sabato 15 novembre 2008

Cose che succedono a chi vive in un paese del sud

Come molti giovani, all’età di 28 anni, sono dovuto andare a trovare lavoro al nord Italia, visto che qui nel mio paese natio, circa 20 anni fa, i posti di lavoro erano possibili solo se conoscevi qualcuno di influente oppure eri ricco, oppure decidevi di essere sfruttato dai caporali in agricoltura. Così sono dovuto andare prima a Bolzano e poi a Bergamo per potermi garantire un futuro.Purtroppo questo è costato il distacco dalla mia famiglia, alla quale ero molto legato. Così mi sono ritrovato lontano da casa, solo, senza gli affetti dei miei cari e senza gli amici con i quali avevo costruito la mia vita fino ad allora. Si trattava di ricominciare daccapo in luoghi dove già da allora come ora venivi indicato come un terrone, e peggio delle persone di colore. Nella provincia di Bolzano ero un terrone italiano e lì si considerano di madrelingua tedesca. Nella bergamasca si usa dire che si lavora come negri, ma non come terroni, che vengono definiti scansafatiche e mafiosi. Ma tuttavia quello era il mio futuro allora. Dopo 10 anni di lavoro al nord, dove facevo il venditore di auto e con un buon successo, tanto da guadagnare circa 4-5 milioni di lire al mese, mia madre mi telefonò un giorno dicendomi che preferiva avere vicino il figlio maschio, visto che mio padre era deceduto prematuramente. Così si era rivolta al sindaco del mio paese, che le consigliò di farmi fare 4 concorsi, e che sicuramente sarebbe riuscito a farmi entrare in un posto comunale. I concorsi mi costarono circa 4 milioni di lire tra 4 viaggi andata e ritorno, spese di iscrizione, libri, permanenza al sud e giorni lavorativi persi al nord. Ma niente accadde, un concorso per posti da vigile neanche si fece (ma si videro dei nuovi vigili in giro), persi solo dei soldi e si accentuò in me la convinzione che nel mio paese tutto era fatto in funzione di qualcosa. Con pazienza e con duro lavoro mi ritirai di nuovo su economicamente, finché circa 10 anni fa successe l’irreparabile.Mia madre aveva continuato a sperare in un mio posto di lavoro al sud, e meglio al paese natio, così aveva continuato a pregare il sindaco del paese, sempre lo stesso. Gli aveva garantito che se mi avrebbe aiutato ad avere un posto qui, avrebbe convinto tutta la sua famiglia a votarlo alle prossime elezioni, e la famiglia di mia madre è grande. Poi, un giorno, il sindaco disse a mia madre di farmi scendere subito, di abbandonare il lavoro, casa e tutto al nord, perché avrei dovuto iniziare a lavorare alla Protezione Civile con un posto di lavoro a tempo indeterminato. Non credetti molto a mia madre, magari si era illusa, ed io ormai non ci credevo più a questa opportunità, ed invece chiamando io stesso il sindaco, mi confermò che avrei dovuto scendere subito e che dopo 5 giorni avrei dovuto iniziare a lavorare alla Protezione Civile di Brindisi. Inoltre anche i miei zii avevano sentito il sindaco affermare la sicurezza di quel lavoro. Abbandonai il lavoro, la casa, anche i nuovi amici che avevo trovato al nord, dove mi ero costruito una nuova vita, e arrivai in 2 giorni al mio paese. Ero felice, dopo 2 giorni avrei iniziato a lavorare a casa mia, dove ero nato.Non potete neanche immaginare quello che mi sentii dentro quando 2 giorni dopo il sindaco mi disse che il giorno prima le cose erano andate male ed io ero senza lavoro. Mi chiesi cosa altri avrebbero fatto al mio posto e pensai che molti avrebbero dato una sonora lezione a quel sindaco. Pensai che quella persona era pazza, non si rendeva conto di quello che aveva fatto.Io nel frattempo ho provato a perdonarla per avermi, con così tanta leggerezza nel fare le cose, e per magari solo un pugno di voti, distrutto la vita così tanto. Anzi ho cominciato a credere alla sua storia che si sentiva più dispiaciuto di me, che avrebbe in ogni modo provato a rimediare. Qui ci si conosce quasi tutti, è un paese piccolo il nostro, io ed anche la mia famiglia siamo amici dei suoi genitori, persone davvero eccezionali, e così ho messo una pietra sopra questa faccenda ed ho provato a ricominciare. Ho trovato qualche lavoro saltuariamente, come l’operatore ecologico per 3 mesi, o l’attacchino comunale durante le elezioni, o facendo la raccolta delle olive, pregando Dio affinché mi aiuti a trovare un minimo di lavoro da potermi garantire almeno la sopravvivenza. Tra l’altro in questo stato di cose è facilissimo avere esaurimenti, depressioni, paure del futuro, ci si sente svuotati dentro.Il sindaco, poi diventato quasi amico (almeno lo credevo), intanto mi ha fatto lavorare per lui, gratis si intende, scrivendo volantini per la sua campagna elettorale, dando suoi volantini in giro, pubblicizzando un suo comizio con il megafono per le vie cittadine, recuperando soldi per le feste del suo partito, mettendoceli di tasca propria, spedendo e-mail ai quotidiani dei suoi interventi politici, andando di casa in casa a dire alla gente di votarlo alle prossime elezioni. Certamente non sono stato il solo a fare questo lavoro per lui, siamo stati e lo sono ancora in tanti, di cui la metà ha già avuto un posto di lavoro e lo fa per ricambiare, l’altra metà lo fa perché gli è stato promesso un posto di lavoro, e dimostra riconoscenza in anticipo. Tra questi c’è chi si accontenta di un posto qualsiasi, altri pretendono un posto di prestigio, o almeno ci sperano.Intanto nel mio paese si stanno avvicinando le elezioni e c’è fermento in aria, gli schieramenti politici cominciano a farsi sentire e, dai suoi sondaggi, il suddetto sindaco crede di essere in vantaggio rispetto agli altri schieramenti, sente che sta tornando al potere, a gestire il paese.Ora può anche fare a meno di qualcuno, di qualcuno che chiede un assessorato di troppo, e magari è poco gestibile o manovrabile, di qualcuno a cui ha promesso ancora qualche posto, ma non può darlo, e così via si sta formando la nuova squadra di governo, i nuovi eletti.Oggi so che è molto meglio trovare altrove lavoro o cercare altre strade, perché ho anche visto che coloro che hanno avuto un posto di lavoro da quel sindaco, non deve essere solo riconoscente, ma deve essere servile e acconsenziente per sempre, altrimenti può perdere quello che a fatica ha conquistato, un misero posto di lavoro che dovrebbe per legge spettare a tutti. Chissà se esisterebbe questa persona come figura da sindaco se nel mio paese non ci fosse la disoccupazione, forse sarebbe anche lui costretto a cercare un posto di lavoro, umiliarsi davanti a chi ha il potere, e forse capirebbe qualcosa del dolore dei poveri, invece vive senza mai lavorare e chissà come fa a procurarsi i soldi per vivere!Oggi so cosa altri avrebbero fatto al mio posto, avrebbero dato una lezione a bastonate a quel sindaco. Io invece, di buona famiglia, timorata da Dio, ho accusato il colpo ed ora mi sento una nullità nel mio paese in mano al clientelismo. Il peggio è che non ho più le energie fisiche ed economiche per ritornare al nord a lavorare e mi tocca vivere qui, pensando al sindaco che sta distruggendo tanti altri giovani e che la legge lo lascia fare tranquillamente, perché qui chi ha il potere comanda e gestisce tutto.Che schifo di mondo e spero che cambi presto, io da par mio mi trasferirò in un paese vicino, che di sicuro è più legale e vivibile del mio.

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