giovedì 26 agosto 2010
Alì Orgen Libero - No all'estradizione
Alì Orgen vive a Taranto dal 2003, ma l’amore per il suo paese non è mai morto. La sua storia comincia a complicarsi quando nel 1996 viene arrestato. Dopo tre anni di duro carcere, dove viene spesso torturato, viene condannato a morte, anche se non è accusato di nessun episodio delittuoso o fatto di sangue, ma solo per l’amore del suo paese. La condanna viene poi tramutata in ergastolo prima e in sei anni di reclusione dopo, in un seguirsi di processi farsa, senza mai un avvocato difensore. Nel momento della sentenza comunque ad Alì mancano solo pochi mesi residui di pena, e così gli vengono abbuonati.
A Taranto intanto Alì si rifà una vita nuova, si crea nuove relazioni sociali, si inserisce nel mondo del lavoro, apre un phone center, il primo a Taranto, per permettere a tutti gli stranieri di parlare con i loro cari nei paesi d’origine a prezzi modici, e quel phone center è diventato u punto di riferimento per tutti i migranti di Taranto. Ma nel 2005, per la riforma del codice penale turco, mentre Alì è a Taranto a lavorare, il processo viene riaperto e Alì viene condannato a scontare il residuo di pena.
Quest’anno, quando Alì è andato a rinnovare il permesso di soggiorno, per prima cosa gli è stato rifiutato, e per giunta è arrivata la richiesta di estradizione. Il 18 agosto Alì è stato arrestato e fino ad oggi è in cella di isolamento nel carcere di Taranto, in attesa di decisioni sull’estradizione, che è del tutto ingiustificata. Se dovesse essere estradato Alì rischia di finire nelle carceri turche, fra nuove torture, in condizioni disumane fino alla morte.
Alì non è un terrorista curdo, non è stato coinvolto nell’inchiesta sul terrorismo curdo in Italia, che tra l’altro si è conclusa con un nulla di fatto, e non si basa su questo la richiesta di estradizione. Alì è stata vittima nel 1996 ed è vittima oggi di leggi liberticide.
Chiediamo a tutti i partiti, associazioni, comitati, organizzazioni per i diritti sociali e singoli cittadini, di unirsi per chiedere l’immediata scarcerazione e impedire l’estradizione di Alì Orgen, cittadino curdo, cittadino del mondo.
mercoledì 28 aprile 2010
Sole 24 Ore: i bilanci dei capoluoghi d’Italia e la Puglia
In particolare, Venezia svetta in testa alla classifica delle entrate proprie grazie al contributo sui bilanci che arriva dal Casinò e dai tributi speciali. Su Torino, che e' la città con il maggiore indebitamento (3.450 euro pro-capite) pesa l'effetto Olimpiadi; a seguirla e' Milano che presenta un debito a cittadino di 2.938 euro. La meno indebitata Caltanisetta (42 euro a testa).
Guardando alle entrate tributarie pro capite nei comuni capoluogo italiani, la media risulta di 395 euro. Quanto ai passivi, invece, l'indebitamento medio per abitante e' pari in media a 1.207 euro. Mentre il valore delle spese correnti medie e' pari a 1.060 euro, con quelle per investimenti (in media 398 euro, con quasi tutto il sud al di sotto della cifra) che vedono Palermo all'ultimo posto.
In Puglia il Comune di Lecce è il secondo in Italia, tra i 110 capoluoghi di provincia, per entrate tributarie. Il comune salentino con 805 euro ad abitante è secondo soltanto a Venezia le cui casse però sono adeguatamente rimpinguate dagli introiti che provengono anche dall’attività del Casinò. Per entrate tributare altri due Comuni pugliesi sono al di sopra della media nazionale: Brindisi è al 24esimo posto con 473 euro, Bari al 39esimo con 419, poi Foggia con 371 e Andria con 282 euro.
Il quadro che emerge dal report vede una contrapposizione netta tra il nord e il sud del Paese. Nel settentrione ci sono più spese per gli investimenti e minor costi della politica. Pochi investimenti ed elevati costi per la politica, invece, si trovano nel Sud.
Per quanto riguarda i debiti è Lecce il Comune pugliese con il maggior tasso di indebitamento, con 1.491 euro ad abitante (quasi 330 euro in più della media nazionale). Seguono in graduatoria Foggia con 838 euro, Andria con 755, Brindisi con 609 e Bari con 522.
Al capitolo investimenti, i Comuni della Puglia rimangono attardati rispetto all’altra parte del Paese. È Brindisi il Comune pugliese più spendaccione, ma nonostante i 388 euro a cittadino presenta un dato inferiore alla media nazionale, che è di 398 euro. Tutti gli altri Comuni della Puglia si attardano tra la 58esima posizione di Bari (241 euro) e la 103 di Foggia (appena 82 euro ad abitante).
I costi della politica sono maggiori al Sud: Napoli, Reggio Calabria e Cosenza compongono il podio. Bari con 63 euro a cittadino risulta al quarto posto, Brindisi con 52 euro è in 11esima posizione e Lecce con 34 euro alla 36esima. Più virtuosi in Puglia sono i Comuni di Andria (26 euro) e Foggia (18).
A Brindisi per mantenere i politici ogni brindisino si scuce dalle tasche 52 euro all’anno. Solo in altre dieci città capoluogo d’Italia si paga alla politica uno scotto superiore. Negli altri cento Comuni invece, remunerare amministratori di qualunque rango o levatura, richiede ai contribuenti sforzi economici decisamente più contenuti. Il risultato è che nel Sud il politico costa al cittadino molto di più.
L’indagine del quotidiano finanziario, tuttavia, non si è limitata ad analizzare costi della politica e loro peso sulle tasche del cittadino. Diversi studi sono stati eseguiti per misurare il livello di “ricchezza” di ogni Comune, utilizzando come termometri l’entità delle entrate tributarie procapite, quelle extratributarie, le “proprie” e i debiti. Stimate anche le spese correnti, quelle per gli investimenti e per le spese del personale. Si scopre così che con 805 euro di tasse e imposte pagate da ogni cittadino al proprio municipio, Lecce è non solo la città più ricca della Puglia, ma dell’intero Centro Nord dopo Venezia. E Brindisi? Il capoluogo adriatico si piazza 24esimo, con 473 euro versati a testa dai suoi cittadini nelle casse comunali.
PERCHE’ QUI AL SUD SI STA MORENDO QUANDO I NOSTRI POLITICI SONO PIENI DI SOLDI? PERCHE’ QUESTA ASSURDA POLITICA LADRONA?
E a Villa Castelli? Intanto cresce la raccolta differenziata nei comuni dell’Ato Br/2
e la regione Puglia riduce l’ecotassa sui rifiuti conferiti in discarica.
Il Servizio regionale preposto ha determinato, con atto n.89 del 18 maggio ‘09, di fissare l’ecotassa per tutti e nove comuni a 10 € a tonnellata. La riduzione rispetto a quanto già si pagava non è di quelle che fanno molto clamore: considerando infatti una produzione annua di circa 70.000 t di rifiuti indifferenziati si avrà una riduzione di 70.000 € + IVA; ma la cifra diventa decisamente importante se si pensa a quanto i comuni risparmieranno rispetto a quello che sarebbe stato l’aumento da giugno pari a 5 € a tonnellata che, su base annua, ammonta a 350.000 € + IVA di mancato esborso e in questi tempi di crisi anche per l’erario non è cifra da trascurare.
Ma perchè allora a Villa Castelli, nonostante si risparmi, è stata aumentata la tassa sui rifiuti? Per pagare i "politici" che abbiamo in Comune?
domenica 25 aprile 2010
Principi Attivi 2010
Principi Attivi è l’iniziativa di Bollenti Spiriti per favorire la partecipazione dei giovani pugliesi alla vita attiva e allo sviluppo del territorio attraverso il finanziamento di progetti ideati e realizzati dai giovani stessi.
L’obiettivo è duplice:
* verso i giovani: dare responsabilità, occasioni di apprendimento e di attivazione diretta
* verso la comunità regionale: dare un iniezione di energia e innovazione al sistema sociale ed economico pugliese.
Principi Attivi finanzia gruppi informali di giovani che intendono realizzare:
A. Idee per la tutela e la valorizzazione del territorio
(es: sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano e rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico etc.);
B. Idee per lo sviluppo dell’economia della conoscenza e dell’innovazione (es. innovazioni di prodotto e di processo, media e comunicazione, nuove tecnologie etc.);
C. Idee per l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva (es.qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità etc.).
In caso di approvazione del progetto, i gruppi informali si impegnano a costituire un nuovo soggetto giuridico a propria scelta (associazione, cooperativa, impresa etc.).
Il contributo massimo ammissibile per ciascuna proposta progettuale è di 25.000 Euro per realizzare progetti delle durata massima di 12 mesi.
Il primo bando è stato pubblicato a maggio 2008 ed è scaduto il 31 luglio 2008. Informazioni e risultati dela prima edizione di Principi Attivi sono disponibili in questa pagina.
IL NUOVO BANDO PRINCIPI ATTIVI 2010
Il nuovo bando è stato approvato il 22 febbraio 2010 ed è finanziato con 2.2 milioni di Euro.
Possono presentare progetti giovani cittadini, italiani e stranieri residenti in Puglia, di età compresa tra i 18 e i 32 anni* (nati a partire dal 1 gennaio 1977), organizzati in gruppi di lavoro informali composti da un minimo di 2 persone.
Il bando scade alle ore 13.00 del 14 giugno 2010.
Per informazioni e richieste di chiarimento:
http://bollentispiriti.regione.puglia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=187:principi-attivi-giovani-idee-per-una-puglia-migliore&catid=142:news-dal-territorio&Itemid=1300079
mercoledì 21 aprile 2010
ESSERE FIGLI DEI FIORI
La verità è che non siamo più in grado di riprenderci la vita, quella sociale, quella che ci ha portato a grandi battaglie sociali, come la legge 194, l’apertura dei manicomi, il divorzio, l’aborto, il no al nucleare, e tanti altri diritti, che ancora oggi, per nostra fortuna, resistono. Ma per quanto? E quando capiremo che la storia ha bisogno della partecipazione sociale per crescere ancora? Il fallimento del sistema capitalistico è sotto gli occhi di tutti, svuotare le banche, farsi prestiti, pur di apparire, di vivere sopra i nostri reali bisogni, solo per arricchire i grandi mostri del nostro tempo, che cosa ha portato? Alla distruzione della classe media italiana, ad esempio, e alle divisioni accentuate fra la classe borghese e il povero operaio. La nostra classe politica è stata sopita per 30 anni, ha lasciato che le imprese entrassero a governare lo Stato, come una sorta di azienda, dove se c’è guadagno va bene, altrimenti, si licenzia, ed ora non sa più come riprendersi la sua stessa vita, partecipazione sociale, ora che ha assistito al fallimento del capitalismo, si arraffa per dire che esiste, ma non dice niente alla gente, niente di tangibile. Ci sono stati momenti dove si poteva fermare questo sistema, almeno rallentarlo, proponendo la scala mobile, garantendo i salari, risolvendo il conflitto di interessi. Invece legge Biagi, precariato, licenziamenti, cassa integrazione sono stati temi tutti persi, senza neanche battagliare, questa è stata la fine della storia della Italia, quella figlia dell’Articolo 1 della Costituzione, sempre bistrattato e mai difeso energicamente. Quella carta scritta sulle montagne da italiani, partigiani, morti per la nostra libertà, oggi è una carta che sembra facile cestinare, specialmente per le nuove generazioni, e sembra non portare con se rivoli di sangue intriso della nostra stessa libertà. Oggi noi dobbiamo riprendere la via della partecipazione sociale e riprenderci la strada. Dobbiamo essere per le vie del mondo, abbandonando le televisioni, i social network, e partecipando alla vita delle nostre città. DAL VIVO. Rifare l’Italia partecipata.
Nella strada ci sono molte sensibilità, molte energie che si muovono per dare respiro e vita a questa terra. Qualcuna crea dolore e tristezza, altre passano inosservate e sembrano insignificanti, mentre si portano con orgoglio avanti nel dolore insito nella vita stessa. Nella convivialità delle differenze c’è la bellezza della convivenza, che è qualcosa di più della tolleranza. Per strada si capisce che non bisogna mai rinunciare alla fede, agli ideali, alle battaglie per i diritti sociali, si vive che bisogna credere di più nella rivoluzione che è in noi stessi, nella conversione permanente, di confidare che Dio saprà capire anche quelli che credono di non esistere. Oggi, disimparato l’odio, bisogna ricredere nell’amore, nei figli dei fiori, nei naturalisti, nelle feste in campagna, nelle manifestazioni per difendere il nostro ambiente,
sentire la tutela della vita, la difesa del vivente, dire basta alla mercificazione e alla privatizzazione della vita. Il tema fondativo del futuro è la costruzione della vita nelle forme di comunità. Come si è sempre fatto in passato nelle nostre famiglie, bisogna ricreare il clima della familiarità dei rapporti, dell’aiutarsi a vicenda, del donare, dell’allevare, accudire, ascoltare, amare.
E bisogna ritornare a noi stessi, alla nostra più grande ricchezza, il nostro cervello, alle nostre risorse, i nostri sensi, sentirsi il centro dell’universo, facenti parte del vento, del sole, dell’acqua, della terra, nel bene e nel male, nella vita terrena e nell’aldilà. Noi siamo eterni, diamo ogni giorno qualcosa di noi, la nostra vita. Non è vero come ci dice la cultura imperialista che siamo poveri. Non è vero che si nasce poveri, e come dice Don Tonino Bello, si può nascere poeti, non poveri, poveri si diventa. Cambiare modo di vedere il nostro sociale non è difficile se si prova. Farsi portatore di pace, di messaggi sociali non deve significare disprezzo della attuale visione capitalistica della ricchezza, bisogna rispettare le idee altrui, ma esporre le nostre. Significa accendere una fiammella più che parlare del buio della falsa ricchezza del capitalismo, e far prendere coscienza a tutti della realtà sociale che sta oltre. Significa divenire esempio della "ulteriorità", prima che condannare, imparare ad annunciare. Rinunciare alla ricchezza per essere più liberi. La filosofia interpreta i beni della terra come palla al piede che frena la speditezza del passo, come catena che ti impedisce di volare.
Chi vuole riprendersi la vita sociale, la sua dimensione felice e naturale, deve rinunciare alla cultura del benessere, deve alleggerirsi dei "tir" delle stupide sicurezze materiali, deve essere portatore di progetti sociali. Di fronte alla decadenza della cultura a favore del materialismo più sfrenato, davanti alla ingiusta distribuzione delle ricchezze, non si può tacere. E non si può tacere dinanzi allo spreco che porta il consumismo, alla distruzione delle risorse ambientali, alla distruzione della natura. E bisogna gridare contro quelle economie che riducono a cenere e guerra intere nazioni, che provocano la morte per fame di cinquanta milioni di persone all'anno, mentre per gli armamenti si impiegano cifre enormi e si lascia solo desolazione e guerra.La nostra ricchezza invece deve essere la condivisione della sofferenza altrui, che si fa protesta, stimolo, proposta, progetto.
La storia sembra ripetersi, come nel XIII secolo, quando ci fu uno spirito di riforma volto contro la corruzione dei costumi degli ecclesiastici del tempo, troppo coinvolti negli interessi materiali e politici, nella sanguinosa lotta alle investiture. Allora ci fu la fioritura delle ricche città stato che, se da una parte arricchì una parte del popolo, determinò la formazione di quei ricchi ceti mercantili che acquistava potere a scapito della vecchia nobiltà feudale, facendo della vita metropolitana il centro della civiltà, pur lasciandovi dentro larghissime fette del ceto contadino più indigente. Disuguaglianza sociale feroce, ma anche crisi dell'assetto sociale medievale che vide coinvolto Francesco d’Assisi in prima persona mentre esercitava la professione di mercante. E con la sua figura rinacque lo spirito di fratellanza, di povertà, di convivialità. Ecco, oggi dobbiamo imparare dalla storia, medioevale e moderna, e farne un motivo in più per riprenderci l’amore, la natura, la libertà, il lavoro, la dignità, la centralità della nostra esistenza. Il Tao, simbolo dell’unicità del mondo nelle sua bivalenza, simbolo per antonomasia di Francesco, deve ricordarci una grande verità: la nostra vita, salvata e redenta dall'amore, deve diventare, ogni giorno di più, vita nuova, vita donata per amore. Portando questo segno viviamone la spiritualità, rendiamo ragione della "speranza che é in noi", ci riconosciamo portatori di vita e amore.
Pino Ciraci
martedì 20 aprile 2010
" In piedi, costruttori di Pace "
Caro don Tonino ho nostalgia di te
Caro don Tonino,
Nichi Vendola
da: La Gazzetta del Mezzogiorno
venerdì 16 aprile 2010
VIVA LA PACE NO ALLA GUERRA
Berlusconi non è l’Italia, e sicuramente non lo è più, vista la pesante sconfitta elettorale che il PDL ha avuto. Questa ennesima strategia di potere, che si sviluppa attraverso le televisioni e i media, è l’ultima spiaggia per un personaggio ormai in decadenza, ma non per questo non pericoloso, e di questa consapevolezza dobbiamo fare tesoro. Tesoro per scavare nei baratri che lascia aperta la ferita della fine del berlusconismo, sapendo cogliere le essenze della sua naturale fine. La pace contro la guerra, questo è un presupposto, non è un ritorno al passato, ai figli dei fiori, ai pacifisti, ma un ritorno a noi stessi, a capire e percepire i valori base su cui fondare la rinascita dell’alternativa.
E questi presupposti che sono la natura, per cui l’ambiente, la pace, per cui no alla guerra, sono ideali da cui ripartire.
La primavera con i suoi colori, la sua energia è un’ottima stagione per ripartire con forza, energie nuove, idee, entusiasmi, e stare fuori tra la gente, nei campi, sulle spiagge, semplicemente essere orgogliosi di avere ideali e portarli avanti insieme.
Ha detto ieri Gino Strada che l’uso fatto del termine terrorista nel corso della storia e’ stato spesso affibbiato da molti ai propri avversari, ed e’ stato anche reciproco, ed ha sottolineato come in Italia alcuni decenni fa c’era chi definiva terroristi i partigiani. Ma il terrorista usa la violenza o usa la pace?
il pacifismo è un sogno, forse mai realizzabile, certo qualcosa ci dice che stiamo da una parte, e sappiamo che esiste l’altra parte, ma lotteremo per le nostre idee sperando di convincere sempre più gente che la nostra idea di vita, fatta di natura, cultura, lavoro, solidarietà, umanità, democrazia, libertà, dignità, pace, amore, è una grande opportunità di vita sociale.
Rinnovabili, la Regione Puglia: “Deroga alla sentenza della Consulta”
E’ il caso della Puglia, colpita da una sentenza della Corte Costituzione che ha bocciato alcuni importanti articoli della legge n.31 del 2008 sulle fonti rinnovabili, e in particolare la norma che introduceva una procedura semplifica (la dichiarazione di inizio attività) per impianti fino a 1 MW.
Cosa accadrà ora? Se lo chiedono un po’ tutti, dagli operatori del settore che hanno investito ingenti somme nelle risorse rinnovabili pugliesi agli stessi amministratori locali. Per porre ordine al caos autorizzazioni, Loredana Capone, vice presidente della Regione Puglia, chiede allo Stato “una deroga alla sentenza della Consulta affinché gli operatori e le banche che si sono già esposti non perdano investimenti per 4,5 miliardi di euro”.
Capone, intervenendo ieri al convegno di presentazione del primo Irex Annual Report di Althesys, ha difeso l’operato della Regione sostenendo che la legge n. 38 è intervenuta solo per “colmare una lacuna nazionale” e per creare un processo autorizzativo più semplice allo scopo di “attirare investimenti”. A questo punto “sarebbe assurdo tagliare la gambe al settore trainante dell’economia regionale, fermando una macchina che ha fatto della Puglia il leader europeo delle rinnovabili dopo la Germania.
In ballo – ha concluso la vice di Nichi Vendola – ci sono circa 30mila posti di lavoro
ACQUEDOTTO PUGLIESE: ROMANO (PD) CONTRO CHIUSURA UFFICI DI BRINDISI
Il consigliere regionale della Puglia Giuseppe Romano (PD) interviene 'con determinazione sulla chiusura degli uffici di Brindisi dell'Acquedotto Pugliese. ''Si e' appreso - ricorda - che il Compartimento brindisino dell'Aqp sara' soppresso ed accorpato a quello di Taranto, mentre a Brindisi restera' aperto soltanto un punto di front-office. Si tratta dell'ennesimo schiaffo che subiscono i cittadini della provincia di Brindisi visto che pian piano stanno chiudendo i battenti numerosi uffici pubblici, con la conseguente penalizzazione per chi e' costretto a spostarsi a Taranto, Lecce, se non addirittura a Bari''.
Romano ha chiesto un incontro immediato all'amministratore delegato dell'Acquedotto Pugliese, allo scopo di evitare che decisioni cosi' importanti vengano assunte sulla testa della gente e dei lavoratori interessati senza alcun preventivo confronto con chi amministra il territorio e con le organizzazioni sindacali.
''Mi auguro che almeno in questa occasione - conclude - si riescano a superare divisioni e conflitti per fare corpo unico e difendere gli interessi dei cittadini del territorio brindisino''.
giovedì 15 aprile 2010
Caro Fabio Mussi, per una sinistra migliore
E’ rimasta un’Italia clericale e xenofoba, populista e mafiosa., reazionaria e secessionista, una Italia dove i cittadini saranno sottoposti alla legge, i potenti e i governanti tutti no; dove sempre più i poveri pagheranno le tasse e loro no; dove avranno un futuro certo solo i loro figli. Così finisce la Repubblica e l’opera delle generazioni antifasciste che hanno edificato la Repubblica democratica e la nostra Costituzione. Ormai è una valanga da fermare.. Il PD è fallito e il fallimento del progetto del Partito democratico ha portato tutto il centrosinistra, tutto il campo democratico e di sinistra in un vicolo cieco.
Berlusconi e la Lega hanno dilagato e si muovono rapidi e risoluti per le loro riforme.Alle ultime elezioni la Lega si rafforza più di chiunque altro e specialmente nelle regioni rosse. Il Pdl perde voti, e tuttavia la coppia vincente risulta esattamente la Berlusconi-Bossi.
Perché? Perchè non si è aperta una crisi del berlusconismo? Con tutto quello che si è visto e sentito, su Berlusconi e la sua corte, in questi mesi, e le prepotenze, e l’informazione imbavagliata, e gli abusi del potere, e la crisi economica, le famiglie che stentano e il lavoro che manca, e il massacro delle nuove generazioni, avrebbe dovuto essere già minoranza..
Semplicemente perché, com’è noto, nella società dell’informazione, i bassi profili, le mezze parole, le posizioni “moderate” diventano invisibili. Partiti e movimenti che non riescono più a creare senso comune, sono finiti.
A sinistra, una debole cultura critica, un malinteso senso della moderazione e del “centrismo” programmatico, ha prodotto una politica debole.
Il paradosso è che in Italia l’opposizione è ragionevolmente “riformista”, mentre la destra di governo si autodetermina come fieramente “rivoluzionaria”. Alla fine, la politica si parla nella lingua della destra, padrona delle parole e dell’agenda pubblica.
Se si dice “riforme “,tutti pensano ad un solo elenco: Costituzione, giustizia, federalismo, presidenzialismo, intercettazioni etc.
Eppure mai come oggi è importante la Grande Riforma del sistema globale (lavoro, finanza, mercati, ambiente, con quel che segue in termini di diritti, giustizia e libertà umana.
La crisi economica sta diventando crisi della democrazia? E’ proprio impossibile cambiare agenda? O imporre nella società temi che soli costituiscono la ragion d’essere di una sinistra?
Cari amici e compagni, non bisogna forse allora tornare ai fondamenti? Occorre reagire. E ci vuole coraggio. Personalità adulte, se si accorgono di aver fatto passi sbagliati, tornano sui loro passi, o cambiano strada. In Ungheria, i costumi tradizionali prevedono camicie con lunghissime file di bottoni. C’è un detto: “Se, abbottonando l’ultimo bottone, ti accorgi di avere sbagliato il primo, c’è una sola cosa da fare: sbottonare tutto, e ricominciare da capo”. Forse la sinistra e il centrosinistra devono provare a ricominciare proprio da lì, dal primo bottone nell’asola sbagliata.
Cari compagni e amici del Partito democratico, proviamo a riformulare il progetto. Idee, assetti, struttura del nostro campo. Bisogna desiderare molto per ottenere qualcosa. Desiderare per il nostro Paese, naturalmente, e non per noi stessi.
A proposito io penso che Sinistra Ecologia Libertà è ormai il partito di riferimento per la sinistra italiana tutta. Lo è per le idee innovative espresse in politica, per aver creduto ai giovani e aver creato per loro dei percorsi alternativi, per il nuovo modo di avvicinarsi ai cittadini, per la maniera trasparente con cui vengono portati avanti i progetti ed i lavori istituzionali, per l’uso innovativo del multimediale. In più per moltissime iniziative di vitale importanza, come la battaglia al lavoro nero con la legge di contrasto, la battaglia per l’acqua pubblica, lo sviluppo della Ricerca Scientifica, e poi il No secco alle Centrali nucleari, la politica delle energie alternative, i Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al futuro, la Salvaguardia della natura e del paesaggio rurale e rupestre.
Certo c’è moltissimo da fare, come per tre settori molto importanti dell’economia pugliese, settori che sono i problemi principali da affrontare nell’immediato, come la Sanità, l’agricoltura e le infrastrutture. Risolvere questi problemi vuol dire risolvere il problema di indebitamento della Regione e creare nuovi posti di lavoro. Il lavoro e l’uomo in libertà e dignità sono la scommessa vincente della politica oggi.
Socialisti, IDV, Radicali, PD seguono ormai gli slogan del SEL, ma cercano di mantenere gli apparati, continuano a pensare sempre prima alle poltrone. Ma non sono gli slogan la fortuna di Nichi Vendola e non sappiamo se sarà il SEL o se il SEL sparirà, visto che Vendola sostiene che i partiti sono la fine delle idee, scatole chiuse.
Per battere la destra occorre lavorare per un centrosinistra che guardi al Paese e non a se stesso, che ritrovi lo spirito delle battaglie sociali.
La poesia dei fatti di Nichi in Puglia ci insegna che una sinistra capace, una sinistra che coniughi l’uomo e il lavoro in un connubio di entità, e’ una scelta vincente.
Sinistra Ecologia Libertà può e deve dare il proprio contributo alla rinascita del Paese, oggi è la terza forza del centrosinistra e dimostra di essere un progetto politico radicato in tutto Italia.
E’ l’unico partito oggi che riesce a parlare con la gente, come sta facendo la Lega nel Nord abbandonato dalle forze del centrosinistra. Bisogna battere il populismo di questo governo nella vita sociale di tutti i giorni prima ancora che nelle urne, pensando alle Politiche del 2013.
E dobbiamo guardare al futuro partendo dal futuro del lavoro e della formazione per integrarsi con l’innovazione tecnologica.
La situazione sappiamo non è allegra ed ha investito tutto il mondo, il morso della crisi si fa sentire; e segnali veri di ripresa ci saranno nel 2011 secondo gli esperti. In questo periodo, dove la destra stenta a ripartire, dobbiamo ripartire dal sociale, interrogarlo, influenzarlo, renderlo partecipe, è indispensabile la presenza nei settori del sociale. L’impegno che il centrosinistra in Puglia ha profuso contro il precariato ha dato risultati importanti, ma é una goccia nel mare. Il lavoro non é in crisi solo sotto il profilo statistico, ma è una tendenza che si può e si deve invertire. Il lavoro competente é anche il tramite con cui si restituisce centralità ad una condizione smarrita, ad una dignità speriamo ritrovata.
L’essere umano non é quello che consuma, ma quello che fa e produce.
E queste sono e devono essere le politiche giuste per L’Italia Migliore, non nei media, sui blog, su facebook o twitter, su youtube, nei quotidiani, ma nella vita reale che noi cittadini respiriamo ogni giorno.
Pino Ciraci
COME AVERE LA BENZINA A META'PREZZO ? FATE CIRCOLARE
Chi se ne frega per un po' di bollini e regali e baggianate che ci vincolano a queste compagnie. Coraggio, diamoci da fare!!!
dal blog di beppe Grillo
Aderisci all'appello contro la diossina ai neonati
La Puglia è migliore
Sinistra Ecologia Libertà è ormai il partito di riferimento in Puglia. Lo è per le idee innovative espresse in politica, per il nuovo modo di avvicinarsi ai cittadini, per la maniera trasparente con cui vengono portati avanti i progetti ed i lavori istituzionali, per l’uso innovativo del multimediale. In più la Puglia è la regione premiata per moltissime iniziative di vitale importanza, come la battaglia al lavoro nero con la legge di contrasto,con il grande aiuto di Marco Barbieri, la battaglia per l’acqua pubblica, lo sviluppo della Ricerca Scientifica, e poi il No secco alle Centrali nucleari, la politica delle energie alternative, i Bollenti Spiriti, Principi Attivi, Ritorno al futuro, Laboratori Urbani, la salvaguardia della natura e del paesaggio rurale e rupestre, lo sviluppo dell’agricoltura e la difesa dell’olio di oliva secolare e tanto da riempire un libro. Sinistra Ecologia Libertà deve con questi numeri essere il partito di tutta la Puglia, di tutti i pugliesi, e servire da esempio da esportare per tutta l’Italia. I socialisti, il partito di Di Pietro, i radicali di Emma Bonino, seguono ormai i nostri slogan, dicono le nostre parole. Il centrosinistra e il PD che si interrogano cercano nel SEL risposte, ma cercano di mantenere gli apparati. Questi partiti hanno fatto una serie di incontri sull’impegno per un nuovo centrosinistra vincente in Italia, ma continuano a pensare sempre prima alle loro poltrone. Per battere la destra occorre lavorare per un centrosinistra che guardi al Paese e non a se stesso, come fa ancora il centrosinistra, che metta da parte gli infiniti “salvo prima me stesso”, che ritrovi lo spirito delle grandi battaglie ideali e sociali. Aprire al centrosinistra che oggi e senza un disegno politico coerente e’ solo perdita di tempo. L’Italia va verso la Lega se non vede fatti e progetti validi. La poesia dei fatti di Nichi in Puglia ci insegna che una sinistra capace e’ una scelta vincente. Sinistra Ecologia Libertà può e deve dare il proprio contributo alla rinascita del Paese, oggi è la terza forza del centrosinistra e dimostra di essere un progetto politico radicato in tutto Italia. E’ l’unico partito oggi che riesce a parlare con la gente, come sta facendo la Lega nel Nord abbandonato dalle forze del centrosinistra. Bisogna battere il populismo di questo governo nella vita sociale di tutti i giorni prima ancora che nelle urne, pensando alle Politiche del 2013. E dobbiamo guardare al futuro partendo dal futuro del lavoro e della formazione per integrarsi con l’innovazione tecnologica. Se seguiremo ancora le logiche del taglio selvaggio care al ministro Gelmini, il futuro sarà nerissimo, ma dalla Puglia abbiamo visto come si può contrastare questo meccanismo selvaggio con il sistema della formazione e della ricerca. La situazione sappiamo non è allegra ed ha investito tutto il mondo, il morso della crisi si fa sentire; ma l’impegno che la Puglia ha profuso contro il precariato ha dato risultati importanti, ma é una goccia nel mare. Il lavoro non é in crisi solo sotto il profilo statistico, ma è una tendenza che si può e si deve invertire. Il lavoro competente é anche il tramite con cui si restituisce centralità ad una condizione smarrita. L’essere umano non é quello che consuma, ma quello che fa e produce. E queste sono e devono essere le politiche giuste per L’Italia Migliore.
Pino Ciraci
PD: Tarantino e Casone su stato disoccupazione in provincia di Brindisi
a firma Tarantino Casone,
E, aggiungo, è importante farlo davvero e subito un intervento forte, non rimandando tante opportunità di sviluppo, come si sta facendo negli ultimi mesi, almeno da non pensare che tanto di quello deto sia stata solo campagna elettorale, e non sarebbe davvero serio per la sinistra pugliese.
Pino Ciraci
OGNI GIORNO SVEGLIARSI
Addio Raimondo
te ne sei voluto andare in silenzio, da umile e per questo grande, in silenzio, ma da signore, perché signori si nasce, e tu lo nascesti, come direbbe Andrea De Curtis, e te ne sei andato lo stesso giorno del tuo amico, detto Totò, di Jean Paul Sartre, di Greta Garbo, delle 1500 persone del Titanic, te ne sei andato lasciando a noi il sole, il sole della tua voglia di vivere, della tua allegria e ironia.
Così ora ci rimarrà per sempre la solita storia …
… che barba, che noia.
Addio Raimondo, che la vita eterna ti sorrida sempre.
Pino Ciraci
venerdì 19 febbraio 2010
Nuovi fascisti in azione a Francavilla Fontana
Ebbene, alcuni fascisti hanno distrutto l’ingresso della sezione locale di Sinistra Ecologia e Libertà, quello di Rifondazione Comunista e quello del PD. In più è stata distrutta la bacheca di Rifondazione Comunista.
L’episodio è stato denunciato ai Carabinieri e ai Vigili urbani, che hanno effettuato i rilievi fotografici. Fatto sta che questi, non tanto ignoti, esponenti fascisti, hanno voluto lasciare un avvertimento, con manifesti pieni di insulti volgari e pesanti.
«Il clima generale a Francavilla Fontana comincia ad essere segnato sempre più spesso da questi rigurgiti neofascisti e neonazisti. Il centro storico è imbrattato di scritte. Ma l’amministrazione comunale continua a dimostrarsi indifferente» ha detto Eugenio De Simone, coordinatore cittadino di Sinistra e Libertà.
Rimane, secondo noi, un fatto gravissimo e pesante, che dimostra come il centrodestra non ha armi migliori della violenza e della volgarità, delle offese e delle minacce, per esprimere il suo modo di fare politica.
Ci saremmo aspettati dai partiti del centrodestra almeno un documento ufficiale che dichiari come si è lontani da questo modo di fare politica, di esprimere le proprie opinioni, invece il silenzio assoluto, come a dire: chi tace acconsente.
Siamo contrari a qualsiasi forma di politica violenta, siamo lontani da questo clima di intolleranza, siamo cittadini di un nuovo mondo, di un nuovo modo di affrontare la vita politica e sociale, prendiamo le distanze da queste violenze, da queste ipocrisie, che poco hanno di sociale.
Queste persone che si nascondono dietro scritte volgari non hanno niente di costruttivo da dire, non hanno significato, non servono al nostro futuro, servono solo a creare un clima distruttivo, che non crea niente, come queste esternazioni del centrodestra dimostrano.
Rimaniamo attenti a che non tornino i fascisti, salvaguardando la nostra costituzione, ma non diamo peso eccessivo a chi non riesce a costruire altro che violenza e volgarità.
Pino Ciraci
mercoledì 17 febbraio 2010
Bertolaso, Berlusconi, Letta: ma che schifo di Governo è questo? E fino a quando?
I controlli sono off limits nei confronti di Bertolaso e Berlusconi.Guido Bertolaso oggi, grazie al monarca Berlusconi, è certamente il dirigente del più autonomo ente appaltatore della Repubblica, con una totale deroga alle norme di legge per i fondi destinati a svariati scopi: dalle gare sportive, alla celebrazione liturgiche, dai party di Berlusconi ai viaggi del Papa, dalle discariche al traffico, dagli alberghi agli scenari per i vertici internazionali.
Prossimamente la gestione dell'Expò di Milano del 2015 e le Olimpiadi del 2020 saranno ancora emergenze, non ci si preparerà in tempo, solo per favorire l’invio di soldi nostri nelle mani di Berlusconi, Bertolaso e Letta. Vedrete!Una macchina di potere così travolgente da spostare ulteriormente la barra del potere in mano al team Berlusconi, Bertolaso, Letta, che della cultura dell'emergenza ha fatto una scienza di potere infinitamente più sofisticata rispetto a quella della prima repubblica, che prevedeva cupole per la spartizione di favori e potere, magari attraverso i titoli in cui erano convertiti i fondi neri dell'Iri, di cui Letta ha diretta conoscenza, avendone riscossa una quota pari a 750.000 euro.Sbagliamo ormai a pensare che l’emergenza sia soltanto nei terremoti, nelle frane, nelle esondazioni, negli incendi, che pure ogni anno non ci fanno mancare niente.Tutto è ormai emergenza in Italia, anche l’anniversario della nascita di San Giuseppe da Copertino, celebrato in provincia di Lecce con l'ordinanza "emergenziale" 3356, al congresso eucaristico nazionale, previsto ad Ancona dal 4 all'11 settembre 2011, di cui Bertolaso è commissario, per ora con una dote di soli 200 mila euro da spendere per la buona riuscita dell'evento. Spiccioli. Ben altri sono gli interessi che sotto la voce "Protezione civile" fanno fluire centinaia e centinaia di milioni. Spesso agli amici e agli amici degli amici. Dal 2001 ad oggi, la presidenza del Consiglio ha emesso 587 "ordinanze emergenziali", di cui solo una parte riferita a calamità naturali, il resto a "Grandi eventi", o presunti tali.
Nessun organo di controllo è in grado di sapere esattamente quanto la coppia "Berlusconi e Bertolaso" è riuscita a spendere negli ultimi anni, senza alcun controllo di legittimità. Tra il 2001 e il 2006 la presidenza del Consiglio ha varato 330 ordinanze. Di queste, sono pubblici gli stanziamenti di 75 ordinanze, che valgono circa un miliardo e 490 mila euro. Non è un campione rappresentativo, ma consente una stima. Nei cinque anni, tramite ordinanze della Protezione civile, in spregio alle norme sugli appalti e le assunzioni, sarebbero stati spesi 6,5 miliardi. Se si fa il calcolo su 587 ordinanze della presidenza del Consiglio in meno di nove anni, si arriva a 10,6 miliardi. Una somma sufficiente a costruire un blocco di potere indistruttibile, segreto e libero da qualsiasi regola.Capite allora perché “quella brava persona” di Bertolaso, che il centrosinistra considerava uno dei suoi, dichiara che tra governi in cui ha lavorato, il governo Berlusconi è il migliore? Dieci anni fa era nessuno. "Io lo conoscevo bene", racconta Zanda, senatore del Pd, che nel 2000 lo incontrò come commissario all'evento. "Abile nella soluzione dei problemi, aveva un ego smisurato", secondo Zanda, che oggi è oppositore di Bertolaso insieme a Cgil, Conferenza delle Regioni, Associazione dei Comuni, tutto il centrosinistra, insomma tutta Italia.Oltre a uno schieramento bipartisan che non ne può più di questo stato di cose, covato da Letta e dal suo sistema di potere, curato da ambasciatori che figurarono nella Loggia P2 di Gelli, impegnati soprattutto a riciclare tangenti con la complicità della banca del Vaticano.
"Quella cui assistiamo - dice Zanda - è una picconata allo Stato, una sovrapposizione abnorme tra un capo Dipartimento, un direttore generale che dovrebbe ispirarsi all'imparzialità, e un sottosegretario controllore-controllato, cui, per di più, col nuovo decreto, si implementano i poteri. Nella repubblica democratica italiana non è mai accaduto che un membro del governo abbia avuto contemporaneamente la carica di sottosegretario e di direttore generale. È come se il ministro dell'Interno Maroni fosse anche il capo delle polizia. Per la serie: continuiamo a picconare questo ex Stato di diritto".Tra le centinaia di delibere emergenziali passate negli anni passati ce n'è qualcuna che proprio non può passare indenne a qualche sacrosanta verifica giudiziaria. A parte l'inchiesta "Rompiballe", che coinvolge Bertolaso nelle vicenda del discutibile riciclaggio dei rifiuti napoletani, fiore all'occhiello del berlusconismo, vogliamo magari parlare degli appalti secretati per il G8 della Maddalena, confluiti in una piccola società di Grottaferrata, Castelli Romani, di nome Anemone, come il suo titolare, personaggio riconducibile ai cari del commissario bertolasiano Angelo Balducci? O dei venti inutili poli natatori sorti a Roma ad uso dei soliti palazzinari, facendo carta straccia dei piani regolatori, per i Mondiali di nuoto del 2009?Quella volta fu un figlio del Balducci, oggi stimato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, a tentare il business milionario su un territorio prossimo alla via Salaria che rischia di affogare sotto il Tevere ogni volta che fa due gocce d'acqua.Tanto era sfrontata la speculazione del giovane Balducci, che qualche magistrato proprio non la digerì. Ora la Protezione Civile punta con tanti amici costruttori a luoghi secchi e desertici. E soprattutto, liberata con la privatizzazione dagli ultimi lacci dei controlli, a nessuna interferenza di giudici rossi.
Comunque, oltre tutto questo, anche il “nostro” ministro Fitto, ospite di Ballarò, dichiara che chi ha risolto i problemi dell’emergenza rifiuti di Napoli, chi ha risolto il problema terremoto di L’Aquila, può anche essere in diritto o scusato, se regala ville, auto di lusso, yacht, vacanze, posti di lavoro ben remunerati, ai parenti dei parenti delle persone direttamente interessate dall’inchiesta: è una vergogna schifosa. Quei soldi sono del popolo italiano, non dei ladri avvallati dal governo Berlusconi.
Mi spiace sapere che queste persone sono intoccabili, perché l’esilio sarebbe il minore dei mali per queste persone. Personalmente mi piacerebbe averle davanti anche solo un giorno. Da soli.
L’inchiesta:
Il Sistema è da tempo sotto gli occhi degli investigatori: non solo appalti per centinaia di milioni di euro dati a trattativa privata, coperti dal segreto, ma un sistema di corruzione ambientale alimentato da «incarichi professionali», «viaggi», «arredi», «telefonini», appalti e regali di ogni tipo. Un Sistema garantito dalle “ordinanze” di Protezione civile, che da dieci anni in questo paese tutto può e tutto ottiene. Chi è in questo giro ha non solo il lavoro assicurato ma una lunga serie di benefit a piè di lista.I carabinieri del Ros hanno messo insieme i tasselli di un puzzle che ormai andava oltre la Toscana e in giro per l’Italia. Nelle telefonate c’era di tutto, soprattutto le Grandi Opere, il fiore all’occhiello del governo del fare gestito dall’uomo del fare per eccellenza: Bertolaso. Quasi due anni di intercettazioni. Fino a pochi giorni fa quando una fuga di notizie, l’ascolto di una telefonata tra il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro titolare di un’inchiesta simile e il figlio Camillo, consulente di una delle società nel mirino, ha fatto precipitare la situazione.L’operazione è scattata e In manette è finito Angelo Balducci, il potentissimo, dai tempi del Giubileo, presidente del Consiglio superiore delle opere pubbliche, ingegnere civile, «soggetto attuatore» per le opere del G8 alla Maddalena fino a giugno 2008 (quando passò l’incarico per un’altra inchiesta che veniva da Napoli) e poi Commissario straordinario per i Mondiali di nuoto Roma ’09. Stessa sorte per Fabio De Santis, ex dirigente della Protezione Civile e successore di Balducci alla Maddalena. A Regina Coeli anche il costruttore Diego Anemone che ha fatto la parte del leone nel G8 e Mauro Della Giovampaola, coordinatore dell’Unità per la realizzazione delle opere per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, grande capitolo di spesa che a Firenze comprende la realizzazione dei Nuovi Uffizi e dell’Auditorium. Per tutti l’accusa è corruzione continuata in concorso.Per corruzione è indagato Guido Bertolaso, l’uomo che nelle ultime settimane ha provocato un incidente diplomatico con gli Stati Uniti («Haiti? Un disastro organizzativo, colpa degli USA») ma è stato poi nominato ministro sul campo dal premier bandito Berlusconi.L’inchiesta parte da Firenze ma riguarda anche la Sardegna e la Capitale e potrebbe avere un filone che porta a Napoli (inchiesta rifiuti). Dal 2001 la Protezione Civile ha inaugurato il sistema delle ordinanze in deroga. A tutto, ai regolamenti e ai controlli. Ordinanze che hanno gestito tutti i Grandi Eventi, da quelli sportivi a quelli spirituali, da quelli politici ai sanitari e la costruzione delle grandi opere. La «Bertolasocrazia» è stata ribattezzata, nemica e rivale della burocrazia cancro e freno del “paese del fare”. «Un sistema gelatinoso per una storia di ordinaria corruzione» scrive il gip Lupo nell’ordinanza di 120 pagine «reso possibile da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole di aggiudicazione degli appalti». La Bertolasocrazia non solo uccide un livello minimo di concorrenza di mercato ma offre anche il «cappello legale» ai più banali e antichi sistemi di corruzione: incarichi, consulenze, collaudi, mobili regalati, soggiorni in hotel, ristrutturazioni di immobili privati, case, telefonini. Una società di allestimenti fatturava nel 2001 un milione di euro, venti nel 2009. «Un livello di corruzione» dice a denti stretti uno degli investigatori «pari al livello delle persone coinvolte». Altissimo.La procura di Firenze, dove è indagato il fior fiore dell’imprenditoria locale, si è già spogliata dei filoni che riguardano Roma (Mondiali di nuoto), Sardegna, Umbria (aeroporto di Perugia).
È un’inchiesta solo all’inizio. Oppure, già finita.
Dice l’onorevole avvocato Ghedini: «Sarà tutto archiviato».
Ed i mafiosi continueranno ad occupare le più prestigiose poltrone del potere. Fino a quando?