare corpo unico e difendere gli interessi dei cittadini del territorio brindisino''.

giovedì 15 aprile 2010

Caro Fabio Mussi, per una sinistra migliore

Caro Fabio, la tua analisi della politica italiana del centrosinistra m trova d’accordo in molti punti. Qui riepilogo quello che tu sostieni parlando al popolo del PD:

E’ rimasta un’Italia clericale e xenofoba, populista e mafiosa., reazionaria e secessionista, una Italia dove i cittadini saranno sottoposti alla legge, i potenti e i governanti tutti no; dove sempre più i poveri pagheranno le tasse e loro no; dove avranno un futuro certo solo i loro figli. Così finisce la Repubblica e l’opera delle generazioni antifasciste che hanno edificato la Repubblica democratica e la nostra Costituzione. Ormai è una valanga da fermare.. Il PD è fallito e il fallimento del progetto del Partito democratico ha portato tutto il centrosinistra, tutto il campo democratico e di sinistra in un vicolo cieco.
Berlusconi e la Lega hanno dilagato e si muovono rapidi e risoluti per le loro riforme.Alle ultime elezioni la Lega si rafforza più di chiunque altro e specialmente nelle regioni rosse. Il Pdl perde voti, e tuttavia la coppia vincente risulta esattamente la Berlusconi-Bossi.
Perché? Perchè non si è aperta una crisi del berlusconismo? Con tutto quello che si è visto e sentito, su Berlusconi e la sua corte, in questi mesi, e le prepotenze, e l’informazione imbavagliata, e gli abusi del potere, e la crisi economica, le famiglie che stentano e il lavoro che manca, e il massacro delle nuove generazioni, avrebbe dovuto essere già minoranza..
Semplicemente perché, com’è noto, nella società dell’informazione, i bassi profili, le mezze parole, le posizioni “moderate” diventano invisibili. Partiti e movimenti che non riescono più a creare senso comune, sono finiti.
A sinistra, una debole cultura critica, un malinteso senso della moderazione e del “centrismo” programmatico, ha prodotto una politica debole.
Il paradosso è che in Italia l’opposizione è ragionevolmente “riformista”, mentre la destra di governo si autodetermina come fieramente “rivoluzionaria”. Alla fine, la politica si parla nella lingua della destra, padrona delle parole e dell’agenda pubblica.
Se si dice “riforme “,tutti pensano ad un solo elenco: Costituzione, giustizia, federalismo, presidenzialismo, intercettazioni etc.
Eppure mai come oggi è importante la Grande Riforma del sistema globale (lavoro, finanza, mercati, ambiente, con quel che segue in termini di diritti, giustizia e libertà umana.
La crisi economica sta diventando crisi della democrazia? E’ proprio impossibile cambiare agenda? O imporre nella società temi che soli costituiscono la ragion d’essere di una sinistra?
Cari amici e compagni, non bisogna forse allora tornare ai fondamenti? Occorre reagire. E ci vuole coraggio. Personalità adulte, se si accorgono di aver fatto passi sbagliati, tornano sui loro passi, o cambiano strada. In Ungheria, i costumi tradizionali prevedono camicie con lunghissime file di bottoni. C’è un detto: “Se, abbottonando l’ultimo bottone, ti accorgi di avere sbagliato il primo, c’è una sola cosa da fare: sbottonare tutto, e ricominciare da capo”. Forse la sinistra e il centrosinistra devono provare a ricominciare proprio da lì, dal primo bottone nell’asola sbagliata.
Cari compagni e amici del Partito democratico, proviamo a riformulare il progetto. Idee, assetti, struttura del nostro campo. Bisogna desiderare molto per ottenere qualcosa. Desiderare per il nostro Paese, naturalmente, e non per noi stessi.

Questo è il sunto del tuo discorso.


A proposito io penso che Sinistra Ecologia Libertà è ormai il partito di riferimento per la sinistra italiana tutta. Lo è per le idee innovative espresse in politica, per aver creduto ai giovani e aver creato per loro dei percorsi alternativi, per il nuovo modo di avvicinarsi ai cittadini, per la maniera trasparente con cui vengono portati avanti i progetti ed i lavori istituzionali, per l’uso innovativo del multimediale. In più per moltissime iniziative di vitale importanza, come la battaglia al lavoro nero con la legge di contrasto, la battaglia per l’acqua pubblica, lo sviluppo della Ricerca Scientifica, e poi il No secco alle Centrali nucleari, la politica delle energie alternative, i Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al futuro, la Salvaguardia della natura e del paesaggio rurale e rupestre.

Certo c’è moltissimo da fare, come per tre settori molto importanti dell’economia pugliese, settori che sono i problemi principali da affrontare nell’immediato, come la Sanità, l’agricoltura e le infrastrutture. Risolvere questi problemi vuol dire risolvere il problema di indebitamento della Regione e creare nuovi posti di lavoro. Il lavoro e l’uomo in libertà e dignità sono la scommessa vincente della politica oggi.

Socialisti, IDV, Radicali, PD seguono ormai gli slogan del SEL, ma cercano di mantenere gli apparati, continuano a pensare sempre prima alle poltrone. Ma non sono gli slogan la fortuna di Nichi Vendola e non sappiamo se sarà il SEL o se il SEL sparirà, visto che Vendola sostiene che i partiti sono la fine delle idee, scatole chiuse.
Per battere la destra occorre lavorare per un centrosinistra che guardi al Paese e non a se stesso, che ritrovi lo spirito delle battaglie sociali.

La poesia dei fatti di Nichi in Puglia ci insegna che una sinistra capace, una sinistra che coniughi l’uomo e il lavoro in un connubio di entità, e’ una scelta vincente.
Sinistra Ecologia Libertà può e deve dare il proprio contributo alla rinascita del Paese, oggi è la terza forza del centrosinistra e dimostra di essere un progetto politico radicato in tutto Italia.
E’ l’unico partito oggi che riesce a parlare con la gente, come sta facendo la Lega nel Nord abbandonato dalle forze del centrosinistra. Bisogna battere il populismo di questo governo nella vita sociale di tutti i giorni prima ancora che nelle urne, pensando alle Politiche del 2013.
E dobbiamo guardare al futuro partendo dal futuro del lavoro e della formazione per integrarsi con l’innovazione tecnologica.
La situazione sappiamo non è allegra ed ha investito tutto il mondo, il morso della crisi si fa sentire; e segnali veri di ripresa ci saranno nel 2011 secondo gli esperti. In questo periodo, dove la destra stenta a ripartire, dobbiamo ripartire dal sociale, interrogarlo, influenzarlo, renderlo partecipe, è indispensabile la presenza nei settori del sociale. L’impegno che il centrosinistra in Puglia ha profuso contro il precariato ha dato risultati importanti, ma é una goccia nel mare. Il lavoro non é in crisi solo sotto il profilo statistico, ma è una tendenza che si può e si deve invertire. Il lavoro competente é anche il tramite con cui si restituisce centralità ad una condizione smarrita, ad una dignità speriamo ritrovata.
L’essere umano non é quello che consuma, ma quello che fa e produce.

E queste sono e devono essere le politiche giuste per L’Italia Migliore, non nei media, sui blog, su facebook o twitter, su youtube, nei quotidiani, ma nella vita reale che noi cittadini respiriamo ogni giorno.

Pino Ciraci

COME AVERE LA BENZINA A META'PREZZO ? FATE CIRCOLARE

Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici. Benzina a metà prezzo? Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere. Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.50 Euro al litro. UNITI possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo intelligente e solidale. La parola d'ordine è 'colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli'. Posta l'idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi,si tratta solo di un pieno differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno!), c'è un sistema che invece li farà ridere pochissimo, purché si agisca in tanti. Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia da 0,95 e 1 Euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà. I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende: bisogna usare il potere che abbiamo. La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si compri più benzina dalle 2 più grosse compagnie, SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano un'unica compagnia. Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi. Per farcela, però dobbiamo essere milioni di NON-clienti di Esso e Shell, in tutto il mondo. Questo messaggio se lo trasmette, possiamo farcela Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla 'settima generazione', avremo raggiunto e informato 30 milioni di consumatori! Inviate dunque questo messaggio a dieci persone chiedendo loro di fare altrettanto. Se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare circa trecento milioni di persone in otto giorni! E' certo che, ad agire così, non abbiamo niente da perdere, non vi pare?

Chi se ne frega per un po' di bollini e regali e baggianate che ci vincolano a queste compagnie. Coraggio, diamoci da fare!!!

dal blog di beppe Grillo

Aderisci all'appello contro la diossina ai neonati


APPELLO A TUTTE LE DONNE NELLE ISTITUZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI



Con il sostegno dell'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente ISDE Parlare del latte materno contaminato da sostanze inquinanti, tossiche e pericolose vuol dire sollevare il velo su una questione che mette in crisi, che fa venire i brividi, che ci fa riflettere sul livello di degenerazione raggiunto. Oramai l'argomento non può più essere taciuto e prendere coscienza del fatto che l’alimento più prezioso al mondo contenga quantità elevate di sostanze pericolose e cancerogene, specie se proveniente da mamme residenti in territori industrializzati, non può più essere questione di pochi specialisti di settore, ma è ora che anche le persone comuni, soprattutto le donne che allattano, o che sono in procinto di farlo, siano informate e siano messe in grado di opporsi a questa “barbarie di specie”. ANCHE IL LATTE MATERNO E’ GRAVEMENTE INQUINATO! L'umanità distrugge la sua stessa discendenza! Occasioni per parlarne non ne sono mai mancate, ma stavolta la questione è venuta prepotentemente alla ribalta grazie a due mamme, residenti in area di ricaduta dell’inceneritore di Montale (Pt), che si sono volontariamente sottoposte all’analisi del proprio latte. L’analisi del latte è stata eseguita in un laboratorio accreditato ed i campioni provengono da madri di circa 30 anni, con stili di vita sani ma con storie diverse (al primo parto / più parti e pregressi aborti). I costi degli esami sono stati sostenuti dal Comitato Contro l’inceneritore di Montale, grazie ai contributi dei cittadini desiderosi di conoscere lo stato di salute della popolazione, in particolare dei bambini, che da oltre 30 anni subisce le emissioni dell’inceneritore, che brucia rifiuti urbani, ma non solo. Le analisi hanno confermato quello che era già stato evidenziato dai campionamenti fatti da ASL e ARPAT sui terreni e sugli alimenti: pesante contaminazione da diossine e PCB. Purtroppo, così come niente è stato fatto per impedire la produzione vendita e commercializzazione dei cibi contaminati provenienti dalle zone poste in area di ricaduta dell’impianto (polli pesantemente contaminati da diossina che continuano ad essere mangiati) niente viene fatto neppure per la contaminazione del latte materno. Eppure che l’inceneritore sia parte in causa della pesante contaminazione ormai è fuori di dubbio! Il profilo di 12 molecole diossino-simili appartenenti ai Policlorobifenili (PCB dioxin-like) riscontrati nei campioni di latte materno è del tutto sovrapponibile al profilo dei PCB emessi dall’impianto (analisi a camino di ARPA e del gestore) ed a quello dei PCB riscontrati nelle carni di pollo. Questa è l'ulteriore conferma di come diossine e PCB che escono dai camini degli inceneritori di vecchia e nuova generazione si ritrovano poi nei terreni, nei cibi che mangiamo, nell'acqua e... alla fine della catena, nel latte materno e poi nei nostri bambini. ALLATTARE I PROPRI FIGLI CON SERENITA’ E’ UN DIRITTO BASILARE: LE DONNE VOGLIONO TRASMETTERE LA VITA E NON VELENI AI PROPRI FIGLI Amministratori e ASL, alle preoccupate proteste dei cittadini, hanno risposto che il livello di contaminazione è alto, ma tant’è…. questo succede in tutte le realtà industrializzate! Abbiamo scoperto che dicono il vero… questa è la pesante realtà che si registra in tutte le aree dove sono in funzione impianti di incenerimento, impianti industriali e quant’altro Noi, donne che ci firmiamo DONNE PER LA VITA, ci chiediamo e chiediamo a voi: E’ questo il progresso? I nostri bambini sono sempre più ammalati: allergie, asma, infezioni respiratorie, , ma anche tumori: è questo ciò che vogliamo per loro? E’ questo il futuro che stiamo preparando ai nostri figli ? Davvero vogliamo una società che non solo brucia risorse, quando potrebbe riutilizzarle, ma che brucia anche la vita?

NOI DICIAMO BASTA!

Noi vogliamo la SALUTE per i nostri figli

Noi non vogliamo avvelenarli già prima di nascere e poi col nostro latte!

Facciamo appello alla vostra ragione, al senso di responsabilità, all’amore, all’affetto che anche voi non potete non nutrire verso le vostre creature, unitevi a noi per fermare questo scempio, siate anche voi Donne per la Vita!


Per l'adesione scrivete a: dottoressa Patrizia Gentilini patrizia.gentilini@villapacinotti.it indicando il vostro nome e cognome e la vostra città.


Tramite il Comitato per Taranto

La Puglia è migliore

Sinistra Ecologia Libertà: una nuova Sinistra in un nuova Italia.

Sinistra Ecologia Libertà è ormai il partito di riferimento in Puglia. Lo è per le idee innovative espresse in politica, per il nuovo modo di avvicinarsi ai cittadini, per la maniera trasparente con cui vengono portati avanti i progetti ed i lavori istituzionali, per l’uso innovativo del multimediale. In più la Puglia è la regione premiata per moltissime iniziative di vitale importanza, come la battaglia al lavoro nero con la legge di contrasto,con il grande aiuto di Marco Barbieri, la battaglia per l’acqua pubblica, lo sviluppo della Ricerca Scientifica, e poi il No secco alle Centrali nucleari, la politica delle energie alternative, i Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al futuro, Laboratori Urbani, la salvaguardia della natura e del paesaggio rurale e rupestre, lo sviluppo dell’agricoltura e la difesa dell’olio di oliva secolare e tanto da riempire un libro. Sinistra Ecologia Libertà deve con questi numeri essere il partito di tutta la Puglia, di tutti i pugliesi, e servire da esempio da esportare per tutta l’Italia. I socialisti, il partito di Di Pietro, i radicali di Emma Bonino, seguono ormai i nostri slogan, dicono le nostre parole. Il centrosinistra e il PD che si interrogano cercano nel SEL risposte, ma cercano di mantenere gli apparati. Questi partiti hanno fatto una serie di incontri sull’impegno per un nuovo centrosinistra vincente in Italia, ma continuano a pensare sempre prima alle loro poltrone. Per battere la destra occorre lavorare per un centrosinistra che guardi al Paese e non a se stesso, come fa ancora il centrosinistra, che metta da parte gli infiniti “salvo prima me stesso”, che ritrovi lo spirito delle grandi battaglie ideali e sociali. Aprire al centrosinistra che oggi e senza un disegno politico coerente e’ solo perdita di tempo. L’Italia va verso la Lega se non vede fatti e progetti validi. La poesia dei fatti di Nichi in Puglia ci insegna che una sinistra capace e’ una scelta vincente. Sinistra Ecologia Libertà può e deve dare il proprio contributo alla rinascita del Paese, oggi è la terza forza del centrosinistra e dimostra di essere un progetto politico radicato in tutto Italia. E’ l’unico partito oggi che riesce a parlare con la gente, come sta facendo la Lega nel Nord abbandonato dalle forze del centrosinistra. Bisogna battere il populismo di questo governo nella vita sociale di tutti i giorni prima ancora che nelle urne, pensando alle Politiche del 2013. E dobbiamo guardare al futuro partendo dal futuro del lavoro e della formazione per integrarsi con l’innovazione tecnologica. Se seguiremo ancora le logiche del taglio selvaggio care al ministro Gelmini, il futuro sarà nerissimo, ma dalla Puglia abbiamo visto come si può contrastare questo meccanismo selvaggio con il sistema della formazione e della ricerca. La situazione sappiamo non è allegra ed ha investito tutto il mondo, il morso della crisi si fa sentire; ma l’impegno che la Puglia ha profuso contro il precariato ha dato risultati importanti, ma é una goccia nel mare. Il lavoro non é in crisi solo sotto il profilo statistico, ma è una tendenza che si può e si deve invertire. Il lavoro competente é anche il tramite con cui si restituisce centralità ad una condizione smarrita. L’essere umano non é quello che consuma, ma quello che fa e produce. E queste sono e devono essere le politiche giuste per L’Italia Migliore.

Pino Ciraci

PD: Tarantino e Casone su stato disoccupazione in provincia di Brindisi

I dati sull’occupazione resi noti recentemente dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Brindisi confermano le preoccupazioni più volte espresse dal Partito Democratico rispetto allo stato dello sviluppo e dell’occupazione nel Mezzogiorno e,segnatamente, nella nostra realtà. Rispetto al complesso dei numeri che segnalano lo stato di sofferenza occupazionale, desideriamo evidenziare come gli stessi sono alterati nella loro oggettività dalla ormai consolidata ritrosia dei giovani e dei disoccupati in genere in cerca di lavoro ad iscriversi nelle liste di collocamento: ciò aggrava il significato dei dati, specie per la fascia dei giovani e delle donne oltre a segnare il preoccupante stato di sfiducia da parte degli stessi sulla funzionalità del sistema. Inoltre la persistenza degli alti livelli di disoccupazione e dei bassi livelli di occupazione della popolazione attiva evidenzia che ci troviamo di fronte ad una crisi di sviluppo molto lunga, acuita dall’assenza negli ultimi due anni di una reale politica governativa attenta alla gravità della situazione meridionale: le risorse pubbliche per il Sud sono solo annunciate ma mai erogate, a fronte di una crescente destinazione di finanziamenti a settori ben determinati del Nord. Sono necessarie ben altre politiche economiche, specie nel settore industriale, agricolo e nelle infrastrutture. Politiche che garantiscano il rafforzamento dei grandi impianti produttivi che operano sul mercato internazionale e la rivitalizzazione delle piccole e media imprese in una logica di rete e/o di distretto secondo le specificità di settore. Il tutto avendo come obiettivo principale lo sviluppo occupazionale. E’ necessario un forte intervento immediato, rendendo esecutivi i programmi di sviluppo presentati dalla Regione Puglia con la destinazione delle risorse nazionali ed europee, a partire dai FAS, riattivando gli strumenti automatici di incentivazione messi in campo dal Governo Prodi e cancellati dal Governo Berlusconi, finalizzati proprio agli investimenti ed alla crescita occupazionale, mettendo in campo una forte sinergia tra mondo delle imprese, mondo del lavoro ed Istituzioni territoriali PD Brindisi

a firma Tarantino Casone,

E, aggiungo, è importante farlo davvero e subito un intervento forte, non rimandando tante opportunità di sviluppo, come si sta facendo negli ultimi mesi, almeno da non pensare che tanto di quello deto sia stata solo campagna elettorale, e non sarebbe davvero serio per la sinistra pugliese.

Pino Ciraci

OGNI GIORNO SVEGLIARSI


OGNI GIORNO SVEGLIARSI,

alle quattro del mattino, non per andare al lavoro, ma perché hai gli incubi, e dopo non aver dormito, perché i pensieri sono tantissimi, e pensare che, senza calcolare le priorità, tanto forse non le puoi avere, devi pensare a far fare la passeggiata a Jack, il tuo amico cane, perché lui non può vivere chiuso in quattro mura ed ha diritto ad uscire almeno due volte al giorno, devi pensare che Jack e Ciccia, la gatta, devono mangiare e fare i propri bisogni, e devono anche essere vaccinati e curati, oltre che giocare, per cui devi procurargli il cibo, le medicine e i giocattoli, devi pensare che la tua ragazza, laureata, ha diritto ad un lavoro, magari adeguato agli studi, ma purtroppo, solo in campagna, e devi chiedere aiuto ai caporali, altrimenti non lavori, ed adeguarti a prendere uno stipendio di quattrocento euro mensili per soli sei mesi, dove quello che risulta non è quello che percepisci, e fai le lotte per cambiare queste cose, ma chi hai fatto eleggere si dimentica subito di te, le lotte che fai ed hai fatto non sono servite, e continui a sperare, a credere, tanto sai che niente cambierà per i poveri ed i soli, devi pensare che stai vivendo grazie alla pensione di tua madre, ottantatreenne, e sai che lei percepisce solo millecento euro e con quelli bisogna pagare le spese di casa sua, di quella dove ti permette di vivere, le spese della campagna, delle sue medicine, della tua auto, dei nostri bisogni, del cibo,….. devi pensare che hai chiesto aiuto al tuo Comune, ma l’unica risposta che hai avuto è che ce ne sono tanti peggio di te, e devi arrangiarti, fai le domande per lavorare, ma vengono presi sempre gli amici ed i parenti degli amministratori, devi pensare che lavorare è importante, non mangi senza lavoro, e fai progetti, concorsi, chiedi soldi per pagare le tasse per partecipare ai concorsi, poi i concorsi non si fanno più, le tasse le hai pagate, hai perso tempo, soldi, non credi più nelle istituzioni ladre e mafiose, e vedi infine i posti di quei concorsi occupati da parenti degli amministratori, e tu stai sempre indietro, perché sei onesto e credi nella morale e nella verità, quella morale che tua madre e tuo padre ti hanno insegnato, maledetti loro…. devi pensare che non sai più chi Santo può aiutarti e l’unico amico che hai è il pianto, ma anche così non risolvi nulla, anzi i saggi ti dicono che devi ridere perché le persone tristi sono allontanate da tutti, devi pensare per forza che c’è un futuro, vero, non di chiacchiere, anche se tutti quelli che conosci ti riempiono dell’unica cosa che non vuoi più, tanto sei pieno e non sai come scaricarle agli altri, appunto, le chiacchiere, devi pensare a cogliere l’attimo fuggente, quello che ti passa affianco, e tu devi avere il coraggio e la forza di tenerlo attaccato a te, ma hai così tanto la testa frastornata da mille preoccupazioni, delusioni, fallimenti, che ti sfugge anche l’attimo fuggente, devi pensare che non stai male, perché altrimenti è finita, e con le forze che non sai più dove prendere, perché è vero che ogni batosta ti rafforza, ma ti piega sempre più, e sempre più ti umilia e ti rattrista, e pensi che tanto così è la vita, basta pensare a Cristo e alla sua croce,


MA LUI PER SUA FORTUNA E’ RISORTO, TU NO

ED IO ORA DEVO RIDERE E MOSTRARMI FELICE


Pino Ciraci

Addio Raimondo

Addio Raimondo,
te ne sei voluto andare in silenzio, da umile e per questo grande, in silenzio, ma da signore, perché signori si nasce, e tu lo nascesti, come direbbe Andrea De Curtis, e te ne sei andato lo stesso giorno del tuo amico, detto Totò, di Jean Paul Sartre, di Greta Garbo, delle 1500 persone del Titanic, te ne sei andato lasciando a noi il sole, il sole della tua voglia di vivere, della tua allegria e ironia.

Così ora ci rimarrà per sempre la solita storia …
… che barba, che noia.
Addio Raimondo, che la vita eterna ti sorrida sempre.

Pino Ciraci

venerdì 19 febbraio 2010

Nuovi fascisti in azione a Francavilla Fontana

Gruppi di fascisti, si, ancora i fascisti, dopo 50 anni, dopo che sono stati considerati controlegge.

Ebbene, alcuni fascisti hanno distrutto l’ingresso della sezione locale di Sinistra Ecologia e Libertà, quello di Rifondazione Comunista e quello del PD. In più è stata distrutta la bacheca di Rifondazione Comunista.
L’episodio è stato denunciato ai Carabinieri e ai Vigili urbani, che hanno effettuato i rilievi fotografici. Fatto sta che questi, non tanto ignoti, esponenti fascisti, hanno voluto lasciare un avvertimento, con manifesti pieni di insulti volgari e pesanti.
«Il clima generale a Francavilla Fontana comincia ad essere segnato sempre più spesso da questi rigurgiti neofascisti e neonazisti. Il centro storico è imbrattato di scritte. Ma l’amministrazione comunale continua a dimostrarsi indifferente» ha detto Eugenio De Simone, coordinatore cittadino di Sinistra e Libertà.
Rimane, secondo noi, un fatto gravissimo e pesante, che dimostra come il centrodestra non ha armi migliori della violenza e della volgarità, delle offese e delle minacce, per esprimere il suo modo di fare politica.
Ci saremmo aspettati dai partiti del centrodestra almeno un documento ufficiale che dichiari come si è lontani da questo modo di fare politica, di esprimere le proprie opinioni, invece il silenzio assoluto, come a dire: chi tace acconsente.

Siamo contrari a qualsiasi forma di politica violenta, siamo lontani da questo clima di intolleranza, siamo cittadini di un nuovo mondo, di un nuovo modo di affrontare la vita politica e sociale, prendiamo le distanze da queste violenze, da queste ipocrisie, che poco hanno di sociale.
Queste persone che si nascondono dietro scritte volgari non hanno niente di costruttivo da dire, non hanno significato, non servono al nostro futuro, servono solo a creare un clima distruttivo, che non crea niente, come queste esternazioni del centrodestra dimostrano.

Rimaniamo attenti a che non tornino i fascisti, salvaguardando la nostra costituzione, ma non diamo peso eccessivo a chi non riesce a costruire altro che violenza e volgarità.

Pino Ciraci

mercoledì 17 febbraio 2010

Bertolaso, Berlusconi, Letta: ma che schifo di Governo è questo? E fino a quando?

Il manichino ben prezzolato Guido Bertolaso sale alle glorie nazionali e dalle soglie dell’inferno per sentirsi trionfalmente imperatore di tutti gli appalti con la scusa delle urgenze e delle emergenze. E’ un manichino strapagato per nascondere fiumi di denaro rubati e sottratti al popolo italiano. E’ il risultato più evidente del modo di fare politica di Berlusconi.Bertolaso, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e capo della Protezione civile, scavalca di fatto l'ordine protocollare superando in termini di potere reale i ministri Frattini, Maroni, Alfano e Tremonti. Infatti, per i poteri conferitogli da Berlusconi, può spendere come vuole un numero imprecisato di miliardi di euro pubblici senza alcun controllo e autorizzazione. Può spendere senza limiti non solo per frane, incendi e terremoti, ma per qualunque "grande evento".I ministeri tacciano sotto il tallone di Tremonti e la Corte dei Conti si metta l'animo in pace.
I controlli sono off limits nei confronti di Bertolaso e Berlusconi.Guido Bertolaso oggi, grazie al monarca Berlusconi, è certamente il dirigente del più autonomo ente appaltatore della Repubblica, con una totale deroga alle norme di legge per i fondi destinati a svariati scopi: dalle gare sportive, alla celebrazione liturgiche, dai party di Berlusconi ai viaggi del Papa, dalle discariche al traffico, dagli alberghi agli scenari per i vertici internazionali.
Prossimamente la gestione dell'Expò di Milano del 2015 e le Olimpiadi del 2020 saranno ancora emergenze, non ci si preparerà in tempo, solo per favorire l’invio di soldi nostri nelle mani di Berlusconi, Bertolaso e Letta. Vedrete!Una macchina di potere così travolgente da spostare ulteriormente la barra del potere in mano al team Berlusconi, Bertolaso, Letta, che della cultura dell'emergenza ha fatto una scienza di potere infinitamente più sofisticata rispetto a quella della prima repubblica, che prevedeva cupole per la spartizione di favori e potere, magari attraverso i titoli in cui erano convertiti i fondi neri dell'Iri, di cui Letta ha diretta conoscenza, avendone riscossa una quota pari a 750.000 euro.Sbagliamo ormai a pensare che l’emergenza sia soltanto nei terremoti, nelle frane, nelle esondazioni, negli incendi, che pure ogni anno non ci fanno mancare niente.Tutto è ormai emergenza in Italia, anche l’anniversario della nascita di San Giuseppe da Copertino, celebrato in provincia di Lecce con l'ordinanza "emergenziale" 3356, al congresso eucaristico nazionale, previsto ad Ancona dal 4 all'11 settembre 2011, di cui Bertolaso è commissario, per ora con una dote di soli 200 mila euro da spendere per la buona riuscita dell'evento. Spiccioli. Ben altri sono gli interessi che sotto la voce "Protezione civile" fanno fluire centinaia e centinaia di milioni. Spesso agli amici e agli amici degli amici. Dal 2001 ad oggi, la presidenza del Consiglio ha emesso 587 "ordinanze emergenziali", di cui solo una parte riferita a calamità naturali, il resto a "Grandi eventi", o presunti tali.
Nessun organo di controllo è in grado di sapere esattamente quanto la coppia "Berlusconi e Bertolaso" è riuscita a spendere negli ultimi anni, senza alcun controllo di legittimità. Tra il 2001 e il 2006 la presidenza del Consiglio ha varato 330 ordinanze. Di queste, sono pubblici gli stanziamenti di 75 ordinanze, che valgono circa un miliardo e 490 mila euro. Non è un campione rappresentativo, ma consente una stima. Nei cinque anni, tramite ordinanze della Protezione civile, in spregio alle norme sugli appalti e le assunzioni, sarebbero stati spesi 6,5 miliardi. Se si fa il calcolo su 587 ordinanze della presidenza del Consiglio in meno di nove anni, si arriva a 10,6 miliardi. Una somma sufficiente a costruire un blocco di potere indistruttibile, segreto e libero da qualsiasi regola.Capite allora perché “quella brava persona” di Bertolaso, che il centrosinistra considerava uno dei suoi, dichiara che tra governi in cui ha lavorato, il governo Berlusconi è il migliore? Dieci anni fa era nessuno. "Io lo conoscevo bene", racconta Zanda, senatore del Pd, che nel 2000 lo incontrò come commissario all'evento. "Abile nella soluzione dei problemi, aveva un ego smisurato", secondo Zanda, che oggi è oppositore di Bertolaso insieme a Cgil, Conferenza delle Regioni, Associazione dei Comuni, tutto il centrosinistra, insomma tutta Italia.Oltre a uno schieramento bipartisan che non ne può più di questo stato di cose, covato da Letta e dal suo sistema di potere, curato da ambasciatori che figurarono nella Loggia P2 di Gelli, impegnati soprattutto a riciclare tangenti con la complicità della banca del Vaticano.
"Quella cui assistiamo - dice Zanda - è una picconata allo Stato, una sovrapposizione abnorme tra un capo Dipartimento, un direttore generale che dovrebbe ispirarsi all'imparzialità, e un sottosegretario controllore-controllato, cui, per di più, col nuovo decreto, si implementano i poteri. Nella repubblica democratica italiana non è mai accaduto che un membro del governo abbia avuto contemporaneamente la carica di sottosegretario e di direttore generale. È come se il ministro dell'Interno Maroni fosse anche il capo delle polizia. Per la serie: continuiamo a picconare questo ex Stato di diritto".Tra le centinaia di delibere emergenziali passate negli anni passati ce n'è qualcuna che proprio non può passare indenne a qualche sacrosanta verifica giudiziaria. A parte l'inchiesta "Rompiballe", che coinvolge Bertolaso nelle vicenda del discutibile riciclaggio dei rifiuti napoletani, fiore all'occhiello del berlusconismo, vogliamo magari parlare degli appalti secretati per il G8 della Maddalena, confluiti in una piccola società di Grottaferrata, Castelli Romani, di nome Anemone, come il suo titolare, personaggio riconducibile ai cari del commissario bertolasiano Angelo Balducci? O dei venti inutili poli natatori sorti a Roma ad uso dei soliti palazzinari, facendo carta straccia dei piani regolatori, per i Mondiali di nuoto del 2009?Quella volta fu un figlio del Balducci, oggi stimato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, a tentare il business milionario su un territorio prossimo alla via Salaria che rischia di affogare sotto il Tevere ogni volta che fa due gocce d'acqua.Tanto era sfrontata la speculazione del giovane Balducci, che qualche magistrato proprio non la digerì. Ora la Protezione Civile punta con tanti amici costruttori a luoghi secchi e desertici. E soprattutto, liberata con la privatizzazione dagli ultimi lacci dei controlli, a nessuna interferenza di giudici rossi.

Comunque, oltre tutto questo, anche il “nostro” ministro Fitto, ospite di Ballarò, dichiara che chi ha risolto i problemi dell’emergenza rifiuti di Napoli, chi ha risolto il problema terremoto di L’Aquila, può anche essere in diritto o scusato, se regala ville, auto di lusso, yacht, vacanze, posti di lavoro ben remunerati, ai parenti dei parenti delle persone direttamente interessate dall’inchiesta: è una vergogna schifosa. Quei soldi sono del popolo italiano, non dei ladri avvallati dal governo Berlusconi.
Mi spiace sapere che queste persone sono intoccabili, perché l’esilio sarebbe il minore dei mali per queste persone. Personalmente mi piacerebbe averle davanti anche solo un giorno. Da soli.

L’inchiesta:
Il Sistema è da tempo sotto gli occhi degli investigatori: non solo appalti per centinaia di milioni di euro dati a trattativa privata, coperti dal segreto, ma un sistema di corruzione ambientale alimentato da «incarichi professionali», «viaggi», «arredi», «telefonini», appalti e regali di ogni tipo. Un Sistema garantito dalle “ordinanze” di Protezione civile, che da dieci anni in questo paese tutto può e tutto ottiene. Chi è in questo giro ha non solo il lavoro assicurato ma una lunga serie di benefit a piè di lista.I carabinieri del Ros hanno messo insieme i tasselli di un puzzle che ormai andava oltre la Toscana e in giro per l’Italia. Nelle telefonate c’era di tutto, soprattutto le Grandi Opere, il fiore all’occhiello del governo del fare gestito dall’uomo del fare per eccellenza: Bertolaso. Quasi due anni di intercettazioni. Fino a pochi giorni fa quando una fuga di notizie, l’ascolto di una telefonata tra il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro titolare di un’inchiesta simile e il figlio Camillo, consulente di una delle società nel mirino, ha fatto precipitare la situazione.L’operazione è scattata e In manette è finito Angelo Balducci, il potentissimo, dai tempi del Giubileo, presidente del Consiglio superiore delle opere pubbliche, ingegnere civile, «soggetto attuatore» per le opere del G8 alla Maddalena fino a giugno 2008 (quando passò l’incarico per un’altra inchiesta che veniva da Napoli) e poi Commissario straordinario per i Mondiali di nuoto Roma ’09. Stessa sorte per Fabio De Santis, ex dirigente della Protezione Civile e successore di Balducci alla Maddalena. A Regina Coeli anche il costruttore Diego Anemone che ha fatto la parte del leone nel G8 e Mauro Della Giovampaola, coordinatore dell’Unità per la realizzazione delle opere per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, grande capitolo di spesa che a Firenze comprende la realizzazione dei Nuovi Uffizi e dell’Auditorium. Per tutti l’accusa è corruzione continuata in concorso.Per corruzione è indagato Guido Bertolaso, l’uomo che nelle ultime settimane ha provocato un incidente diplomatico con gli Stati Uniti («Haiti? Un disastro organizzativo, colpa degli USA») ma è stato poi nominato ministro sul campo dal premier bandito Berlusconi.L’inchiesta parte da Firenze ma riguarda anche la Sardegna e la Capitale e potrebbe avere un filone che porta a Napoli (inchiesta rifiuti). Dal 2001 la Protezione Civile ha inaugurato il sistema delle ordinanze in deroga. A tutto, ai regolamenti e ai controlli. Ordinanze che hanno gestito tutti i Grandi Eventi, da quelli sportivi a quelli spirituali, da quelli politici ai sanitari e la costruzione delle grandi opere. La «Bertolasocrazia» è stata ribattezzata, nemica e rivale della burocrazia cancro e freno del “paese del fare”. «Un sistema gelatinoso per una storia di ordinaria corruzione» scrive il gip Lupo nell’ordinanza di 120 pagine «reso possibile da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole di aggiudicazione degli appalti». La Bertolasocrazia non solo uccide un livello minimo di concorrenza di mercato ma offre anche il «cappello legale» ai più banali e antichi sistemi di corruzione: incarichi, consulenze, collaudi, mobili regalati, soggiorni in hotel, ristrutturazioni di immobili privati, case, telefonini. Una società di allestimenti fatturava nel 2001 un milione di euro, venti nel 2009. «Un livello di corruzione» dice a denti stretti uno degli investigatori «pari al livello delle persone coinvolte». Altissimo.La procura di Firenze, dove è indagato il fior fiore dell’imprenditoria locale, si è già spogliata dei filoni che riguardano Roma (Mondiali di nuoto), Sardegna, Umbria (aeroporto di Perugia).

È un’inchiesta solo all’inizio. Oppure, già finita.

Dice l’onorevole avvocato Ghedini: «Sarà tutto archiviato».

Ed i mafiosi continueranno ad occupare le più prestigiose poltrone del potere. Fino a quando?