sabato 22 novembre 2008

SANDRO CURZI E’ MORTO, MA RIMANE VIVO NEI NOSTRI CUORI

CI HA LASCIATO L’ULTIMO DEI VERI GIORNALISTI

Sandro Curzi è morto questa mattina a Roma a 78 anni. Militante del Partito comunista, poi di Rifondazione, Curzi è stato il miglior giornalista comunista degli ultimi 50 anni.“Figlio” di Enrico Berlinguer ha ricostruito il PCI in Italia, con la sua vita fedele e senza rigidità.
Il suo impegno politico si è svolto all'interno dei giornali, dal primo articolo, sull'Unità "clandestina" fino alla vice direzione di Paese Sera, alla direzione del Tg3.
Negli anni '60 collabora fra l'altro alla crescita della radio 'Oggi in Italia' che trasmetteva da Praga ed era seguita in Europa da emigranti italiani. Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes.Diventa direttore del Tg3 nel 1987 dando a quel telegiornale una impronta veloce e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra italiana. Il Tg3 cresce in spettatori e autorevolezza fino ai 3 milioni del 1991. Tra le sue esperienze va ricordata nel '94 la pubblicazione del libro 'Il compagno scomodo' e nel '95 una curiosa partecipazione al Festival di Sanremo dove canta nel gruppo 'La riserva indiana' eseguendo la canzone 'Troppo sole'.
E’ impossibile scrivere tutto quello che Sandro Curzi ha dato a tutte le voci alternative e inascoltate d’Italia, con i suoi insegnamenti, con la calma, l’ironia e la garbatezza dei grandi pensatori. Sempre convinto comunista ed ancora di più in questi ultimi periodi di crisi del capitalismo e del liberismo che sembrano dare risposta a quello che sempre ha detto su questo modo di fare politica, reazionaria, dittatoriale e senza umanità.
Sono triste, triste e sconcertato, per aver perso un esempio, un compagno, un amico, una persona grande in questa Italia oggi piccola piccola.
Grazie Sandro di tutto quello che hai fatto per noi, che sempre rimarrà nella storia e negli annali di chi crede nella democrazia partecipata e nel socialismo.
Grazie per averci insegnato a lottare sempre e sempre speranzosi con energia verso un futuro migliore che cercheremo di realizzare anche grazie a te, anche per te.
Ciao
Pino Ciraci

Taranto, ILVA, Diossina, Tumori, Morti

Dopo troppi anni di distrazione da parte dello stato e delle amministrazioni locali, le vicende relative all’Ilva hanno raggiunto le cronache nazionali.
Una recente proposta di legge della Puglia, portata avanti da Vendola, si propone di abbassare entro il 2010 il livello di produzione industriale di diossina dall’attuale “consentito” di 10 nanogrammi al metro cubo al limite di 0,4 nanogrammi (come da legge europea).
Per quanto sia già scandaloso che una regione italiana, per la tutela dei propri abitanti, è costretta a proporre una legge speciale per far rispettare ciò che è già legge a livello europeo, è ancora più deprimente il fatto che il Ministro dall’Ambiente Prestigiacomo affermi l’impossibilità di approvare la legge, per non mettere in condizione l’Ilva (responsabile dell’inquinamento) di “chiudere in 4 mesi“, riproponendo quelli che già da anni sono i fondamenti del ricatto occupazionale che incatena Taranto: perchè è cosa buona e giusta dare lavoro a 12.000 persone, pur assassinandone lentamente 200.000 da anni!
In maniera assurda il Ministro Prestigiacomo ha anche deciso di rimuovere i tecnici antidiossina dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) accusandoli di inefficienza. Dura, ma inascoltata, la replica di Vendola: “Il Ministro ha mentito e le sue parole ci confermano quanto questo governo sia inaffidabile sotto il profilo della tutela ambientale”. Secondo il pensiero liberale di Berlusconi, bisogna dare potere e soldi agli imprenditori, e fame e morte ai poveri operai.
Ma a Taranto qualcosa si muove: l’ignoranza che anni fa regnava su queste tematica gradualmente sta facendo spazio all’informazione, ed i tarantini sempre più si sono accorti di avere in casa da anni uno dei problemi ambientali più gravi d’Europa coi mortificanti dati sull’inquinamento e sull’incidenza di malattie e morti annesse.
Ecco perché sempre più spuntano sui balconi di Taranto degli striscioni per far capire che di diossina si muore veramente e a Taranto se ne respira il 92% di quella immessa in tutta Italia!
Chiudere l'Ilva, o almeno l'acciaieria e la cokeria, da cui provengono gran parte delle emissioni inquinanti è la proposta del comitato Taranto Futura, promotore del referendum che potrebbe tenersi a giugno del 2009. L'aumento delle malattie e dei tumori in città, soprattutto fra i bambini, fa spavento. La storia del bambino tredicenne a cui è stato diagnosticato un cancro ‘da fumatore’ è simbolo della situazione di emergenza che vivono i tarantini. Lo sanno bene i medici, che ogni giorno lottano contro questa realtà e lo sa bene il dr. Mazza, primario di Ematologia dell’Ospedale di Taranto che ha diagnosticato al bambino l’adenocarcinoma del rinofaringe, una patologia riscontrata solitamente in adulti e anziani fumatori. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno dice: «Sono un medico. Mi sono laureato con una tesi sull'epidemia di cancro ai polmoni a Taranto. Ho fatto l'Assessore all'Ambiente. Come si può pensare che la questione non mi interessi?».
Infatti appena insediato il sindaco incontrò Riva e lo incalzò sull'uso dell'urea, sostanza che agisce positivamente sulla produzione di diossina. Per alcuni mesi Riva si è adeguato e per la prima volta in 40 anni abbiamo visto ridotta la diossina del 50%. Ora, a spiriti sopiti, il trattamento è stato sospeso. Analizzando un pezzo di formaggio della zona di Statte si è notato che supera per tre volte i livelli di diossina consentiti. Per cui il danno ha coinvolto anche le masserie e aziende agricole vicine al polo siderurgico. «Siamo lavoratori anche noi», spiegano i proprietari di una masseria di 40 ettari della zona. 1200 pecore saranno abbattute nel tarantino per contaminazione da diossina.
Ma è possibile cancellare il polo siderurgico più vasto d'Europa? L’inquinamento fa paura, ma parliamo di 12.000 dipendenti. L’economia di Taranto dipende dall'Ilva.
Per Vendola chiudere l'Ilva significa ignorare la lotta contro la povertà e il richiamo malavitoso che riguarda ogni giorno i tarantini.
Legambiente rilancia: «la partita da vincere è quella della certificazione Aia, l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ma la Prestigiacomo non la pensa così, come abbiamo visto.
L'Europa chiede entro marzo l’impegno a utilizzare le migliori tecnologie per ridurre i danni ambientali. Per la prima volta anche l'Ilva è obbligata a presentare una documentazione sull'adeguamento degli impianti. Ma sarà un documento falso, perché Riva per le sue statistiche controlla solo 8 acciaierie o cokerie su 278 dell’Ilva.
Intanto nel quartiere Tamburi, tutti hanno un parente, un amico, che è morto per tumore, ma chiudere l'Ilva sembra a molti una solo una favola, se non una bestemmia.
Bisogna respirare, ma bisogna pure mangiare.
E l’Ilva, l’impianto siderurgico più grande d’Europa, continua a produrre diossina e a far ammalare la gente e le regala il triste primato di città più inquinata del continente.
I dirigenti dello stabilimento continuano a sostenere che i dati in loro possesso parlano di diossina ampiamente nella norma e, soprattutto, di assenza di morti e malati direttamente riconducibili all’attività dell’azienda.
Dunque i malati di tumore, le facciate dei palazzi ricoperti di polvere rossa e l’acre odore, che non puoi non sentire quando arrivi a Taranto, secondo i dirigenti dell’Ilva non esistono.L’Ilva occupa circa 12.000 persone e rappresenta lo snodo dell’economia tarantina. Per contro la logica del profitto applicata da Riva ha fatto sì che la sicurezza ambientale fosse un elemento di secondario. E le amministrazioni locali e nazionali non hanno vigilato come dovevano. Il risultato è drammatico e allarmante.
L’associazione Peacelink ha diffuso i dati di un dossier con la graduatoria delle province più inquinate. La capolista indiscussa è Taranto. In particolar modo sono gli abitanti del quartiere Tamburi ad essere i più esposti: oltre ai fumi, anche alle polveri dei parchi minerali dell’Ilva, vere e proprie colline di minerale non coperte le cui polveri sottili si insinuano ovunque. Ovviamente il quartiere vanta il triste primato di patologie tumorali all’apparato respiratorio, con un’incidenza molto superiore al dato nazionale.
Intanto la città, fortemente provata tra le altre cose dal dissesto finanziario provocato dalla gestione del Popolo delle libertà, prova a reagire. Così nei giorni scorsi il TAR ha accolto il ricorso presentato dal Comitato cittadino referendario per la tutela della salute e del lavoro “Taranto Futura”. Con il provvedimento del Tribunale, il Comune di Taranto ha l’obbligo di indire entro 3 mesi un referendum sulla chiusura dell’Ilva, e sul successivo impiego dei lavoratori nelle opere di smantellamento e riconversione degli impianti.
Losappio, assessore all’ambiente della regione Puglia, ha ribadito ai dirigenti dell’Ilva che se gli stabilimenti non ridurranno l’emissione di diossina al di sotto di un nanogrammo per metro cubo, la Regione non firmerà l’Autorizzazione Integrata Ambientale. (Ma perché ancora i politici soccombono al potere Riva? Se la legge europea dice che il consentito è 0,40 nanogrammi per metro cubo, perché proporre, come miglioramento 1 nanogrammo?). Bisogna dire basta, ora non se ne può proprio più di respirare la morte per vedere Riva ancora più ricco sulle morti dei tarantini.
L’Ilva è una delle maggiori fonti di diossina del continente. Il 92% delle emissioni di diossina Italiane vengono respirate dai tarantini. Alcune aziende zootecniche sono state costrette a chiudere, per via della diossina. Taranto e’ tra le zone con la maggior incidenza di tumori del Sud Italia e la percentuale di tumori ai polmoni supera di molto la media nazionale.
Bisognerebbe davvero finirla con l’Ilva, ma non siamo contro gli operai; infatti convertire l’area siderurgica in un parco naturale dura 40 anni ed i posti di lavoro dovrebbero essere tutelati e i lavoratori impiegati nello smantellamento del polo siderurgico.
Ma per fare questo occorre prendere decisioni forti e contro i poteri precostituiti dalla “Casta dei potenti di Taranto”.
Con la speranza e l’augurio che le coscienze si risveglino, che capiscano che bisogna fare sacrifici, che pensino al futuro dei nostri figli.


Pino Ciraci

giovedì 20 novembre 2008

Senza lavoro n. 2

Il Nord è senza lavoro. Due milioni di persone perderanno entro un anno, e lo stanno già perdendo, il posto di lavoro. Il Sud non perde quello che non ha. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la protesta rimane nascosta.
Le tv non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Le tv usano il termine recessione tecnica.Politici e giornalisti sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg.
L’Alitalia ha messo in cassaintegrazione 17.000 persone.A Basiglio (MI) l’Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.Ad Assago già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda informatica.Ad Albino (BG) il cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberiA Brescia 180 dipendenti della Franzoni filati di Esine, 132 della Feltri di Marone, 260 della Niggeler & Kupfer di Ceto, 36 alla Henriette di Castenedolo per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.A San Giuliano Milanese. la San Carlo licenzia 19 lavoratori. A Suzzara (MN) sono 160 i precari IVECO non riconfermati. A Milano la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia). A Ceriano Laghetto (CO) mobilità per 230 dipendenti della Rhodia. A Jerago (VA) 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.
E allla Motorola di Torino sono stati chiusi i cancelli per 300 dipendenti, quasi tutti laureati.
E questo non è che la punta di un iceberg che sta scoppiando inesorabilmente.
In Sardegna si parla di oltre 150 licenziamenti in diverse attività legate al turismo e 6000 legati al tessile, La Citigroup ha annunciato il licenziamento di 53.000 persone. E dopo la Motorola, anche la Nokia annuncia 300 licenziamenti per fronteggiare la crisi. La Sun ha annunciato che anche lei deve lasciare a casa 6.000 dipendenti. La Fiat a Termini Merese licenzia 80 dipendenti. Alla Gleno di Bergamo sono annunciati 30 licenziamenti, la Whirpool minaccia di lasciare a casa 431 persone, al Casinò di Campione sono in esubero 150 persone, le Generali licenziano 500 persone, la General Motors ne lascia a casa 1.900, 25 a La7, 20 a Telecittà, alla Metra di Ragusa 30 licenziamenti, alla Mascioni di Varese 54 licenziamenti, 16 licenziamenti al depuratore di Agrigento. Ma quanti sono? Continuano con 50 alla Coop di Benevento, la Fidelity annuncia 1288 esuberi, Meridiana ne lascia 150 a casa, il Gruppo Poligrafici annuncia 100 licenziamenti, Goldman Sachs licenzia 3000 persone.

Sono stanco di vedere quanto schifo c’è in questa nostra Italia figlia del Liberismo sfrenato.
Dove finiremo? Quando finiremo?

lunedì 17 novembre 2008

E' arrivata una nuova tassa?


Grazie rais Berlusconi


Senza lavoro

Il Nord è senza lavoro. Due milioni di persone perderanno entro un anno, e lo stanno già perdendo, il posto di lavoro. Il Sud non perde quello che non ha. Chi rimane a casa da un giorno all'altro occupa le stazioni, fa presidi, scende in piazza. Ma la protesta rimane nascosta.
Le tv non ne parlano, si vergognano di mostrare padri di famiglia in mezzo a una strada. Le tv usano il termine recessione tecnica.Politici e giornalisti sono categorie immuni dalla crisi. Perchè dovrebbero occuparsene? E' un problema che riguarda sempre gli altri. L'unica soddisfazione per i nuovi disoccupati è che non moriranno sul lavoro, ma soltanto di fame. In Lombardia è scoppiata un'epidemia, le banche si tengono i soldi e non li prestano più senza garanzie, le imprese straniere se ne vanno, quelle italiane perdono il mercato. E' un bollettino di guerra, ma è solo la punta dell'iceberg.
L’Alitalia ha messo in cassaintegrazione 15.000 persone.A Basiglio (MI) l’Astrazeneca, multinazionale farmaceutica, annunciato taglio di 315 dipendenti.Ad Assago già a casa 55 lavoratori (236 in tutta Italia) della Engineering, azienda informatica.Ad Albino (BG) il cotonificio Honegger ha annunciato 240 esuberiA Brescia 180 dipendenti della Franzoni filati di Esine, 132 della Feltri di Marone, 260 della Niggeler & Kupfer di Ceto, 36 alla Henriette di Castenedolo per un totale di 606 lavoratori dell'area bresciana per i quali sono appena stati annunciati tagli e cassa integrazione.A San Giuliano Milanese. la San Carlo licenzia 19 lavoratori. A Suzzara (MN) sono 160 i precari IVECO non riconfermati. A Milano la Gabetti ha annunciato il licenziamento di 110 addetti (500 in tutta Italia). A Ceriano Laghetto (CO) mobilità per 230 dipendenti della Rhodia. A Jerago (VA) 90 cassintegrati alla Meccanica Finnord.
E allla Motorola di Torino sono stati chiusi i cancelli per 300 dipendenti, quasi tutti laureati.
E questo non è che la punta di un iceberg che sta scoppiando inesorabilmente.

Dove finiremo? Quando finiremo?

sabato 15 novembre 2008

Italia in recessione, mai così male dal 1992

L'Italia entra in recessione tecnica con una situazione economica che è la peggiore dal 1992. Lo dice l’Istat, che ha diffuso le stime: il Pil ha registrato un calo dello 0,5% sul secondo trimestre 2008. Sempre nel terzo trimestre, il Pil ha mostrato un calo dello 0,9% su base annua.
La flessione è peggiore delle previsioni degli analisti della Commissione Europea (-0,2% su trimestre, -0,4% su anno) prima della diffusione del dato della produzione industriale di settembre, inferiore alle attese. Il tasso di disoccupazione intanto è destinato a salire di oltre l'1% nel 2010 prevede ancora la Commissione Europa. A causa della recessione - sostiene l'organismo - il tasso di disoccupazione salirà dal 7,6% di quest'anno all'8,4% nel 2009, per poi arrivare all'8,7% nel 2010.
Ma questo governo, a nome del suo capo, il rais Berlusconi, non aveva forse detto che con il suo governo saremmo stati economicamente meglio che con il governo Prodi? E questo non lo aveva detto anche nella precedente legislatura? Come mai, con i governi di centrosinistra, siamo sempre stati meno peggio che con il governo Berlusconi? E’ davvero possibile che siano sempre cause esterne, come dice il rais Berlusconi? Nel 2001 è stato per colpa della guerra in Iraq ed Afganistan e per l’attentato alle torri gemelle, oggi è per la crisi dei mutui americani. Insomma è sempre per colpa degli eventi, mai per colpa loro, ma non capisco perchè con il governo Prodi questo non è stato vero, perché con il governo Prodi siamo cresciuti.
Da anni si conosce la situazione delle famiglie italiane, degli stipendi più bassi d’Europa, dei rinnovi contrattuali vincolati all’inflazione programmata, come gli piace al rais Berlusconi (responsabile di questa cancrena), perchè è un terzo di quella reale, degli industriali che per il proprio tornaconto, anzi si dice per essere competitivi, portano le loro fabbriche all’estero (creando disoccupazione nel nostro Paese) con i soldi che il governo del dittatore Berlusconi ha deciso di dar loro, per aiutare le imprese, invece di devolvere aiuti ai ceti più bisognosi.
Meno male che qualcuno non ragiona come lui nel nostro paese. Infatti, in Puglia, Vendola vara una manovra di 355 milioni di euro che e’ divisa per tutti i settori fondamentali della vita economica. La manovra da sostegno alla piccola e media impresa, ai giovani, alle donne - ha spiegato il presidente della Regione Puglia - e’ una manovra fatta di bandi e di regolamenti con strumenti innovativi e stiamo completando il quadro delle politiche sociali, di sostegno al reddito. Perchè, secondo Vendola, non bisogna soltanto pensare alle imprese che pure trainano l’economia, ma bisogna pensare soprattutto alle famiglie, che precipitano di giorno in giorno in condizione di povertà, che hanno oggi più difficoltà a pagare il mutuo o il fitto di casa.
Se mancano i soldi ad una azienda, bisogna chiuderla, altrimenti fallisce. Se mancano i soldi ad una famiglia, non si può chiuderla, ma così muore di fame.
A chi dovrebbero andare i primi aiuti secondo voi? E ditele tutti insieme al rais, al dittatore Berlusconi, che pensa solo a se stesso e alle sue aziende. E, per favore, per chi lo ha votato, credo che ora lo avete capito che essere è, e non si può cadere ancora nelle sue chiacchiere da bar, da malato mentale,da pazzo. Questo essere ci sta uccidendo tutti, ma prima di morire noi, conviene mettere fuori causa lui.

QUESTO GOVERNO VERSO LA DITTATURA

Sceglie il presidente della commissione vigilanza RAI,
Divide il sindacato, divide l’opposizione,
Non punisce le squadre fasciste a Roma e Brescia,
Assolve i poliziotti della Scuola Diaz.
Berlusconi ed i suoi fedeli scagnozzi eleggono, controlegge, il presidente della commissione di vigilanza RAI, nominando Villari del PD e non Orlando come chiesto dall’opposizione.
Veltroni commenta: "No all'arroganza, è un atto da regime, non da democrazia", e meno male che forse se ne è accorto con chi ha a che fare.
Di Pietro attacca: "Berlusconi è come Videla, l'elezione di Villari è l'atteggiamento di una dittatura argentina, ultimo atto di una deriva antidemocratica". Lui aveva già capito.
E' stata così rotta la prassi che vuole l'opposizione proporre e far eleggere un proprio candidato, oggi il Pdl ha lasciato che la carica del vertice della Vigilanza restasse all'opposizione ma il presidente se l'è scelto da sé.
Riccardo Villari, napoletano, 52enne medico e docente universitario, senatore del Pd, è dunque il nuovo presidente della commissione di Vigilanza Rai, fino alle sue dovute dimissioni (si spera, se esiste ancora un po’ di democrazia in questa Italia).
Nel frattempo Villari annuncia che è sua intenzione fare un percorso istituzionale, attraverso incontri con il capo dello Stato e con i presidente di Camera e Senato e all'interno del gruppo politico. Dal Pd trapelavano i primi timori, sperando di non ritrovarsi di fronte ad un caso De Gregorio? (che si fece nominare presidente della Commissione difesa del Senato dal centrodestra e poi cambiò schieramento politico).
Intanto, Veltroni, e gli altri esponenti dell'opposizione, parlano di dimissioni certe di Villari, il quale però ha deciso di seguire un'altra strada. Anna Finocchiaro lo incalza anche al telefono per sapere "cosa aspetti ancora a formalizzarle". Ma le dimissioni tardano e Massimo Donadi (Idv) ironizza: "Villari andrà anche dal Papa prima di dimettersi?".
Non è dato sapere cosa ci ha guadagnato Villari dal magnate dittatore Berlusconi ad accettare l’incarico, ma si pensa molti soldi e potere, anche perché ora da Berlusconi vengono inviti a procedere con i lavori della commissione, tra i quali spicca quello di provvedere alla nomina di gran parte dei componenti del prossimo Cda dell'azienda di viale Mazzini. E questo a Berlusconi interessa tantissimo, per diventare il padrone oltre che del governo, anche di tutta la informazione.
Comunque oggi più di 100.000 studenti, accompagnati anche dai lavoratori, scenderanno a manifestare a Roma, nonostante il dittatore sia riuscito a comprare la Cisl e a non farla partecipare allo sciopero. Forse non ha capito che gli studenti non hanno padroni e non sono comandabili da coglioni di merda come Berlusconi, perché, come diceva Gaber, i borghesi son tutti dei porci, e più sono porci, più sono lerci, più sono lerci e più hanno i milioni, i borghesi son tutti coglioni. E Berlusconi è il primo.
Non sono servite le provocazioni mandate dal governo con le squadre fasciste di Azione studentesca (AN), che hanno occupato e distrutto 2 sedi CGIL, a Roma e a Brescia. Oggi la manifestazione sarà pacifica, non riuscirà il rais Berlusconi a rovinare la protesta civile, non come la vuole lui, violenta.
Una protesta che sarà amplificata anche da iniziative e cortei a livello locale e che si muove su due binari: quello dei sindacati, rappresentati da Cgil e Uil; e quello degli studenti. I primi hanno organizzato un loro corteo (partenza Bocca della Verità, destinazione piazza Navona), i secondi sfileranno in più cortei: tutti (centomila è la stima) punteranno su piazza Navona.
Ma la protesta degli studenti italiani si colora anche d'Europa: domani sono in calendario anche una manifestazione davanti all'ambasciata italiana a Bruxelles, una mobilitazione dei ricercatori italiani di Monaco di Baviera, lo sciopero degli studenti che seguono l'Erasmus a Siviglia e un sit-in di studenti, ricercatori e professori davanti al consolato italiano a Parigi. Sabato e domenica c'è l'assemblea nazionale del movimento alla Sapienza.
Purtroppo c’è ancora tantissimo da fare per battere questo governo, oltre che affidarsi a Di Pietro, ormai ultimo baluardo della Democrazia in Italia.
Infatti, dulcis in fundo, per continuare ancora a testimoniare in che stato viviamo oggi in Italia, arriva la sentenza per i fatti del G8 a Genova e quello che successe nella scuola Diaz: sentenza sulla non degna di uno Stato democratico. Infatti tutto il mondo ha visto in vari filmati i poliziotti entrare in scuola, pestare persone, fabbricare prove e raccontare menzogne sbugiardate nel corso del dibattimento, e dire che agissero di propria testa è altamente deviante. una ferita alla credibilità dell’Italia. "E' una sentenza politica - dice Nicotra, responsabile nazionale dei movimenti di Rifondazione - una sentenza di regime che ci farà vergognare nel mondo".

Roma invasa dai cortei

Quattro i cortei che hanno attraversato Roma per confluire tutti in Piazza Navona

La manifestazione indetta da Cgil e Uil contro il decreto Gelmini ha portato a Roma fra studenti, insegnanti, genitori e lavoratori, circa 300.000 persone per gli studenti, 100.000 per la Polizia..
Ad aprire lo spezzone di corteo partito dalla Sapienza studenti 'armati' di scudi di gommapiuma.
Dopo poco l’Onda (così si chiama il movimento spontaneo) è arrivata davanti al palazzo di Montecitorio per protestare contro la riforma Gelmini. Un sit-in estremamente pacifico come hanno gridato gli stessi studenti in coro: «La nostra lotta non è violenza, ma solo difesa della scienza». E ancora: «Siamo arrivati fin qui in maniera pacifica e determinata, in tutta Roma 500.000 studenti hanno sfilato, per rappresentare la propria contrarietà ai provvedimenti del governo e per rivendicare il proprio diritto a una scuola di qualità per tutti. Roma è piena solo di noi». Quindi, rivolti al rais Berlusconi gli studenti hanno rivendicato la propria autonomia:«Non ci rappresenta nessuno», hanno gridato, intendendo dire che non ci sono colori politici, come sostiene il dittatore, ma persone di diversi credi politici uniti contro lo schifo di questa legge. E poi ancora un messaggio: «l'Onda non si fermerà».
Due fantocci con le fattezze di Tremonti e della Gelmini fanno capolino dal corteo degli studenti che sta sfilando. Il fantoccio di Tremonti, raffigurato con un paio di forbici in mano, viene innalzato vicino a quello della Gelmini «perchè - spiegano gli studenti - i responsabili di questo sfacelo sono entrambi».Nel corteo sfila anche una grossa bara con su scritto «pubblica istruzione», e un cartello esposto da alcuni ricercatori che recita: «Berlusconi se hai capelli è merito della ricerca».Lo scoppio di un petardo, lanciato da una finestra di uno stabile all'incrocio tra via Principe Amedeo e via Cavour, ha interrotto per pochi minuti il flusso del corteo. Dopo l'esplosione, che ha generato fumo bianco, gli studenti di passaggio si sono fermati spaventati e hanno intonato in coro: «siamo tutti antifascisti».
Tuttavia la Gelmini manda un messaggio chiaro: «capisco i ragazzi ma non cedo».Una parte consistente del corteo degli studenti universitari a Montecitorio, scandiva slogan contro il Governo Berlusconi come «Noi la crisi non la paghiamo» e «se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città».Parallelamente si è svolto il corteo dei lavoratori dell’Università e della ricerca. 100.000 i presenti secondo gli organizzatori. Polemico il leader Cgil Epifani sullo strappo della Cisl: «Quella di oggi è una grande manifestazione: chi non c’è sbaglia». Secondo Epifani, ogni volta che provano a isolare il sindacato «gli va male: però persistono - ha aggiunto - e perseverare è diabolico». «Noi chiediamo una vera riforma dell’università e della ricerca e non vogliamo difendere quello che c’è ma non si può pensare di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli, che lascerebbe intatti privilegi e storture con una vera riforma». Cortei studenteschi anche in altre città italiane: in 7.000 hanno sfilato a Bari, 10.000 a Milano, poche centinaia a Messina e a Palermo. A Catania occupato il rettorato.

Berlusconi dice : "Lo scudo spaziale è una provocazione verso la Russia"


Berlusconi ormai ha problemi di senilità. Il Cremlino dice no alle proposte Usa per fugare le preoccupazioni sullo scudo spaziale e
Berlusconi dice : "Lo scudo spaziale è una provocazione verso la Russia"

Solo qualche mese fa Berlusconi diceva il contrario ed accusava la Russia di fomentare il terrorismo. Stavano terminando le olimpiadi cinesi allora.
Oggi, che Bush sta finendo il mandato, ed arriva l’abbronzato Obama dice: "La Russia è stata provocata", e così propone di fissare un incontro per evitare di tornare ai decenni terribili della guerra fredda, cosa che il mondo non può accettare.
"Diciamolo chiaro - sostiene Berlusconi - la Russia ha subìto delle provocazioni, con il progetto di collocare i missili in Polonia e Repubblica Ceca, e con il riconoscimento del Kosovo così come con l'ipotesi di un ingresso di Ucraina e Georgia nella Nato". "La Russia è pronta a cooperare con gli Usa sulla sicurezza europea, ma considera insufficienti le proposte presentate", riferisce il Cremlino.
La presa di posizione è arrivata proprio nel giorno in cui Teheran ha testato un nuovo missile balistico in grado di raggiungere Israele o il sud dell'Europa. Medvedev aveva annunciato lo schieramento di missili Iskander nell'enclave di Kaliningrad, tra Lituania e Polonia, come risposta allo scudo; l'amministrazione Bush ha voluto però nuovamente chiarire che "il sistema di difesa missilistico", come ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Gordon Johndroe, "è progettato a difesa dagli Stati-canaglia".
A chi credere è difficile dirlo, intanto l’uscita di testa di Berlusconi, ed è la seconda volta contro la nuova America di Obama, deve far riflettere noi italiani su questo personaggio, ora amico degli USA e contro i comunisti russi, ora a favore dei russi e contro gli USA.
Forse qualcosa è cambiato davvero in questi ultimi mesi nel mondo, ora la sinistra vede bene l’America ed i liberisti vedono bene la Russia. Perché? Forse in Russia Berlusconi può investire e diventare ancora più ricco, mentre in America oggi c’è regressione e non ci si guadagna niente oggi con l’Occidente. I prossimi amici di Berlusconi saranno i cinesi, nonostante stanno distruggendo la nostra economia, esportano prodotti cancerogeni, contraffatti, pericolosi, sono ormai padroni di pezzi di città e se la tengono con la loro mafia cinese. Vogliamo scommettere?

Berlusconi riesce a dividere i sindacati, ma gli studenti....

I sindacati si dividono sull'università. La Cgil boccia come le proposte del ministro Gelmini, mentre la Cisl revoca lo sciopero di venerdì dopo aver firmato insieme alla Uil (che invece conferma l'agitazione) un documento con le richieste per il settore, che la Gelmini si è impegnata a sottoporre al vaglio di Tremonti e Brunetta. Una frattura voluta ed ottenuta dal rais Berlusconi, il cui pensiero è dividere per comandarli meglio e renderli deboli, con l’esclusione di Epifani ad un incontro fra Berlusconi, Sacconi, Marcegaglia, Bonanni e Angeletti a Palazzo Grazioli. E lo sciopero è stato revocato anche da parte dell'Ugl. Nel frattempo, negli atenei, gli studenti si preparano a manifestare. La Cisl ha deciso di revocare lo sciopero dichiarando. "Vogliamo proseguire il confronto aperto ieri con Gelmini per arrivare a una riforma condivisa e il ministro si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma per lo sciopero". La Uil conferma l'agitazione. "Prendo atto dello sforzo fatto da Gelmini, ma purtroppo non è stata in grado di darci sufficienti garanzie. Lo sciopero non si fa per motivi ideologici, si fa sul merito e alla luce dei fatti. Al momento non ci sono ragioni per revocarlo". La Cgil commenta: "Dalla Cisl decisioni non comprensibili, poichè abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme ieri all'incontro con il ministro, incontro del tutto interlocutorio e che riguardava solo una parte di quella piattaforma".
La Cgil, comunque, conferma lo sciopero, la manifestazione e le richieste avanzate inizialmente a braccetto con gli altri sindacati. E si appella agli studenti "affinché siano molti venerdì in piazza". Poi attacca l'esecutivo: "Il governo sta lavorando per dividere i sindacati, come dimostra la cena a cui sono stati invitati Bonanni e Angeletti e non Epifani. Ma se i sindacati si lasciano dividere, rischiano di indebolirsi e di perdere la loro autonomia". E gli occhi bendati la Cisl li ha davvero, infatti basta ricordare quello che finora ha fatto Berlusconi, cioè far calmare gli animi e far passare decreti sottosilenzio. Ad esempio abbiamo visto a Napoli, il problema spazzatura si diceva risolto, ma invece ancora ci sono grossi problemi, l’unica cosa che ha fatto è fare scoop televisivi, mostrando solo quello che voleva; ha vinto ultimamente 2 volte le elezioni ed ha sempre detto che saremmo cresciuti con lui, invece sia ora che negli anni 2000, ci ha portato solo crisi e povertà, mentre sia ora che allora gli industriali ed i grossi imprenditori sono diventati più ricchi, tra l’altro evadendo spesso le tasse.
E l’Alitalia, quando non ha voluto che si desse ad Air France, perché perdevamo 3000 posti di lavoro, ed ora già si sono persi 2300 posti, ma si parla di perderne ancora 12.000. Questo è Berlusconi, uno che toglie ai poveri, anche le mutande (scusate il termine), per dare ai ricchi.
In ultimo forse Bonanni ha dimenticato che per Berlusconi lui è coglione ed imbecille. Ci pensi.
Spero Dio ci aiuti…., anche il Diavolo…, basta … scompare per sempre e diventi concime, che forse così è utile.

Il conflitto di interessi

Da 14 anni si sente parlare su organi di stampa e negli incontri politici, di conflitto di interessi che esisterebbe per alcuni uomini politici italiani.Tale conflitto è indicato dal codice civile e sono ben delineati i comportamenti da tenere da parte degli amministratori indicando pure le sanzioni, nel caso in cui questi comportamenti vengano disattesi. Cioè è fatto obbligo all'amministratore, nel caso di una o più iniziative, di informare prima gli organi di governo della società del conflitto esistente fra l'azione della società e l'amministratore (compresi i terzi a lui riconducibili). In caso di decisioni prese, l'amministratore in conflitto, deve astenersi.Nel caso in cui tutto ciò non avvenisse, gli eventuali danni che dovesse patire la società, sono direttamente imputabili all'amministratore con apposita iniziativa legale.Questa disciplina è stata introdotta anche, con apposita legge, dalla amministrazione dello stato in relazione alla predisposizione e promulgazione di leggi che regolano il funzionamento dello stato e della società. La legge affronta questa disciplina, ma non attua i principi di comportamento che evitino nel modo più ampio, che il conflitto possa sussistere. Almeno in Italia. Nelle democrazie anglosassoni infatti, dove questo conflitto si può manifestare con più frequenza e da più tempo che in Italia, si è individuato uno strumento, obbligatorio, che regoli tale disciplina, strumento che in modo del tutto volontario è stato attuato dal nuovo Governatore della Banca d'Italia, Dr. Mario Draghi. Il Governatore ha infatti liquidato tutte le risorse personali che potessero essere in conflitto con la sua nuova funzione, risorse che sono state assegnate ad un gestore, senza resa dei conti per il mandante. In USA lo stesso sindaco di New York, Bloomberg, ha fatto altrettanto. In Italia tale azione legale non è stata drastica e quindi la conseguenza è che questo conflitto continua a permanere.
Le intercettazioni di Saccà e Berlusconi riportano alla luce l'urgenza di risolvere questa anomalia di monopolio mediatico per il controllo dei mezzi di comunicazione. Berlusconi è sicuramente un politico piccolo ed un piccolo uomo, però è anche un grande comunicatore.
E' del tutto evidente, infatti, che le invettive, le ingiurie e le battute (comprese quelle indicanti come prostitute le donne del centrosinistra che lavorano in Rai) avevano l'obiettivo di distrarre l'attenzione dall'unica vera piaga che si è manifestata: il conflitto di interessi.
Non serviva, comunque, alcuna intercettazione telefonica per prendere atto che in Italia si è realizzato un solo polo radiotelevisivo nelle mani del Presidente del Consiglio, nonché proprietario di Mediaset. Oggi addirittura si cerca di mettere uomini scelti da Berlusconi nella commissione di vigilanza RaI, da sempre spettante all’opposizione, altrimenti che vigilanza sarebbe! E così Berlusconi vuol comandare tutto infischiandosene del conflitto di interesse.
Tale visione rappresenta un pilastro del "Piano di rinascita nazionale", stilato a suo tempo (anni 70) dalla loggia massonica P2 di Licio Gelli, cui Berlusconi era affiliato (tessera n. 1816).
Ma così non si può fare!
La riforma del conflitto di interessi e dell'intero settore dei media è una grande e irrisolta questione democratica , che fa dell'Italia una nazione "malata" nel contesto mondiale, come è stato rilevato in modo inequivocabile da tutte le agenzie internazionali (siamo al 46esimo posto nella classifica dei paesi a minore libertà informativa e di tutela del pluralismo).
La tragedia è che sino a d oggi molti di coloro, anche nel centrosinistra, che si sono autodefiniti moderati e liberali, sono apparsi i più interessati, almeno nel settore dei media, a difendere le rendite di posizione e a non disturbare "il manovratore", più che a preoccuparsi dell'interesse generale del paese. Strano! Forse in fondo piace conservare una posizione d’elite e non si difendono più gli elettori.

Dalla scuola arrivano gli insegnamenti di democrazia ed economia

L'onda pacifica e determinata di studenti, insegnanti e genitori contro la Gelmini si gonfia sempre più. Più di un milione i manifestanti radunati a Roma: "Il governo deve ascoltarci".
Un decreto fatto con arroganza, a colpi di voti di maggioranza, la finta riforma della scuola fatta di tagli è stata bocciata dal Paese. Manifestazioni anche a Milano, Bologna, Genova, Pavia, Ancona, Napoli, Cagliari, L'Aquila, Lecce, Palermo, Catania, Bari...
A Roma Piazza del Popolo è stracolma: gli striscioni degli studenti del sud, "calabresella mia" suonata dalle scuole calabresi, la musica del camion dei giovani liceali romani e ancora palloncini e bandiere. In testa al corteo, leader sindacali e leader politici del vecchio PRC entrano insieme in piazza: Vendola, Ferrero e Bertinotti uno accanto all'altro, come a far credere che il corteo è merito loro, ma fanno solo presenza, non politica attiva…, Di Pietro a pochi metri di distanza e i militanti di IdV raccolgono le firme contro il lodo Alfano. "Vogliamo firmare per il referendum contro la legge Gelmini", chiedono alcune maestre, "va preparato, ci vuole un po' di tempo", gli rispondono i dipietristi. Entrano poco dietro anche Veltroni ed Epifani. "Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico", dice onestamente il segretario del Pd. "Il governo - aggiunge - deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. Le misure prese a colpi di decreto, la pessima riforma della scuola fatta di tagli, sono state bocciate dal Paese. La grande marea di persone che ha riempito Roma, i tanti altri nelle piazze delle altre città italiane, con la loro protesta non chiedono di tenere questa situazione, chiedono una scuola che funzioni, che sappia premiare il merito e offrire a tutti eguali condizioni di partenza".Dalla piazza la protesta riserva raffiche di fischi contro i ministri Gelmini e Brunetta. Sul palco intervengono i leader di tutti i sindacati. Bonanni chiede al governo di "riaprire un confronto perché la scuola non può essere diretta come una azienda". Si rimprovera al governo di mascherare con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Ma non possono essere i giovani a pagare. Per Angeletti "lo sciopero della scuola è stato convocato per risolvere i problemi contrattuali e dei precari, bisogna quindi evitare strumentalizzazione politica". Epifani chiude la manifestazione e parla di "un intero paese che insorge" e si rivolge ai manifestanti: "State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà". "Non dividiamoci - è l'appello lanciato dal palco di piazza del Popolo - la forza di questa giornata è l'unità, non scambiamo un piatto di lenticchie per questa forza di unità. Questo è il segno di questa manifestazione e di questo incontro".
Paolo Ferrero dice: "una enorme manifestazione di popolo contro un governo che trova i soldi per banche e banchieri e taglia la scuola pubblica".
Studenti, lavoratori, famiglie al completo di tre generazioni unite dalla volontà di difendere non lo status quo, ma le pari opportunità per tutti, l'accesso al sapere e il diritto di futuro.
Per Paolo Nerozzi (Pd) prova a strumentalizzare la manifestazione: "chi pensava che la sinistra fosse morta si sbaglia di grosso perché la mobilitazione di oggi dimostra quanto sia ancora viva l'identificazione della sinistra con l'idea di eguaglianza e la difesa dei diritti fondamentali e della non violenza, la ricostruzione del centrosinistra parte proprio da qui".
Il 90 % delle scuole italiane oggi sono rimaste chiuse. Proteste in tutta Italia. Gli universitari sono scesi in piazza per "rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi". Oltre a Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Milano, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Bari, Palermo, Pavia, Torino e Genova.
A Milano decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato e si sono date appuntamento in piazza Duomo. Secondo i responsabili di "Rete scuole", tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.A Bologna circa 30.000 studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 10.000 studenti.
Chissà come gode ora Tremonti, perché grazie al decreto Gelmini, fior di miliardi di euro saranno sottratti alla scuola e giungeranno tra le sue sagge mani. E così il ladro dell’economia italiana, li elargirà ai monumenti dell’imprenditorialità’ liberista italiana che ultimamente si sono rimessi in coda perché stanno fallendo e noi dobbiamo salvarli, perché continuino a distruggerci. Sembra che si possa essere liberisti ad intermittenza: quando e’ tempo di parlare di tasse e di responsabilità sociale delle imprese allora si invocano i fantasmi comunisti, quando invece il sistema va all’aria per la troppa ingordigia allora si torna all’ovile e si intascano i soldi dei contribuenti per sopravvivere, in nome dell’interesse generale, ovviamente. E mentre Tremonti e’ euforico un po’ meno felice deve essere la Gelmini che da quando fa la portavoce dei tagli di Tremonti si e’ presa una valanga d’insulti da Trento fino a Gela e la grande maggioranza di questi assolutamente giusti e meritati. Poverina, forse pensava di godersi la manna ministeriale e invece e’ stata innalzata dall’opinione pubblica come il simbolo della falsa democrazia berlusconiana, eppure lei ha fatto solo il suo dovere, cioè servire le esigenze del contabile di Berlusconi, Tremonti.Ora gli elettori poveri del PDL festeggiano per la futura ignoranza dei loro figli. Per chi ha i soldi si aprono invece nuove opportunità competitive, il loro status di eletti potrà essere affermato fin da studenti. Per tutti gli altri non resta che rimboccarsi le maniche perchè se c’e’ una cosa certa in questa vicenda e’ che la lotta inizia solo oggi.
Dall'anno scolastico 2009/2010 non ci saranno più 2 docenti per sezione. Non saranno più garantite le 40 ore settimanali comprensive di mensa e di orario continuato, ridotte a 24 ore definitive. Il 50% del personale di ruolo sarà decapitato e sarà perdente posto. Nella più rosea delle ipotesi si dovrà emigrare al nord per insegnare, pur essendo regolarmente di ruolo nella propria provincia (io ad Avellino). Nel sud sarà impossibile avere il tempo pieno facoltativo perché siamo poveri e mancheranno sicuramente i fondi, dovendo farsene carico l'Istituto scolastico e/o le famiglie. La conseguenza nel sociale sarà drammatica: le donne dovranno scegliere tra il lavorare o l'allevare figli, perché la retta scolastica sarà superiore al guadagno della madre lavoratrice (considerando che la maggioranza delle donne meridionali guadagna tra i 300/400 euro al mese). Si tornerà indietro di un secolo.
Ma c’e’ un lato positivo della vicenda Tremonti-Gelmini, ed e’ che ha rivelato in maniera palese e inequivocabile a tutto il Paese cosa sia realmente il governo dittatoriale di Berlusconi, una maggioranza parlamentare di pupazzi nelle mani di un magnate onnipotente:
“L’umiliazione delle più elementari regole che caratterizzano una democrazia moderna e tra queste, forse la più grave, la partecipazione sociale del popolo sovrano.
Ma e’ iniziato il conto alla rovescia per questo governo, l’opposizione politica la possono infatti ignorare e umiliare, ma il Paese reale, quello no”.

La dittatura perfetta

La “democrazia” del Popolo delle Libertà, assai più che un'idea ed un sistema politico, e' in realtà una vera e propria religione materialista e liberista, che, come essa, lungi dal costituire un sinonimo di libertà, di fatto è una negazione della stessa e genera una netta regressione dei principi, dei valori, della cultura e della qualità della vita, ed è invece essenziale all'espansione liberista, in ambito politico, economico, e soprattutto culturale, ed è responsabile dei gravi problemi economici contemporanei e dell'iniqua distribuzione delle risorse.
Il termine "democrazia", che significa "sovranità del popolo", si intende quel sistema politico in cui l'esercizio del potere da parte dei governanti viene legittimato dal consenso dei governati.
Tale sistema viene identificato attraverso la separazione fra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, la libertà di associazione, di stampa, di parola, di pensiero, l'uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini di fronte alla legge. Fermi restando tali punti il concetto base di democrazia rimane inalterato.
Nella storia del pensiero, nessuna idea ha avuto un consenso così assoluto ed incondizionato quanto la concezione contemporanea della democrazia, come conquista dello spirito e forma legittima di governo identificata con la libertà.
Basti notare con quanta frequenza la parola "democrazia" venga ripetuta nei discorsi pubblici e attraverso i mezzi di comunicazione, per avere la sensazione precisa di un fenomeno di idea politica, che si pretende perfetta, assoluta, indiscutibile. Con il crollo dei sistemi comunisti dell'Europa orientale, l'idea che sia concepibile un diverso sistema politico è stata estirpata dalla coscienza collettiva, cosa mai avvenuta prima nella storia. Si nota facilmente un primo paradosso: un'idea che pretende di garantire pluralismo e libertà e che nei fatti si manifesta come pensiero unico, che nulla e nessuno può osare discutere. Finora nessun sistema politico aveva avuto una tale pretesa nello stabilire i principi e le forme dell'azione politica. Solo i dittatori sono stati capaci di ciò.
La democrazia del Popolo delle Libertà ha acquisito sin dalle prime manifestazioni il carattere della religione, ovvero il senso del tabù, dell'intoccabile. E tutto ciò avviene insieme ad una progressiva desacralizzazione della religione nella sfera pubblica e privata: il culto della Democrazia si afferma come unico ed assoluto. La Chiesa Cattolica viene vista seconda alla democrazia. A riprova di ciò, possiamo notare come, mentre qualunque intervento da parte delle Chiesa in materia di diritti pubblici viene presentato come un'indebita intromissione, la morale democratica non abbia invece nessuna riserva a giudicare culti e filosofie sulla base della compatibilità con i propri dogmi.
In nome della loro libertà si pretende che culti millenari rinneghino tutto ciò che non è conforme agli "immortali principi del rais Berlusconi". In sostanza, mentre afferma la laicità dello stato e della politica, la democrazia assume le forme della sfera religiosa, in particolare la categoria del tabù, dell'assoluto, dell'indiscutibile. Chi è contro il Berlusconi pensiero, cioè contro la sua democrazia è coglione ieri ed imbecille oggi. Un'altra riprova del carattere religioso della democrazia si può ravvisare nel modo con cui i politici al governo denigrano le teorie politiche alternative alla loro, presentandole come il male. Il culto del Partito delle libertà si appropria delle leggi delle religioni incentrandosi però sul suo "negativo", presentandoci il diavolo, come l'assenza dei principi democratici. Ricordando come in passato la spiritualità delle persone fosse incentrata più sulla paura del diavolo che sull'amore per Dio, i politici rinunciano alla descrizione del "Paradiso Democratico", mito la cui inconsistenza sarebbe sotto gli occhi di tutti, per opporre l'orrore del diavolo, identificato di volta in volta con tutto ciò che si oppone al governo, alla democrazia liberista.
Insomma, Democrazia liberista è un dio laico, il cui culto esclusivo si manifesta demonizzando tutto ciò che è altro. È del tutto estranea alla mentalità del democratico la possibilità di esercitare la propria libertà religiosa attraverso una adesione incondizionata a un qualunque credo, senza pretendere adeguamenti alla propria visione del mondo.

Un articolo di Lidia Menapace: la democrazia autoritaria

La democrazia autoritaria (sottovalutazione delle forme politiche)

Sull’Afghanistan, avendo individuato il peggior pericolo nell’alleanza tra Talebani e contadini (perchè i Talebani proteggono i raccolti di papavero e i militari li bruciano) avevo proposto di inviare la Finanza (militari armati ma non combattenti, una piccola riduzione del danno) a controllare i raccolti, venderli a ditte farmaceutiche e pagare un prezzo equo ai contadini, rendendoseli alleati. Fui oggetto di lazzi e sghignazzi (poco male, a me non fa nè caldo nè freddo) e ora saldata l’alleanza stretta tra Talebani e contadini, i Talebani vincono e la proposta non si può più fare, e la guerra diventa furiosa e ritirare le truppe, anche materialmente più difficile: o volete che ci apriamo la strada con le armi ingaggiando una eroica marcia nei territori dei Talebani vittoriosi e protetti dalla popolazione?
Vorrei che metteste le osservazioni che invio sullo sfondo dell’allarme per minacce di fascismo che da mesi denuncio, soggiungendo che non si tratta della copia del fascismo originale, ma di un processo verso la "democrazia autoritaria" che è pericolosamente in corso. Una fortissima componente di questa deriva cominciò con Tangentopoli.
Ho sempre avuto molta diffidenza verso l’operazione Mani pulite e lo scrissi su Avvenimenti. Dissi subito che un governo della magistratura, sarebbe sempre stato conservatore, dato che i magistrati debbono applicare la legge, non compete loro mutarla, e quindi hanno una cultura conservatrice. E il disordine introdotto per fare ordine produce spesso danni peggiori del male.
Di nuovo, tra parentesi: vorrà pur dire qualcosa che non tutti i reati sono procedibili d’ufficio, ma solo a querela di parte e che la distinzione tra procedibili e non è delicatissima e descrive la civiltà giuridica di un popolo; mi ricordo bene che i magistrati non volevano la procedibilità d’ufficio per la violenza sessuale anche in famiglia, essendo essi pure per genere e per collocazione sociale patriarchi. Le analisi sociologiche sulla magistratura fatte nel ’68 furono eccellenti, anche se oggi si vuol far passare quel grande movimento innovativo come una calata di barbari: gli studenti che capeggiarono il ’68 erano studenti di grande intelligenza e "merito": Però Capanna e Spada alla Cattolica di Milano, Rostagno e Boato a Trento e così a Pisa e a Roma e a Torino e a Napoli, via! Magistratura democratica, Medicina democratica, la lotta contro i manicomi, il sindacato di polizia, il femminismo sono nel ’68, tanto quanto le lotte operaie e lo Statuto dei lavoratori e il divorzio e la 194 e la riforma del diritto di famiglia, che cosa volete raccontarci? che furono solo scontri? purtroppo ci furono anche gli scontri e quanto ci abbiano giocato i servizi deviati è ancora da sapere.
Chiusa la parentesi andiamo ad analizzare, sia pure a grandi passi e senza finezza ciò che è avvenuto via via . Tra gli elementi di crisi dell’incompiuta costruzione dello stato democratico ci fu la “conventio ad excludendum” contro il Pci e la dimenticanza della Costituzione formale per lasciare che si affermasse quella che viene chiamata costituzione materiale, fino a quando il trionfante berlusconismo decretò che era inutile studiarla e abrogò l’educazione civica e i due grandi partiti crollarono e il Pci addirittura cominciò a cancellare la sua storia, sicchè oggi anche chi è di sinistra poco o niente sa degli eventi. Il fenomeno nella cultura politica è che le distanze tra i due maggiori partiti si riducono e ciascuno di essi si allontana da pezzi del suo schieramento. Dite che non è vero: Veltroni dialoga con Berlusconi e non più o con dispetto e supponenza con Rifondazione e tutti quelli dell’Unione, mentre il Cavaliere snobba AN e Lega. Questa tendenza annuncia un disegno verso un indistinto centrismo che pendola lievemente e si aggiudica i governi con pochi punti di distanza e sinistra e destra relegate ai margini fino a convincerle a non prendere parte alla gara elettorale. Concludo dicendo che a mio parere la sinistra sottovaluta le questioni delle forme politiche e così ci troviamo spesso fregati anche nei contenuti, dato che le forme sono il veicolo dei contenuti e se c’è il semaforo rosso si viene fermati, se c’è uno sbarramento bisogna cambiare strada.

Lidia Menapace

CON L'ABOLIZIONE DELLE PREFERENZE, ELETTORI DEFRAUDATI DI UN DIRITTO

E’ in atto un processo degenerativo della democrazia in Italia. I regimi formalmente democratici, ma svuotati della loro capacità rappresentativa, sono ormai una semi-dittatura. Il capo del Governo ha varato due operazioni: con la prima ha costituito un partito unico del Centrodestra; con la seconda ha comunicato che, per le prossime elezioni europee, sarà servita la "porcata numero due" (come la chiamò il suo creatore, il leghista Calderoli), ovvero una copia delle disposizioni più antidemocratiche della legge elettorale con cui abbiamo votato nelle ultime elezioni politiche. Il Cavaliere, infatti, ha annunciato che neanche per il Parlamento europeo potremo sceglierci i rappresentanti con lo strumento delle preferenze, e che la soglia per entrare nell’UE salirà al 5 per cento.
Le leggi elettorali sono un tema delicatissimo, da cui dipende la qualità della democrazia. Abolire le preferenze equivale a scippare i cittadini di un diritto di rappresentanza democratica. Berlusconi sostiene che «il sistema delle liste bloccate permette d’avere professionisti che possono autorevolmente rappresentare il Paese in Europa», ma questo è, per primo, un insulto all’intelligenza degli elettori, considerati incapaci di compiere scelte mature e responsabili e, per secondo, abbiamo già visto che in Parlamento il Popolo della Libertà ha fatto eleggere 100 persone che hanno problemi con la legge, cioè già condannati o in attesa di giudizio. Infine Berlusconi tanto "illuminato" finora non s’è dimostrato. In Parlamento si vedono le aule affollate di portaborse, segretari, cortigiani e figli di papà, e in questo è d’accordo anche il Pd. È giusto che due sole persone (Berlusconi e Veltroni) decidano chi entra in Parlamento e chi no?
La Costituzione prevede che deputati e senatori siano «eletti a suffragio universale e diretto». Ma con le liste bloccate, l’elettore si limita a ratificare scelte compiute, a suo nome, dall’alto. Senza preferenze si taglia il legame tra gli eletti e il territorio, si limita la libertà stessa dei parlamentari, sempre più servili verso il "capo" che spartisce i posti, li conferma o li fa sparire con un sol tratto di penna.
Si diceva che lo sbarramento elettorale lo si faceva per ridurre il numero dei partiti e favorire la stabilità dei Governi. Giusto, ma il salto da una miriade di partiti a due soltanto è un’eccessiva e pericolosa semplificazione.
A pensar male si fa peccato, ma non sarà che si vogliano regolare conti personali, cioè "vendicarsi" con l’Udc di Casini il "traditore", o si tema che An, più organizzata sul territorio, porti in Europa più deputati di Forza Italia? Che è come dire: dagli amici mi salvi Iddio!
Sul Corriere della Sera, Massimo Franco ha scritto che il progetto di Berlusconi è «trasformare la coalizione di Governo da maggioranza relativa in maggioranza assoluta nel Paese». Progetto legittimo, purché lo si raggiunga senza "forzare" le regole o riesumare Acerbo e la legge del 1923. Col fuoco non si scherza. Le leggi elettorali vanno scritte insieme: devono essere valide per tutti, non soggette a interessi di parte o personali.
Quando non si riconosce il ruolo dell’opposizione e il suo leader viene definito «inesistente», quando si toglie autonomia al potere giudiziario, quando l’opinione pubblica addomesticata o narcotizzata, grazie al controllo delle TV non è più in grado di effettuare un costante controllo sulle scelte politiche, ci si avvia a una semi-democrazia, a un processo degenerativo che svuota il Parlamento delle sue funzioni, sulla scia della Russia di Putin.

Il decreto Gelimini


Dalla scuola arrivano gli insegnamenti di democrazia ed economia al governo dittatoriale presieduto dal rais Berlusconi

L'onda pacifica e determinata di studenti, insegnanti e genitori contro la Gelmini si gonfia sempre più. Più di un milione i manifestanti radunati a Roma: "Il governo deve ascoltarci".Un decreto fatto con arroganza, a colpi di voti di maggioranza, la finta riforma della scuola fatta di tagli è stata bocciata dal Paese. Manifestazioni anche a Milano, Bologna, Genova, Pavia, Ancona, Napoli, Cagliari, L'Aquila, Lecce, Palermo, Catania, Bari...A Roma Piazza del Popolo è stracolma: gli striscioni degli studenti del sud, "calabresella mia" suonata dalle scuole calabresi, la musica del camion dei giovani liceali romani e ancora palloncini e bandiere. In testa al corteo, leader sindacali e leader politici del vecchio PRC entrano insieme in piazza: Vendola, Ferrero e Bertinotti uno accanto all'altro, come a far credere che il corteo è merito loro, ma fanno solo presenza, non politica attiva…, Di Pietro a pochi metri di distanza e i militanti di IdV raccolgono le firme contro il lodo Alfano. "Vogliamo firmare per il referendum contro la legge Gelmini", chiedono alcune maestre, "va preparato, ci vuole un po' di tempo", gli rispondono i dipietristi. Entrano poco dietro anche Veltroni ed Epifani. "Il governo ascolti la società e non trasformi questo movimento in un fatto politico", dice onestamente il segretario del Pd. "Il governo - aggiunge - deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. Le misure prese a colpi di decreto, la pessima riforma della scuola fatta di tagli, sono state bocciate dal Paese. La grande marea di persone che ha riempito Roma, i tanti altri nelle piazze delle altre città italiane, con la loro protesta non chiedono di tenere questa situazione, chiedono una scuola che funzioni, che sappia premiare il merito e offrire a tutti eguali condizioni di partenza".Dalla piazza la protesta riserva raffiche di fischi contro i ministri Gelmini e Brunetta. Sul palco intervengono i leader di tutti i sindacati. Bonanni chiede al governo di "riaprire un confronto perché la scuola non può essere diretta come una azienda". Si rimprovera al governo di mascherare con una finta riforma una mera esigenza di cassa. Ma non possono essere i giovani a pagare. Per Angeletti "lo sciopero della scuola è stato convocato per risolvere i problemi contrattuali e dei precari, bisogna quindi evitare strumentalizzazione politica". Epifani chiude la manifestazione e parla di "un intero paese che insorge" e si rivolge ai manifestanti: "State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà". "Non dividiamoci - è l'appello lanciato dal palco di piazza del Popolo - la forza di questa giornata è l'unità, non scambiamo un piatto di lenticchie per questa forza di unità. Questo è il segno di questa manifestazione e di questo incontro".Paolo Ferrero dice: "una enorme manifestazione di popolo contro un governo che trova i soldi per banche e banchieri e taglia la scuola pubblica".Studenti, lavoratori, famiglie al completo di tre generazioni unite dalla volontà di difendere non lo status quo, ma le pari opportunità per tutti, l'accesso al sapere e il diritto di futuro.Per Paolo Nerozzi (Pd) prova a strumentalizzare la manifestazione: "chi pensava che la sinistra fosse morta si sbaglia di grosso perché la mobilitazione di oggi dimostra quanto sia ancora viva l'identificazione della sinistra con l'idea di eguaglianza e la difesa dei diritti fondamentali e della non violenza, la ricostruzione del centrosinistra parte proprio da qui".Il 90 % delle scuole italiane oggi sono rimaste chiuse. Proteste in tutta Italia. Gli universitari sono scesi in piazza per "rivendicare un sistema formativo pubblico e sul quale non si possono operare tagli così vistosi". Oltre a Roma gli studenti medi e universitari sono stati al fianco dei lavoratori in sciopero anche ad Ancona, Milano, Cagliari, Catania, L'Aquila, Lecce, Bari, Palermo, Pavia, Torino e Genova.A Milano decine di migliaia di persone, tra alunni delle elementari, studenti liceali e universitari, insegnanti, genitori e precari hanno sfilato e si sono date appuntamento in piazza Duomo. Secondo i responsabili di "Rete scuole", tra gli organizzatori, i manifestanti erano 200mila. Alcuni spezzoni del corteo non si sono fermati in piazza Duomo e si sono diretti con un corteo non autorizzato in piazza Affari, dove circa duemila studenti si sono seduti attorno ai furgoni e hanno improvvisato un'assemblea di fronte alla Borsa.A Bologna circa 30.000 studenti medi e universitari si sono concentrati in piazza Nettuno e in piazza Maggiore. A Brescia i manifestanti hanno occupato la stazione ferroviaria. Stessa cosa a Firenze, dove un centinaio di manifestanti, tra studenti e aderenti ai centri sociali, ha occupato per circa mezz'ora alcuni binari a Campo di Marte, con alcuni momenti di tensione.In Sicilia si calcola un'adesione molto elevata allo sciopero da parte degli insegnanti. A Palermo due i cortei: uno di docenti, personale scolastico e genitori e l'altro di studenti delle superiori e dell'università. Cortei anche a Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Ancora manifestazioni a Napoli: tre istituti superiori hanno sfilato a Portici, uno a Ischia, mille studenti ad Arzano. A Bari hanno manifestato circa 10.000 studenti.Chissà come gode ora Tremonti, perché grazie al decreto Gelmini, fior di miliardi di euro saranno sottratti alla scuola e giungeranno tra le sue sagge mani. E così il ladro dell’economia italiana, li elargirà ai monumenti dell’imprenditorialità’ liberista italiana che ultimamente si sono rimessi in coda perché stanno fallendo e noi dobbiamo salvarli, perché continuino a distruggerci. Sembra che si possa essere liberisti ad intermittenza: quando e’ tempo di parlare di tasse e di responsabilità sociale delle imprese allora si invocano i fantasmi comunisti, quando invece il sistema va all’aria per la troppa ingordigia allora si torna all’ovile e si intascano i soldi dei contribuenti per sopravvivere, in nome dell’interesse generale, ovviamente. E mentre Tremonti e’ euforico un po’ meno felice deve essere la Gelmini che da quando fa la portavoce dei tagli di Tremonti si e’ presa una valanga d’insulti da Trento fino a Gela e la grande maggioranza di questi assolutamente giusti e meritati. Poverina, forse pensava di godersi la manna ministeriale e invece e’ stata innalzata dall’opinione pubblica come il simbolo della falsa democrazia berlusconiana, eppure lei ha fatto solo il suo dovere, cioè servire le esigenze del contabile di Berlusconi, Tremonti.Ora gli elettori poveri del PDL festeggiano per la futura ignoranza dei loro figli. Per chi ha i soldi si aprono invece nuove opportunità competitive, il loro status di eletti potrà essere affermato fin da studenti. Per tutti gli altri non resta che rimboccarsi le maniche perchè se c’e’ una cosa certa in questa vicenda e’ che la lotta inizia solo oggi.Dall'anno scolastico 2009/2010 non ci saranno più 2 docenti per sezione. Non saranno più garantite le 40 ore settimanali comprensive di mensa e di orario continuato, ridotte a 24 ore definitive. Il 50% del personale di ruolo sarà decapitato e sarà perdente posto. Nella più rosea delle ipotesi si dovrà emigrare al nord per insegnare, pur essendo regolarmente di ruolo nella propria provincia (io ad Avellino). Nel sud sarà impossibile avere il tempo pieno facoltativo perché siamo poveri e mancheranno sicuramente i fondi, dovendo farsene carico l'Istituto scolastico e/o le famiglie. La conseguenza nel sociale sarà drammatica: le donne dovranno scegliere tra il lavorare o l'allevare figli, perché la retta scolastica sarà superiore al guadagno della madre lavoratrice (considerando che la maggioranza delle donne meridionali guadagna tra i 300/400 euro al mese). Si tornerà indietro di un secolo.Ma c’e’ un lato positivo della vicenda Tremonti-Gelmini, ed e’ che ha rivelato in maniera palese e inequivocabile a tutto il Paese cosa sia realmente il governo dittatoriale di Berlusconi, una maggioranza parlamentare di pupazzi nelle mani di un magnate onnipotente:“L’umiliazione delle più elementari regole che caratterizzano una democrazia moderna e tra queste, forse la più grave, la partecipazione sociale del popolo sovrano.Ma e’ iniziato il conto alla rovescia per questo governo, l’opposizione politica la possono infatti ignorare e umiliare, ma il Paese reale, quello no”.
Pino Ciraci

Obama for President: finalmente noi possiamo

"L'America ha mandato un messaggio al mondo" ha detto Obama dopo la sua vittoria. "L'ora del cambiamento è arrivata". "Se c'è ancora qualcuno che ha dubita che l'America sia un posto dove tutto è possibile, che ha dubbi sul potere della democrazia, questa notte ha avuto la risposta". Una risposta che non ha bisogno di parole, si descrive con code che non si sono mai viste ai seggi, di persone che hanno votato per la prima volta nella loro vita, convinti che questa volta le loro voci saranno ascoltate.Quando anche noi in Italia ci libereremo di Berlusconi e del pensiero neoliberale, responsabile di guerre e distruzione, di soldi ai ricchi e di fame ai poveri?"Yes we can": sì noi possiamo è "Il credo americano". E nell'America di Barack Obama non ci potrà «essere una Wall Street che si arricchisce mentre la genete comune soffre».Il neo presidente degli Stati Uniti da Chicago ha spiegato che il mondo della finanza, all'origine della crisi che ha messo in ginocchio l'economia reale non può vivere come un corpo distaccato dal resto della nazione: «Cresciamo o cadiamo come una nazione , come un popolo». «Un nuovo giorno per la leadership americana è a portata di mano», ha aggiunto Obama intimando tra gli applausi «a quanti vogliono abbattere il mondo, noi vi sconfiggeremo. A quanti cercano pace e sicurezza, noi vi sosterremo». Obama ha chiarito che gli Usa hanno provato che «la forza autentica della nostra nazione non proviene dall'entità del nostro benessere ma dal potere dei nostri ideali: opportunità, democrazia, libertà e speranza».Barack Obama ha focalizzato il suo impegno sul fronte dell’occupazione. Ha promesso che ci sarà uno sgravio fiscale di tremila dollari per ciascun nuovo posto di lavoro creato in America. Per dare “benzina all’occupazione” Obama intende abolire le tasse di capital gain sugli investimenti in piccole imprese. Infine, ha annunciato che il suo governo attuerà una proroga temporanea dei sussidi di disoccupazione per gli americani che “hanno perso il lavoro e fanno fatica a trovarne uno nuovo in questo clima di economia debole'’.L’altro grande pilastro di questo piano destinato alla Classe media riguarda la casa. Un tema fondamentale in un paese dove migliaia di migliaia di persone hanno perso, da un giorno con l’altro, la propria abitazione a causa della crisi dei mutui.Obama ha promesso una moratoria di 90 giorni sui pignoramenti delle case i cui proprietari hanno ricevuto mutui dalle banche garantite dallo Stato. Un piccolo passo, una boccata di ossigeno, per chi, rischia di trovarsi in mezzo a una strada.Ora Berlusconi sarà pronto ad andare d'accordo anche con Obama, farà il cagnolino anche del nuovo Presidente americano. Ma la vittoria di Obama sarà la sconfitta della cultura del nostro premier che appartiene ad un'altra epoca ed è finita con la presidenza Bush.Oggi finalmente sarà chiaro che i partiti razzisti come la Lega Nord, Alleanza Nazionale e Partito delle Libertà, guarda caso tutti di destra, non possono più avere un futuro, anzi devono con forza essere contrastati e messi in disparte.Ora gran parte del mondo si aspetta un cambiamento globale e anche in Italia vogliamo la fine dell'epoca del dominio neo-conservatore e della globalizzazione selvaggia e neo liberista, nonché fascista e dittatoriale.

Pino Ciraci

Processi a carico di Berlusconi

Sentenze di non doversi procedere:Prescrizione del reato dovuta alla concessione di attenuantiLodo Mondadori, corruzione sempliceIntervenuta amnistiaFalsa testimonianza P2Terreni Macherio, imputazione per uno dei due falsi in bilancioSentenze di assoluzioneCaso All Iberian 2 - falso in bilancio (assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato in seguito alle riforme del Governo Berlusconi II)Sme-Ariosto 1 - imputazione su vendita Iri, corruzione giudiziaria4 Tangenti alla Guardia di Finanza (assolto per non aver commesso il fatto)Medusa cinematografica, falso in bilancio (assolto in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essere stato al corrente dei fatti contestati)Sme-Ariosto 2, falso in bilancioSme-Ariosto 1 - imputazione su due versamenti a Renato Squillante, corruzione giudiziaria (assolto per non aver commesso il fatto, assolto perché il fatto non sussiste)Terreni Macherio, imputazione per appropriazione indebita, frode fiscaleProcedimenti archiviatiConsolidato Fininvest, (prescrizione raggiunta in base alla nuova legge sul falso in bilancio)spartizione pubblicitaria Rai-Fininvesttraffico di drogatangenti fiscali Pay-tvStragi 92-93, concorso in strageAssociazione mafiosa assieme a Marcello Dell'Utri, riciclaggio di denaro sporcoProcedimenti in corsoDiritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita;Mazzette a David Mills, corruzione giudiziaria.Contrastante è invece il caso Telecinco, come si legge più in basso.Dettagli sui procedimentiTraffico di drogaNel 1983 dopo essere stato fermato in autostrada da una pattuglia di carabinieri, Berlusconi fu trovato in possesso di "materiale ambiguo" e, nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga, furono messi sotto controllo i suoi telefoni. L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.Falsa testimonianzaNel corso di un processo penale per diffamazione, avviato da una querela di Berlusconi per via di un articolo comparso sulla rivista Epoca nel 1987, il querelante riferì all'Autorità giudiziaria, sotto giuramento, di non aver corrisposto alcunché a Licio Gelli all'atto di iscriversi alla sua Loggia massonica, la P2, nel 1981.I giornalisti imputati, tutti assolti, a loro volta presentarono un esposto presso la Pretura di Verona contro Berlusconi, affinché nei confronti di quest'ultimo fosse avviato un procedimento penale per falsa testimonianza.Il 22 luglio del 1989 il pretore Gabriele Nigro firmò una sentenza istruttoria di non doversi procedere perché il fatto non costituisce reato.Tale decisione veniva impugnata presso la Sezione istruttoria della Corte d'Appello di Venezia la quale nel 1990, essendo stata varata un'amnistia nei primi mesi di quello stesso anno, dichiarava il reato contestato a Berlusconi estinto a causa del suddetto provvedimento parlamentare.Tale decisione è stata poi confermata dalla Corte di Cassazione nel 1991Tangenti alla Guardia di finanzaSilvio Berlusconi è stato accusato di concorso in corruzione, reato che sarebbe stato perpetrato mediante il versamento di alcune tangenti ad ufficiali della Guardia di Finanza impegnati in verifiche fiscali presso quattro aziende dell'imprenditore milanese. Gli episodi contestati sarebbero risaliti, secondo quanto prospettato dall'accusa, al 1989 (tangente per Videotime), al 1991 (Mondadori), al 1992 (Mediolanum) e al 1994 (Tele+).Il 19 ottobre 2001 la Corte di Cassazione assolve l'imputato per tutti e quattro i capi d'accusa (con la formula per non aver commesso il fatto)Il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, che aveva ricevuto un invito a comparire presso la Procura di Milano per il 22 novembre 1994 davanti al PM Antonio Di Pietro, è datato 14 ottobre 1995In primo grado il processo, cominciato il 17 gennaio 1996, si era concluso, il 7 luglio del 1998, con una condanna, per tutti i capi d'accusa, a 2 anni e 9 mesi di reclusione complessivi.Il giudizio di Appello, emesso il 9 maggio del 2000, aveva ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo Berlusconi (con la formula per non aver commesso il fatto) per la vicenda Tele+ e prosciogliendolo con riguardo ai tre residui capi d'imputazione (per intervenuta prescrizione dovuta alla concessione delle attenuanti generiche).Processo All IberianIl 12 luglio 1996 Silvio Berlusconi viene rinviato a giudizio per i reati di finanziamento illecito a un partito politico e falso in bilancio aggravato Secondo la prima accusa, Silvio Berlusconi avrebbe versato illecitamente 22 miliardi di lire, tra il gennaio 1991 e il novembre 1992, al Partito Socialista Italiano guidato da Bettino Craxi (coimputato nel processo per il medesimo reato). Il denaro sarebbe partito da fondi occulti della società berlusconiana Finivest per finire nei conti svizzeri del PSI.Quanto al falso in bilancio Fininvest, Berlusconi avrebbe perpetrato questo reato a partire dal 1989 fino al 1996, mediante il controllo di una serie di operazioni volte a trasferire ingenti somme di denaro (migliaia di miliardi di lire) all’estero attraverso l’utilizzo di numerosissime società offshore, con lo scopo, talvolta, di reimpiegare detto denaro in altre attività illecite.Il processo All Iberian, dal nome della società dietro cui alcuni testimoni d’accusa hanno sostenuto si celasse Fininvest, ebbe inizio il 21 novembre 1996. Tuttavia, per una violazione di legge operata dalla magistratura requirente, che non aveva reso possibile alla società Fininvest di partecipare al processo in qualità di parte offesa, il 17 giugno 1998, circa un mese prima della prevedibile emissione della sentenza di primo grado, il processo fu diviso in due tronconi: da una parte sarebbe proseguito il giudizio sulla presunta violazione della legge sul finanziamento dei partiti politici (cosiddetto processo All Iberian 1); dall’altra, la violazione procedurale ha comportato l’azzeramento del processo per la parte relativa al falso in bilancio, che è pertanto ricominciato nel gennaio 1997(cosiddetto processo All Iberian 2).All Iberian 1 (finanziamento illecito al PSI)Finché il processo All Iberian è stato trattato unitariamente, il reato asseritamente commesso fino al 1992, ancorato al falso in bilancio contestato fino al 1996, non presentava particolari problemi in tema di estinzione per prescrizione. Avvenuta la separazione dei processi, però, il finanziamento illecito fu perseguito da solo, con la conseguenza che il termine prescrizionale di sette anni e mezzo sarebbe decorso dal 1992, mettendo in pericolo la pronuncia di una sentenza definitiva di merito.Infatti il processo All Iberian si è concluso il 22 novembre 2000, quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza d’Appello emessa il 26 ottobre 1999, ha dichiarato il proscioglimento dell’imputato per intervenuta prescrizione del reato.Nel processo di primo grado, invece, concluso il 13 luglio del 1998, il proscioglimento per prescrizione era stato dichiarato solo per il versamento di 10 dei 22 miliardi di lire contestati; per la restante parte dell’accusa Berlusconi era stato condannato a 2 anni e quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 10 miliardi di lire.All Iberian 2 (falso in bilancio aggravato)Oltre a dover ricominciare da zero per un vizio procedurale, come deciso dai giudici nel giugno del 1998, la seconda tranche del processo All Iberian dovette una seconda volta essere azzerato in quanto, il 12 marzo 1999, il tribunale, accogliendo un’eccezione relativa alla «totale indeterminatezza dei fatti» contestati, dichiarò nullo in precedente rinvio a giudizio per una «sostanziale equivocità dell’imputazione», rinviando il procedimento alla fase dell’udienza preliminare.Il nuovo rinvio a giudizio portava la data del 24 novembre 1999, e fissava l’inizio del processo di primo grado al 7 aprile 2000. Ma una pronuncia della Cassazione del 9 febbraio 2001, rilevata l’incompatibilità di un giudice con il processo, riportò nuovamente il giudizio all’apertura del dibattimento. Dibattimento che riprese, davanti ad un nuovo giudice, il 22 febbraio dello stesso anno.Il processo All Iberian 2 si è definitivamente concluso con l’assoluzione di Silvio Berlusconi (con formula perché il fatto non costituisce più reato) emessa dal Tribunale di Milano il 26 settembre 2005.Il processo All Iberian 2 è stato ed è tuttora un argomento di polemica politica. Lo schieramento del centrosinistra (e con esso i suoi sostenitori), infatti, ha accusato il Parlamento di aver approvato delle leggi ad personam, ossia delle norme che sarebbero state emanate al solo scopo di influire sui processi pendenti nei confronti dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi.Le polemiche cominciarono già a seguito dell’emanazione della legge 367 del 2001 sulle rogatorie internazionali, che si diceva avrebbe portato alla conclusione anticipata del processo per sopravvenuta inutilizzabilità di alcuni documenti, ritenuti decisivi dall’accusa, provenienti dalla Svizzera. Tuttavia, la polemica non trovò conferma nei fatti. I documenti, infatti, furono utilizzati dal Tribunale a norma della stessa legge criticataSuccessivamente alla riforma del diritto societario, approvata dal Parlamento sotto il governo presieduto da Berlusconi, i critici del centrodestra rinnovarono la loro accusa al Parlamento, reo, a loro dire, di aver legiferato così da venire incontro ai desiderata giudiziari di Silvio Berlusconi.L’applicazione della nuova normativa in materia di falso in bilancio, infatti, ed in particolare dei riformulati articoli 2621 e 2622 del codice civile, ha reso la condotta imputata a Berlusconi non più perseguibile penalmente. La norma infatti prevede la perseguibilità del reato a querela di parte, querela che non era stata presentata a suo tempo e che avrebbe costretto i giudici a prosciogliere l’imputato per difetto di causa di procedibilità. Il Tribunale, invece, ritenne di accogliere le richieste della difesa – l’accusa aveva chiesto che Berlusconi venisse prosciolto per prescrizione del reato– volte ad ottenere la più ampia formula assolutoria (la citata il fatto non costituisce più reato). Con la riforma, infatti, il reato di falso in bilancio, che vedeva ridursi i termini prescrizionali, è diventato perseguibile solo quando l’entità della falsa dichiarazione sia tale da aver creato degli effetti nocivi, non bastando che questi effetti rimangano potenziali.Processo Lentini (falso in bilancio)Nel gennaio del 1995 Silvio Berlusconi è stato indagato per il reato di falso in bilancio, perpetrato attraverso il versamento “in nero” di una decina di miliardi di lire dalle casse della squadra di calcio del Milan a quelle del Torino per l’acquisto del giocatore Gianluigi Lentini.Secondo l’accusa, in particolare, i bilanci della società Milan sarebbero stati «fraudolentemente falsificati» negli anni 1993 e 1994; successivamente, inoltre, la magistratura inquirente ha ritenuto di estendere le accuse di irregolarità dei bilanci al periodo compreso tra il 1991 e il 1997.Il 28 maggio 1998 Berlusconi viene rinviato a giudizio presso il Tribunale di Milano Il processo sarebbe dovuto iniziare l’8 luglio del 1999, ma uno sciopero degli avvocati iniziato quello stesso giorno e protrattosi per quasi un mese ne fece slittare l’apertura al giugno del 2000.Il 4 luglio 2002 il processo si conclude definitivamente con il proscioglimento di Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato.Il proscioglimento di Berlusconi è stato ed è tuttora un argomento di polemica politica. Il processo, infatti, si è interrotto quando ancora il dibattimento era in pieno svolgimento ed una sentenza di primo grado dunque era ben lungi dall’essere emanata.Tale conclusione anticipata è dovuta al fatto che nel gennaio 2002 il Consiglio dei Ministri del governo presieduto da Berlusconi approvò, rendendole immediatamente operative, le nuove norme in materia di riforma del diritto societario, in ossequio alla legge delega approvata dal Parlamento nell’ottobre 2001 che imponeva al governo di adottare le nuove misure entro il 3 ottobre del 2002.La riforma del diritto societario ha comportato una diversa valutazione del reato di falso in bilancio, con modifiche incidenti anche in materia di prescrizione. Se dunque prima della riforma il reato contestato a Berlusconi si sarebbe prescritto nel 2004 (dopo sette anni e mezzo dalla supposta commissione), adesso i termini erano ridotti di tre anni. Pertanto, il Tribunale non ha potuto che adempiere all'obbligo, contenuto nell'articolo 129 del Codice di procedura penale, di dichiarare la presenza di una causa di estinzione del reato in ogni stato e grado del processo. Per tale ragione, il governo è stato accusato di aver approvato una legge ad personam.Medusa cinematograficaBerlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. Assoluzione nel giudizio di appello, con sentenza confermata dalla Cassazione.Falso in bilancio nell'acquisto dei terreni di MacherioBerlusconi è accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è assolto dai reati di appropriazione indebita e di frode fiscale. Per le due imputazioni di falso in bilancio contestate scatta la prescrizione. In appello è confermata l'assoluzione per i due primi reati; è assolto per uno dei due falsi in bilancio, per il secondo si applica l'indulto.Lodo Mondadori [modifica]Berlusconi era accusato (assieme a Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari (art. 319 ter del codice penale), per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere una decisione a suo favore nel giudizio di impugnazione per nullità del Lodo Mondadori, dal cui esito dipendeva la proprietà della casa editrice.La posizione di Silvio Berlusconi è stata stralciata in seguito alla sua nomina a Presidente del Consiglio, e ad interminabili contrasti tra il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale e la Presidenza del Consiglio, che hanno portato anche all'intervento della Corte Costituzionale in sede di soluzione di confitti di attribuzione tra poteri dello Stato.Il giudice dell'udienza preliminare Rosario Lupo ha deciso l'archiviazione del caso. La Corte d’appello, su ricorso della procura, decide nel giugno 2001 che per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; in primo grado Cesare Previti è stato condannato, mentre per questo stesso episodio Berlusconi, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, ha ottenuto la prescrizione del reato di "corruzione semplice" (poiché risale al 1991 e la prescrizione, con le attenuanti generiche, scatta dopo 7 anni e mezzo) ed ha evitato la condanna. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto la sentenza dice “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi.I giudici della V sezione della Corte d'Appello hanno infatti ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi è ipotizzabile il reato di "corruzione semplice", e non quello più grave di "corruzione in atti giudiziari", in quanto non sono stati provati i provvedimenti giudiziari oggetto della corruzione. Hanno inoltre confermato la concessione delle attenuanti generiche, dalle quali consegue la prescrizione del reato. La Corte Suprema di Cassazione ha infine confermato la sentenza d'appello.Ecco un estratto della sentenza definitiva:"Il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è nel frattempo diventato Presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo"Processo SMEBerlusconi era accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado si è concluso con condanne per Previti e Squillante, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di spostare il processo a Brescia o a Perugia, per legittimo sospetto, reintrodotto appositamente per legge nell'ottobre 2002. Un'altra legge, il "lodo Schifani", votata nel giugno 2003, ha imposto la sospensione di tutti i processi a cinque alte cariche dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio dei Ministri, ma è stata bocciata dalla Corte costituzionale perché incostituzionale. Stralciata la posizione di Berlusconi dal processo principale, il Tribunale di Milano ha ritenuto provati i fatti di corruzione, lo ha prosciolto per prescrizione sui soldi pagati a Squillante (capo A) e assolto per insussistenza del reato di corruzione ai fini della mancata vendita della SME (capo B). Previti invece viene condannato.Processo SME - Capo di accusa APer il capo di accusa A del suddetto processo SME Silvio Berlusconi viene prosciolto in primo grado per prescrizione in ordine ad alcuni punti del capo medesimo, ed assolto in ordine ad altri.Questa conclusione è maturata anche grazie alle rogatorie internazionali giunte dalla Svizzera. Esse furono oggetto di aspro confronto, in quanto Berlusconi ha sempre sostenuto che fossero documenti falsificati. Durante il processo, il governo Berlusconi II varò una legge che introduceva norme più rigorose per accertare l'autenticità e la provenienza delle rogatorie internazionali, suscitando la reazione delle opposizioni che giudicavano tale legge un provvedimento inutile o addirittura escogitato ad arte per rendere più difficile alcuni processi.I documenti in questione provavano la sussistenza di versamenti di 434.404 dollari effettuati da un conto della Fininvest ad uno di Previti, dal quale infine giunsero ad un conto di Squillante.Al termine del processo i giudici, pur ritenendo che Berlusconi avesse commesso il fatto-reato imputatogli, gli concedettero le attenuanti generiche, che tra gli altri effetti dimezzano i termini di prescrizione di quel reato da quindici anni a sette anni e sei mesi; il reato commesso è risultato così estinto per prescrizione, situazione giuridicamente differente dall'assoluzione, anche se porta ad effetti pratici simili.Di seguito il dispositivo della sentenza formulato il 10 dicembre 2004 dai giudici della Prima Sezione Penale di Milano:Visto l'articolo 531 c.p.p. dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 06-07 marzo 1991 perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 c.p. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione; visto l'articolo 530 CO.2 c.p.p. assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione relativo al bonifico in data 26-29 luglio 1988 contestato al capo A) per non aver commesso il fatto; visto l'articolo 530 c.p.p. assolve Berlusconi Silvio dagli altri fatti di corruzione contestati al capo A) per non aver commesso il fatto; Visto l'articolo 530 CO.2 c.c.c., assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione a lui ascritto al capo B) perché il fatto non sussiste.Gli avvocati di Berlusconi hanno fatto ricorso in appello per ottenere un'assoluzione piena. Il 27 aprile 2007 i giudici hanno assolto Silvio Berlusconi per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste.Di seguito il dispositivo della sentenza: «La corte, visto l'articolo 605 cpp, in riforma della sentenza del tribunale di Milano in data 10 dicembre 2004, assolve Silvio Berlusconi dal reato a lui ascritto sub capo A) ai sensi dell'articolo 530 comma 2 del codice di procedura penale, per non aver commesso il fatto, e dal reato a lui ascritto sub capo B) ai sensi dell'articolo 530 comma 1 cpp perché il fatto non sussiste».Il ricorso della procura di Milano contro la sentenza di assoluzione viene rigettato dalla VI sezione penale della Corte di Cassazione il 26 ottobre 2007. Berlusconi esce così assolto definitivamente da questo processo. Non vi è dubbio, invece, che Cesare Previti, con fondi della Fininvest, ha versato tangenti a magistrati romani per pilotare un giudizio cui la stessa azienda era interessata.Spartizione pubblicitaria Rai-FininvestBerlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio dei Ministri, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.Tangenti fiscali sulle pay-tvBerlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.Stragi del 1992-1993La Procura di Firenze ha indagato per molti anni (fino al 1998) sui mandanti a volto coperto delle stragi:del 14-5-93 a Maurizio Costanzo (via Fauro, Roma)attentato agli Uffizi del 27-5-93 (via de' Georgofili, Firenze)attentato al Padiglione di Arte Contemporanea del 27-7-93 (Via Palestro, Milano)di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano (Roma, 28-7/93)allo stadio Olimpico (dicembre 1993 - gennaio 1994)a Formello-Roma (attenato a Salvatore Cotorno, 14-4-94)La procura di Firenze iscrisse nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri (con il soprannome AUTORE 1 e AUTORE 2), considerati mandanti delle suddette stragi. Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal GIP territoriale benché "le indagini svolte abbiano consentito l'acquisizione di risultati significativi" e sebbene "l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità".A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone). Le indagini sono partite da:le dichiarazioni di Salvatore Cancemii verbali relativi ai rapporti con Vittorio Manganole dichiarazioni successive di Cannella e La Barberale dichiarazioni di Pennino e Siinogli esiti delle indagini della Dia e del Gruppo Falcone e BorsellinoIl 3 maggio 2002 il fascicolo viene archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Ma "gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati". Quell'atto non venne però firmato dall'altro pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione, soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano "contrastanti"Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano "convergenti" e che era necessario indagare ancora "nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra".Concorso esterno in associazione mafiosaLa procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 il procedimento è stata archiviato al termine delle indagini preliminari, che erano state prorogate per la massima durata prevista dalla legge. Dell'Utri, infine, è stato condannato a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; dagli atti risulta che Forza Italia sarebbe stata fondata per fornire nuovi agganci politici alla mafia e che Berlusconi sarebbe stato messo da Dell'Utri nelle mani della mafia fin dal 1974.Il 26 luglio 2007 si è assistito alla ritrattazione del prof. Giuffrida, funzionario della Banca d'Italia e perito per conto della Procura della Repubblica nel processo di Palermo che vedeva imputato il senatore Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, in merito alle conclusioni da questi rassegnate ai Giudici circa l'oscura provenienza di ingenti quantitativi di denaro (113 miliardi di lire dell'epoca), nelle casse della Fininvest nella seconda metà degli Anni 1970.Giuffrida, che era stato querelato per diffamazione per le sue dichiarazioni al processo, giunge ad un accordo transitivo con Mediaset, in cui si riporta che "'il dott. Giuffrida [...] riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest" e che Fininvest/Mediaset prendono atto "che i limiti della consulenza del dott. Giuffrida non sono dipesi da sua negligenza ma da eventi estranei alla sua volontà - scadenza dei termini e successiva archiviazione del procedimento - che lo hanno indotto a conclusioni parziali e non definitive".I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall'ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento ("una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali"), nè la versione definitiva leggermente corretta ("non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute").La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su "una parziale documentazione", ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva "trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri", in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano "potenzialmente non trasparenti" e non aveva "fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest"[Tale ritrattazione, contenuta nell'accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il prof. Giuffrida a composizione della controversia instaurata dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.Diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivoSilvio Berlusconi risulta attualmente indagato dalla procura di Roma per diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo, in relazione alla vicenda delle dichiarazioni dell'allora Premier in merito alle relazioni tra le cosiddette Cooperative Rosse e camorra durante una intervista rilasciata il 3 febbraio 2006 ad una emittente nazionale. L'iscrizione è avvenuta in seguito alla querela presentata dal presidente della Lega Nazionale delle Cooperative Poletti.Telecinco (in Spagna)In Spagna, Silvio Berlusconi, con altri manager Fininvest, è accusato di violazione della legge antitrust, frode fiscale e reati vari (es. riciclaggio di denaro) per l'emittente Telecinco da lui fondata. Il processo è stato sospeso dal 2001 al 2006 (cio non comporta la prescrizione) per non interferire nelle relazioni fra Italia e Spagna, ma ad aprile 2006 è ripreso, tornando nelle mani del giudice Baltasar Garzón che per primo ha avviato il procedimento.Compravendita diritti televisiviI PM Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, che hanno collezionato 50.000 pagine di atti con rogatorie in 12 paesi, hanno richiesto il rinvio a giudizio per 14 indagati:Silvio Berlusconi (appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio)Fedele Confalonieri (falso in bilancio)Frank Agrama (uomo di "appoggio" Fininvest in America)David Mills (marito di un ministro del governo Blair)Daniele Lorenzano (capoacquisti Finivest)Erminio Giraudi (mercante di carni a Montecarlo)Paolo del Bue (banchiere svizzero)Giancarlo Foscale e Candia Camaggi (cugino del Cavaliere e consorte, responsabili della finanza svizzera)altri dirigenti di Fininvest e Mediaset.Oltre a queste sono state stralciate (cioè verranno contestate in procedimento separato) le posizioni di Marina Berlusconi (assurta a presidente Mediaset) e Piersilvio Berlusconi, accusati di riciclaggio.Dall'indagine All Iberian nasce questo filone d'inchiesta su due società estere collegate alla Silvio Berlusconi Finanziaria (società lussemburghese), la Century One e la Universal One. Sui conti di tali società hanno lasciato l'ultima traccia i fondi neri "distratti su conti bancari in Svizzera, Bahamas e Montecarlo, [..] nella disponibilità degli indagati [..] e gestiti da fiduciari di Berlusconi". La cresta sulla compravendita dei diritti di film made in USA avveniva, secondo l'ipotesi accusatoria, in modo illegale: Mediaset non li comprava direttamente ma da società offshore (Century One e Universal One e altre come la Wiltshire Trading e la Harmony Gold) che a loro volta li cedevano ad altre società gemelle, facendo lievitare il prezzo ad ogni passaggio. La differenza tra il valore reale e quello finale consentiva di mettere da parte fondi neri.Berlusconi avrebbe intascato fondi neri (280 milioni di euro in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri e fiorini olandesi) in nero, senza pagarvi le tasse e frodando i propri azionisti (falso in bilancio). Ma la difficoltà maggiore per i PM è stato capire come avvenivano tali operazioni, considerato che il premier ha lasciato tutte le cariche sociali nel 1993. Berlusconi avrebbe continuato a occuparsi delle società tramite prestanome. L'ipotesi accusatoria è suffragata dalle testimonianze di Carlo Bernasconi (capo della Silvio Berlusconi Communications), Oliver Novick (responsabile della Direzione Corporate Development) e Marina Camana (segretaria di Bernasconi che, secondo le rivelazioni dell'Espresso, ha raccontato proprio che le indicazioni per gli acquisti venivano da Arcore).Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici della Mediatrade spa, cioè la società controllata dal Gruppo Berlusconi che ha preso il posto, a partire dal febbraio 1999, Mediaset e la Maltese Ims nell'acquisto dei diritti TV. La procura avrebbe scoperto massici trasferimenti di denaro della Wiltshire Trading (società intestata ad Agrama) a favore di conti svizzeri di personaggi Mediaset(denominati "Leonardo", "Trattino", "Teleologico", "Litoraneo", "Sorsio", "Clock" e "Pache"). Questo nuovo filone nasce dalla testimonianza di un ex dirigente Paramount, Bruce Gordon, che definisce Agrama come "agente di Berlusconi" e "rappresentante Fininvest". Farouk Mohamed Agrama, detto Frank, è considerato l'interfaccia di Lorenzano (ex capoacquisti di Mediaset) negli USA.Secondo la procura l'accumulazione dei fondi neri sarebbe continuata anche oltre il 1999, fino al 2002 cioè quando Berlusconi era già Presidente del consiglio. Berlusconi e Mills sono accusati di corruzione in atti giudiziari. Si legge nell'atto notificato il 16 febbraio 2006:"Deponendo Mills in qualità di testimone nei processi 'Arces + altri' e 'All Iberian', accettava la promessa e successivamente riceveva da Carlo Bernasconi (manager Fininvest, morto nel 2001, ndr), a seguito di disposizione di Silvio Berlusconi, la somma di 600mila dollari, investita dallo stesso Mills in unità del fondo Giano Capital e l'anno successivo reinvestita nel Torrey Global Offshore Fund, per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio di testimone: come in effetti faceva affermando il falso e tacendo in tutto o in parte ciò che era a sua conoscenza in ordine al ruolo di Silvio Berlusconi nella struttura di società offshore creata dallo stesso Mills, struttura fuori bilancio utilizzata nel corso del tempo per attività illegali e operazioni riservate del gruppo Fininvest".Davanti ai giudici, in particolare, Mills "ometteva di dichiarare quanto a sua conoscenza in ordine alla proprietà e al controllo delle società offshore del Fininvest B group e di conseguenza non rivelava che delle stesse erano beneficiari Silvio Berlusconi, Carlo Bernasconi e Livio Gironi, e che il controllo sulle stesse era esercitato da fiduciari della famiglia Berlusconi"; inoltre "ometteva di riferire la circostanza del colloquio telefonico intercorso nella notte del 24 novembre 1995 con Silvio Berlusconi in ordine alla società All Iberian e al finanziamento da 10 miliardi di lire erogato tramite All Iberian a Bettino Craxi".Bugie ricompensate, secondo la Procura, con quei 600.000 dollari riciclati da Mills in fondi riservati.